Messa stazionale: differenze tra le versioni
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== Rito della messa ==
La forma della messa celebrata nelle stazioni romane
Per diffondere nel regno franco la conoscenza degli usi romani si compilarono per molti secoli dell'intero Medioevo raccolte di informazioni sulle rubriche cerimoniali (non le preghiere, le quali invece sono contenute nei sacramentari, antifonari, salteri) di vari servizi liturgici del rito romano, tra cui la messa altomedievale. Descrivono e documentano lo sviluppo della liturgia papale a Roma dai sec. VII al XV. Tali raccolte sono denominate ''Ordines romani''. Le rubriche della messa si trovano negli ''Ordines'' I, VII, IX-X, XV-XVII; quelle per il battesimo negli ''Ordines'' XI, XXII-XXIV e XXV; quelle per l'ordinazione negli ''Ordines'' XXXIV-XXXV e XXXIX; quelle per i funerali negli ''Ordines'' XLIV; e quelle per le dedicazioni delle chiese negli ''Ordines'' XLI-XLIII.<ref>Herbert Thurston, "[https://www.newadvent.org/cathen/11284c.htm Ordines Romani]" in ''[[Catholic Encyclopedia]]'' (New York, 1911)</ref><ref>[https://www.treccani.it/enciclopedia/ordines-romani_%28Enciclopedia-Italiana%29/ "Ordines Romani" in ''Enciclopedia Treccani on line'']</ref>
L{{'}}''Ordo Romanus Primus'' fornisce una descrizione della messa papale della fine del [[VII secolo]] o dell'inizio dell'[[VIII secolo]].<ref>Martin Klöckener, [https://referenceworks.brillonline.com/entries/religion-past-and-present/ordo-romanus-primus-SIM_024274 "Ordo Romanus Primus"] in ''Religion Past and Present'', BRILL, 2011</ref><ref>[https://www.academia.edu/3174003/The_Fates_of_Liturgies_Towards_a_History_of_the_First_Roman_Ordo John F. Romano, "The Fates of Liturgies: Towards a History of the First Roman Ordo", p. 72]</ref><ref name="Jungmann">Josef A. Jungmann, [https://archive.org/details/JungmannMassOfTheRomanRite/page/n79/mode/2up ''The Mass of the Roman Rite: Its Origins and Development (Missarum Sollemnia)''], Benzinger, 1951, pp. 67–74</ref><ref>Marcel Metzger, "Storia della celebrazione eucaristica in Occidente", in ''Scientia liturgica'', vol. III, Casale Monferrato, Piemme, III ed., 2003, pp. 132-135</ref> ▼
L'attuale edizione critica degli ''Ordines romani'' è ''Les Ordines romani du haut moyen age'' (1961) a cura di Michel Andrieu.
Entrato nella chiesa, il Papa va prima di tutto al ''secretarium'' ([[sagrestia]]), dove gli si mettono i paramenti della messa: camice, cingolo, amitto, dalmatica di lino, dalmatica maggiore, pianeta e pallio. Nel frattempo si rompe il sigillo del contenitore del prezioso [[evangeliario]] portato dal Laterano, il diacono lo prepara e un suddiacono lo pone solennemente sull'altare. Poi il pontefice, preceduto dal coro, da un suddiacono con incenso e da sette accoliti ognuno con un cero acceso. All'arrivo al [[presbiterio]] si mostra al pontefice il contenuto di due pissidi con frammenti del pane consacrato in una celebrazione precedente (i ''[[Fermentum#Fermentum e sancta|sancta]]'', ed egli li venera e sceglie quelli da usare. Poi nel presbiterio si inchina all'altare, prega in silenzio facendosi il segno della croce sulla fronte, dà la pace a due dignitari del clero e a tutti i diaconi e segnala al coro di cominciare la dossologia conclusiva del canto. Saluta con un bacio l'evangeliario e l'altare e va alla sua sede, dove sta in piedi guardando verso oriente. Il coro, dopo aver terminato l'antifona all'[[introito]], canta i [[Kyrie]], il cui numero può essere variato secondo le indicazioni del papa. Questi poi, rivolgendosi al popolo, inizia il canto del [[Gloria in Excelsis Deo]]<ref>Non veniva cantato nei tempi penitenziali.