Clima italiano: differenze tra le versioni
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[[File:Carte delle precipitazioni nevose medie in Italia nel primo semestre dell'anno, calcolate sul periodo 1951-2019 e a cura di ISPRA.jpg|miniatura|Carte delle precipitazioni nevose medie in Italia nel primo semestre dell'anno, calcolate sul periodo 1951-2019 e a cura di ISPRA.jpg]]
[[File:Carte delle precipitazioni nevose medie in Italia nel secondo semestre dell'anno, calcolate sul periodo 1951-2019 e a cura di ISPRA.jpg|miniatura|Carte delle precipitazioni nevose medie in Italia nel secondo semestre dell'anno, calcolate sul periodo 1951-2019 e a cura di ISPRA]]
In [[Italia]] le precipitazioni [[neve|nevose]] interessano nella stagione [[inverno|invernale]] tutte le aree montane delle [[Alpi]] e degli [[Appennini]], oltre che le quote medie e alte vette delle [[Italia insulare|isole maggiori]]. Durante le irruzioni di aria fredda di origine artica, la quota [[neve]] può sensibilmente abbassarsi fino alle zone collinari e, localmente, anche nelle pianure e lungo alcuni tratti costieri.
L'[[Italia settentrionale]] è generalmente interessata da nevicate in pianura con l'arrivo di [[perturbazione (meteorologia)|perturbazioni]] [[Oceano Atlantico|atlantiche]] che seguono intensi raffreddamenti responsabili di formazione di ''cuscini di aria fredda'' al suolo: tali configurazioni tendono a favorire la [[Pianura Padana]] centro-occidentale ove la persistenza dell'aria fredda nei bassi strati risulta essere maggiore. Nella [[Pianura veneto-friulana]] (soprattutto nella parte più orientale, [[provincia di Gorizia|province di Gorizia]], Udine, Pordenone e Treviso) il cuscino freddo viene scalzato via quasi subito dai venti meridionali, vista l'inesistente protezione montuosa a sud. Queste zone sono fra le meno nevose dell'intero parallelo. Al contempo esse sono le più esposte ai venti gelidi provenienti dai Balcani e agli effetti dell'anticiclone russo-siberiano, qualora questo si presenti.
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