Spedizione dei Mille: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
La questione meridionale e il brigantaggio post-unitario: Non risulta che il revisionismo neoborbonico abbia mai portato fonti a supporto di tale tesi. Sistemata anche la punteggiatura.
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Nessun oggetto della modifica
Riga 240:
{{vedi anche|Battaglia di Calatafimi}}
[[File:Calatafimi battaglia - SIDVDG 1860.JPG|miniatura|upright=1.35 |Per tradizione, come per lo sbarco di Marsala, i garibaldini vengono raffigurati tutti con la camicia rossa, anche se la sua adozione in massa avvenne solo dopo la presa di Palermo; inizialmente era solo una minoranza a indossarla]]
I Mille, affiancati da 500 "picciotti", ebbero un primo scontro il 15 maggio 1860 nella [[battaglia di Calatafimi]] contro circa 3.000 soldati borbonici<ref>Secondo il De Cesare (II. 210) i soldati regi sarebbero stati 4.000 ed il de' Sivo dice 3.000 (III. 121). Il numero di 3.000 è stimato in base al fatto che erano previste 20 compagnie (oscillanti da 160 a 90 uomini), per circa 3.000 uomini, poiché però lo stesso Landi afferma essere state presenti sul campo 14 compagnie, il numero andrebbe stimato secondo lo storico Trevelyan in 2.000. - Garibaldi e i Mille - Appendice M, G. M. Trevelyan, pag. 447</ref> guidati dal generale [[Francesco Landi (generale)|Francesco Landi]].
 
Lo scontro si svolse fuori dall'abitato in una località che i memorialisti dell'epoca riportarono come "Pianto Romano" e si risolse in successiviripetuti assalti alla baionetta dei garibaldini che superarono le successive linee di difesa dei borbonici attestati su terrazzamenti agricoli di un colle. Tanti gli episodi tramandati dall'epica risorgimentale, tra cui l'eroico gesto con il quale [[Augusto Elia]] salvò la vita al generale Garibaldi, riportando una grave ferita al volto.
 
Sconfitte le truppe borboniche, ritiratesiqueste si ritirarono verso l'abitato di [[Calatafimi Segesta|Calatafimi]]. La notizia della vittoria garibaldina si diffuse rapidamente nell'area, spesso accompagnata da mirabolanti narrazioni, fomentando la rivolta nella popolazione siciliana. Ad [[Alcamo]], sulla via per Palermo, le truppe borboniche furono attaccate dai siciliani che sparavano dalle case e dai balconi e come rappresaglia i soldati incendiarono molte case<ref>{{Cita|Butta|pag 27}}.</ref>. A [[Partinico]] la popolazione si ribellò al tentativo di requisizione forzata di beni e viveri da parte dei soldati in ritirata con una [[Eccidio di Partinico|sanguinosa rivolta popolare]].
 
Alla notizia della sconfitta di Calatafimi, Francesco II chiese al generale Filangeri di riprendere servizio, ma costui si rifiutò; il re, con una cerimonia ufficiale, depose ai piedi della statua di [[San Gennaro]] lo scettro e la corona, nominando il santo re di Napoli e implorando invano il miracolo della liquefazione del sangue; dietro suggerimento della consorte cominciò a considerare di concedere la costituzione, e cominciò a sondare l'opinione di padre Borelli, influente cappellano di corte, ricevendo una netta risposta negativa<ref>vedi pag. 144-146 A. Petacco (2009)</ref>.