</ref>, e di nuovo si gira verso oriente. Finito questo, il papa, rivolto al popolo, dice "Pax vobis" e subito verso oriente, dice "Oremus" e la preghiera che più tardi sarà chiamata la [[colletta (liturgia)|colletta]]. Dopo la quale tutti si siedono.<ref name="Jungmann"/><ref>Edward Godfrey Cuthbert, Frederic Atchley, [https://archive.org/details/ordoromanusprimu00atchuoft/page/122/mode/2up ''Ordo Romanus Primus''], Londra, De La More Press, 1905, pp. 122–130</ref><ref>[[Jean Mabillon]], [https://books.google.fr/books?id=B7lFAQAAMAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ''Museum italicum, seu Collectio veterum scriptorum ex bibliothecis italicis''], Parigi, 1689, vol. 2, pp. 3–16</ref>▼
=== Messa stazionale romana di circa l'anno 800 ===
Il suddiacono canta l'Epistola nell'[[ambone]], un cantore il ''responsum'' (tipicamente un [[salmo responsoriale]], antenato del [[graduale]]),<ref>James W. McKinnon, [https://books.google.it/books?id=_SklDQAAQBAJ&pg=PA59&dq=%22responsum%22+%22responsorial+psalm%22&hl=en&sa=#v=onepage&q=%22responsum%22%20%22responsorial%20psalm%22&f=false ''The Advent Project: The Later Seventh-Century Creation of the Roman Mass Proper''], University of California Press, 2000, p. 59</ref><ref>Iain Fenton, [https://books.google.it/books?id=Cq2kVYKgMeoC&pg=PA232&dq=%22responsum%22+%22responsorial+psalm%22&hl=en&sa ''Early Music History: Studies in Medieval and Early Modern Music''], Cambridge University Press, 2009, p. 232</ref> un altro o l'[[Alleluia]] o il [[Tratto (liturgia)|tratto]]. Poi il diacono, dopo avere baciato i piedi, non la mano, del pontefice nel chiedergli la benedizione, va all'ambone preceduto da due suddiaconi con incenso e due accoliti con candele accese, e salito all'ambone canta il Vangelo. Dopo il Vangelo, un suddiacono offre al bacio dei membri del clero l'evangeliario, che poi, messo in un contenitore e sigillato, verrà riportato in Laterano.<ref>''Ordo Romanus Primus'', pp. 130–132</ref>▼
▲L{{'}}''Ordo Romanus Primus'' fornisce una descrizione della messa papale
Nell'offertorio si accettano i pani lievitati e i fiaschi di vino offerti. Il vino si versa in un grande calice e poi, secondo che questo si riempie, il contenuto si svuota in un [[skyphos|vaso]] più grande. Il pontefice riceve personalmente alcune delle offerte, poi si lava le mani e torna alla sua sede, mentre le offerte di pane vengono disposte sull'altare. Poi scende dalla sua sede all'altare, riceve formalmente le offerte e mette sull'altare i due pani della sua offerta personale. L'arcidiacono mette accanto ai due pani del pontefice il calice del vino, le cui anse sono coperte da un velo, nel quale ha previamente versato un po' d'acqua facendo con essa il segno della croce.<ref>''Ordo Romanus Primus'', pp. 132–136</ref>▼
▲Entrato nella chiesa, il Papa va prima di tutto al ''secretarium'' ([[sagrestia]]), dove gli si mettono i paramenti della messa: camice, cingolo, amitto, dalmatica di lino, dalmatica maggiore, pianeta e pallio. Nel frattempo si rompe il sigillo del contenitore del prezioso [[evangeliario]] portato dal Laterano, il diacono lo prepara e un suddiacono lo pone solennemente sull'altare. Poi il pontefice fa l'ingresso, preceduto dal coro, da un suddiacono con incenso e da sette accoliti ognuno con un cero acceso. All'arrivo al [[presbiterio]] si mostra al pontefice il contenuto di due pissidi con frammenti del pane consacrato in una celebrazione precedente (i ''[[Fermentum#Fermentum e sancta|sancta]]'', ed egli li venera e sceglie quelli da usare. Poi nel presbiterio si inchina all'altare, prega in silenzio facendosi il segno della croce sulla fronte, dà la pace a due dignitari del clero e a tutti i diaconi e segnala al coro di cominciare la dossologia conclusiva del canto. Saluta con un bacio l'evangeliario e l'altare e va alla sua sede, dove sta in piedi guardando verso oriente.<ref>L'abside di Santa Maria Maggiore è a sud-est.</ref> Il coro, dopo aver terminato l
