Vele di Scampia: differenze tra le versioni
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Furono costruite tra il 1962 e il 1975 su un progetto ispirato all'[[Existenzminimum]], una corrente architettonica per la quale l'unità abitativa del singolo nucleo familiare avrebbe dovuto essere ridotta al minimo indispensabile, con quindi una spesa costruttiva contenuta, ma con spazi comuni dove la collettività si integrava; Di Salvo realizzò il progetto ispirandosi ai vicoli del centro storico di Napoli che, nelle sue intenzioni, sarebbero dovuti essere ricreati in un condominio.
Ispirandosi ai princìpi delle ''[[Unité d'Habitation|unités d’habitation]]'' di [[Le Corbusier]], alle strutture «''a cavalletto''» proposte da [[Kenzō Tange|Kenzo Tange]] e più in generale ai modelli macrostrutturali,<ref>{{cita news|editore=Il Mattino|url=http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=177687|titolo=Addio alle Vele di Scampia; i «mostri» saranno abbattuti|autore=Gerardo Ausiello|pubblicazione=|accesso=9 aprile 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120314054835/http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=177687|dataarchivio=14 marzo 2012|urlmorto=sì}}</ref> Di Salvo articolò l'impianto del rione su due tipi edilizi: a «''torre''» e a «''tenda''». Quest'ultimo tipo, che imprime l'immagine predominante del complesso delle Vele, è contraddistinto dall'accostamento in sezione di due corpi di fabbrica lamellari inclinati, separati da un grande vuoto centrale e attraversato da lunghi [[Ballatoio|ballatoi]] sospesi a un'altezza intermedia rispetto alle quote degli alloggi. Nel progetto erano inoltre previsti centri aggregativi e spazi comuni, uno spazio di gioco per bambini e altre attrezzature collettive. La mancata realizzazione di questo «nucleo di socializzazione» è stata certamente una concausa del suo clamoroso fallimento.<ref>{{cita web|url=http://www.de-architectura.com/2011/04/di-seguito-alcune-opinioni-prese-dal.html|titolo=Diversi pareri sulle vele di Scampia|data=11 aprile 2011|autore=Pietro Pagliardini|accesso=9 aprile 2012|dataarchivio=12 settembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110912080157/http://www.de-architectura.com/2011/04/di-seguito-alcune-opinioni-prese-dal.html|urlmorto=sì}}</ref> Il progetto è analogo - ma solo nella forma a piani digradanti - a quello degli edifici progettati nel 1960 da André Minangoy per la ''Baie des Anges''<ref>{{Cita web|url=https://fashionfortravel.com/villeneuve-loubet-marina-baie-des-anges/|titolo=Villeneuve Loubet, Marina Baie des Anges: scempio o poesia?|autore=patrizia|data=2013-07-31|lingua=it-IT|accesso=2020-02-20}}</ref> di [[Villeneuve-Loubet]], nel Sud della Francia, che hanno avuto ben altro sviluppo e riscosso un notevole successo. Altre edifici simili sono presenti nel villaggio olimpico di Montreal.
Se da un lato alcuni, sostenitori del [[brutalismo]], affermano che la qualità tecnica ed estetica delle Vele possa essere quantomeno apprezzabile, resta innegabile la «inabitabilità» delle stesse, anche per ragioni che vanno al di là dell'architettura.<ref>{{cita web|url=http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=75862|editore=PatrimonioSOS|titolo=Napoli. Scampia, le vele della discordia|autore=Francesca Cicatelli|data=6 ottobre 2010}}</ref>
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