Messa pretridentina: differenze tra le versioni

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Modifiche medievali: messali pretridentini
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Si attribuisce all'influsso dell'imperatore [[Enrico II il Santo|Enrico II]] (1002–1024) la recita nella messa romana del [[Credo niceno]]. L'influsso gallicano spiega la pratica di incensare le persone, introdotta nell'XI o nel XII secolo: prima si bruciava l'incenso solo durante le processioni (l'ingresso e la processione del Vangelo)». Un'altra novità erano le preghiere private che il sacerdote doveva recitare prima della comunione. All'[[offertorio]] furono aggiunti intorno al XIII secolo un elaborato rituale e ulteriori preghiere di origine francese. Precedentemente l'unica preghiera che il sacerdote diceva a questo punto era la segreta. Le preghiere aggiunte variarono considerevolmente fino a quando non furono fissate nel [[Messale Romano]] di papa Pio V nel 1570. Altre novità introdotte dallo stesso papa nel passaggio alla [[messa tridentina]] erano le iniziali Preghiere ai piedi dell'altare, precedentemente dette per lo più in sacrestia o durante la processione all'altare come parte della preparazione del sacerdote, e inoltre tutto ciò che segue l{{'}}''Ite missa est'' nella sua edizione (1570) del Messale Romano segue l{{'}}''Ite missa est''.<ref name="LofM"/> Le edizioni successive del Messale Romano abbreviarono questa parte omettendo il [[Cantico dei tre fanciulli]], seguiti da altre preghiere, che nell'edizione di Pio V il sacerdote diceva allontandosi dall'altare.
 
Attorno all'[[XI secolo]] fece la sua comparsa il ''[[Messale#Origine|Missale plenum]]'', nato dall'esigenza di raggruppare in un unico libro diversi volumi: il [[sacramentario]] con le orazioni, l'[[evangeliario]], il [[lezionario]] e l'[[epistolario]] con le letture della Santa Scrittura, il [[graduale]] o l'[[antifonario]] con i canti. Lentamente nel corso dei secoli i manoscritti integrarono tutte queste parti della [[Celebrazione eucaristica|Messa]] in un unico libro.<ref>Marcel Metzger, "Storia della celebrazione eucaristica in Occidente", in ''Scientia liturgica'', vol. III, Casale Monferrato, Piemme, III ed., 2003, p. 141</ref> I [[Francescani]], apparsi nel [[XIII secolo]], adottarono e fecero conoscere ampiamente la messa della [[Curia romana]], che diventò base dei messali pretridentini e della riforma tridentina.<ref>''[https://books.google.it/books?id=7ly4DgtT3LkC&pg=PA452&dq=pre-Tridentine+mass&hl=en&sa#v=onepage&q=pre-Tridentine%20mass&f=false The Encyclopedia of Christianity''], Wm. B. Eerdmans Publishing, 2003, vol. 3, p. 452</ref>
 
Dopo l'invenzione della stampa apparirono, prima del testo di Pio V del 1570, almeno 14 diverse stampe, prodotte a Milano, Venezia, Parigi e Lione, che pretendevano di presentare il testo della messa celebrata a Roma e che quindi portavano il titolo di "Messale romano".<ref>Manlio Sodi, Achille Maria Triacca, ''Missale Romanum Editio Princeps (1570)'', Libreria Editrice Vaticana, 1998, p. XV</ref> Il testo di Pio V, reso obbligatorio ad eccezione di alcune diocesi e ordini religiosi, gradualmente stabiliva l'uniformità all'interno della Chiesa latina al posto delle variazioni regionali, dando origine al periodo di 400 anni in cui la Messa di rito romano assunse la forma oggi nota come la [[messa tridentina]].