Dopo l'orazione dell'offertorio, seguono il responsorio ''Sursum corda'', il [[Prefazio]], il [[Sanctus]] e il [[canone romano]], cantato nella sua interezza.<ref>Denis Crouan, [https://books.google.it/books?id=_ZfAySrL9mQC&pg=PT42&dq=crouan+sung+in+its+entirely&hl=en&sa=#v=onepage&q=crouan%20sung%20in%20its%20entirely&f=false ''The History and the Future of the Roman Liturgy''], Ignatius Press, 2005</ref>▼
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Prima della [[frazione (liturgia)|frazione]] del pane, il papa stacca un pezzo del lato destro di uno dei pani della sua offerta e lo mette sull'altare; il resto lo mette sulla patena (un vassoio abbastanza grande per tenere più pani lievitati) tenuta dal diacono. Si ritira poi alla sua sedia, dove viene portata la patena con i pani, che i diaconi spezzeranno. Gli altri pani sull'altare sono messi in sacchetti tenuti dagli accoliti, che li portano ai vescovi e ai presbiteri per essere spezzati. Il "nomenclator" e il "vicedominus" di palazzo si avvicinano al papa, che detta i nomi di quelli che sono invitati alla tavola pontificia o del vicedomino; poi avvertono le persone invitate.<ref name="EncItal"/><ref name="ordo romanus primus pag 140">''Ordo Romanus Primus'', p. 140</ref> Fatta la distribuzione, il coro canta l{{'}}''[[Agnus Dei]]'' e si esegue la frazione del pane.<ref name="ordo romanus primus pag 140" /><ref>{{en}} Josef A. Jungmann, [https://archive.org/details/JungmannMassOfTheRomanRite/page/302/mode/2up ''The Mass of the Roman Rite: Its Origins and Development (Missarum Solemnia)''], Benziger, 1951, pp. 303–311</ref>▼
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Dopo la frazione del pane, un diacono assistente porta la patena al pontefice, che riceve la comunione e poi mette nel calice tenuto dall'arcidiacono un frammento dello stesso elemento che ha morso. Nel metterlo nel calice fa con esso tre volte il segno della croce mentre dice: "Fiat commixtio et consecratio corporis et sanguinis Domini nostri Iesu Christi accipientibus nobis in vitam aeternam".<ref>''Ordo Romanus Primus'', pp. 140–142</ref><ref>Questa formula fu oggetto di vivaci obiezioni teologiche al Concilio di Trento, perché sebbene fosse sempre stata intesa nel senso corretto, poteva suggerire l'ambiguità che la transustanziazione non fosse avvenuta prima della commistione, per cui nel Messale Romano tridentino fu cambiata in "Haec commixtio et consecratio corporis et sanguinis Domini nostri Iesu Christi fiat accipientibus nobis in vitam aeternam" (Josef A. Jungmann, [https://archive.org/details/JungmannMassOfTheRomanRite/page/314/mode/2up ''The Mass of the Roman Rite: Its Origins and Development (Missarum Solemnia)''], Benziger, 1951, pp. 315–316).</ref> E riceve la comunione con il calice datogli dall'arcidiacono.▼
All'inizio del canone, viene un accolito tenendo in un telo di lino la patena (vassoio abbastanza grande da contenere più pani lievitati). A metà del canone la prende un suddiacono, tenendola fuori della sua [[Pianeta (paramento liturgico)|pianeta]], si avvicina all'altare e poi la passa al suddiacono distrettuale, che la tiene fino all'[[embolismo (liturgia)|embolismo]] del ''[[Padre nostro|Pater noster]]'', quando la prende l'arcidiacono e, dopo averla baciata, la passa al secondo diacono, che la tiene fino a quando ci si mettono sopra i pani dell'offerta del papa, che poi saranno spezzati nella [[frazione (liturgia)|frazione]] del pane.
L'arcidiacono poi va al lato dell'altare e annuncia il luogo e la data della prossima ''statio''. I vescovi e i presbiteri ricevono la comunione dalle mani del pontefice e il primo dei vescovi dà da bere al clero dal calice, che ha preso dall'arcidiacono. Questi ha già versato un poco del calice nel grande vaso già menzionato, dalla quale bevono i fedeli usando una cannuccia (la ''fistula''). Dopo la comunione del clero, il pontefice la amministra agli ufficiali civili e l'arcidiacono dà loro da bere dal calice. A questo punto il coro comincia a cantare alternandosi ai suddiaconi.<ref>''Ordo Romanus Primus'', pp. 142–144</ref>▼
▲Prima della
▲Dopo la frazione del pane, un diacono assistente porta la patena al pontefice, che riceve la comunione e poi mette nel calice tenuto dall'arcidiacono un frammento dello stesso elemento che ha morso. Nel metterlo nel calice fa con esso tre volte il segno della croce mentre dice: "Fiat commixtio et consecratio corporis et sanguinis Domini nostri Iesu Christi accipientibus nobis in vitam aeternam".<ref>''Ordo Romanus Primus'', pp. 140–142</ref><ref>Questa formula fu oggetto di vivaci obiezioni teologiche al Concilio di Trento, perché sebbene fosse sempre stata intesa nel senso corretto, poteva suggerire l'ambiguità che la transustanziazione ("consecratio") non fosse avvenuta prima della commistione, per cui nel Messale Romano tridentino (1570) fu cambiata in "Haec commixtio et consecratio corporis et sanguinis Domini nostri Iesu Christi fiat accipientibus nobis in vitam aeternam" (Josef A. Jungmann, [https://archive.org/details/JungmannMassOfTheRomanRite/page/314/mode/2up ''The Mass of the Roman Rite: Its Origins and Development (Missarum Solemnia)''], Benziger, 1951, pp. 315–316).</ref> E
▲L'arcidiacono poi va al lato dell'altare e annuncia il luogo e la data della prossima ''statio''. I vescovi e i presbiteri ricevono la comunione dalle mani del pontefice e il primo dei vescovi dà da bere al clero dal calice, che ha preso dall'arcidiacono. Questi ha già versato un poco del calice nel grande vaso di vino non consacrato già menzionato,
Finita la comunione, si dà al coro il segnale di cantare la dossologia finale. Poi il pontefice dice l'orazione di conclusione guardando verso oriente e senza volgersi verso il popolo nemmeno nel dire ''Dominus vobiscum'' ("Il Signore sia con voi"). Uno dei diaconi, al cenno del pontefice, dice al popolo ''[[Ite missa est]]''. Allora il papa scende dalla sua sede nel presbiterio, i vescovi gli chiedono la benedizione ed egli risponde: ''Benedicat nos Dominus'' ("Ci benedica il Signore").<ref>''Ordo Romanus Primus'', pp. 144–146</ref>
In quattro feste maggiori dell'anno, Pasqua, Pentecoste, San Pietro e Natale, i ''presbyteri cardinales'' stanno presso l'altare, ognuno con un suo corporale e l'arcidiacono porge a ciascuno tre pani, che consacrano senza tenerli sull'altare, pronunciando la preghiera di consacrazione simultaneamente con il papa.<ref>[https://archive.org/details/ordoromanusprimu00atchuoft/page/148/mode/2up ''Ordo Romanus Primus''], Londra, 1905, p. 148</ref>
=== Modifiche medioevali della messa stazionale dopo l'VIII secolo ===
Gli ''Ordines romani'' descrivono e documentano lo sviluppo della liturgia papale a Roma dai sec. VII al XV. Nell{{'}}''Oxford History of Christian Worship'' Timothy Thibaudeau osserva: "Nel secolo dal 962 al 1050 circa, i riti e le cerimonie della chiesa di Roma furono superati dagli elementi franchi e germanici importati in Italia dai monaci |[[Abbazia di Cluny|cluniacensi]] e dagli imperatori tedeschi. L'intrinseca austerità della liturgia romana fu improvvisamente sopraffatta dagli elementi drammatici ed emotivi delle liturgie franco-germaniche della corte [[Dinastia ottoniana|ottoniana]], prima intradotte nella città di Roma quando [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]] vi giunse per la sua incoronazione imperiale nell'inverno del 962".<ref>Timothy Thibaudeau, "[https://books.google.it/books?id=h5VQUdZhx1gC&pg=PA228&dq=#v=onepage&q&f=false Western Christendom]" in ''The Oxford History of Christian Worship'', a cura di Geoffrey Wainwright (Oxford University Press, 2006, pp. 227–228)</ref>
Simili modifiche della messa romana introdotte inizialmente a nord delle Alpi nel periodo tra l'VIII e il X secolo sono state adottate anche dai papi e la risultante liturgia ibrida divenne quella in uso anche nelle celebrazioni stazionali della chiesa di Roma.<ref>John F. Romano, [https://www.academia.edu/3174003/The_Fates_of_Liturgies_Towards_a_History_of_the_First_Roman_Ordo ''The Fates of Liturgies: Towards a History of the First Roman Ordo''], p. 72</ref>
La messa stazionale papale si cambiava continuamente non solo per influssi esterni (detti "gallicani") ma anche per altri motivi. Sparì presto l'uso del ''[[fermentum]]'' che nell{{'}}''Ordo Romanus Primus'' il pontefice venerava all'inizio della celebrazione e che all'embolismo metteva nel calice del vino consacrato. Quest'ultimo gesto venne sostituito con quello, abbinato con la frazione del pane (spostata dal contesto originale e non più accompagnata con il canto dell{{'}}[[Agnus Dei]]) dell{{'}}''immixtio'' del pane e del vino consacrati nella stessa messa.
Un'altra novità medioevale era l'introduzione delle ostie di pane azzimo al posto dei pani lievitati interi che i fedeli contribuivano e di cui i pezzi venivano distribuiti nella comunione: verso il IX secolo il pane comune venne progressivamente sostituito dal pane azzimo, pratica che diventerà finalmente imperativa nell'XI secolo; e le ostie rotonde ora in uso comparvero verso il XII secolo, quando si cominciò a tagliare la pasta azzima ''in modum denarii'', nella forma di moneta.<ref>Lucien Deiss, [https://books.google.it/books?id=lb6cD0uw0aIC&pg=PA51 ''The Mass''], Liturgical Press 1992, p. 51</ref>
Questa novità escludeva anche la nota caratteristica della messa stazionale dell{'}}''Ordo Romanus Primus'' per cui, durante il lungo rito della frazione del pane, si preparava la lista di quelli che il papa volesse invitare o alla sua tavola o a quella del ''vicedominus'' e si distribuivano i relativi inviti.
Tra le modifiche sorte posteriormente si può menzionare l'abbandono della [[concelebrazione]] e del canto ad alta voce del [[canone della messa]].
== Il retaggio di forme antiche della messa papale ==
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