Vele di Scampia: differenze tra le versioni

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|corrente architettonica =
|stato = in fase di demolizione
|demolito = Vela F [[1997]],</br />Vela G [[2000]],</br />Vela H [[2003]],</br />Vela A [[2020]]
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|periodo costruzione = 1962-1975
|uso = Abitazioni privateResidenziale
|ingegnere =
|appaltatore =
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}}
 
Le '''vele di Scampia''' sono un complesso residenziale costruito nell'[[Scampia|omonimo quartiere]] di [[Napoli]] tra il 1962 e il 1975.<ref name=":0" /> Prendono il nome dalla loro forma triangolare, che ricorda quella di una [[Vela (sistema di propulsione)|vela]]: ogni costruzione, larga alla base, va restringendosi man mano che si sale verso i piani superiori.
 
Le '''vele di Scampia''' sono un complesso residenziale costruito nell'[[Scampia|omonimo quartiere]] di [[Napoli]] tra il 1962 e il 1975.<ref name=":0" /> Prendono il nome dalla loro forma triangolare, che ricorda quella di una [[Vela (sistema di propulsione)|vela]]: ogni costruzione, larga alla base, va restringendosi mana mano a mano che si sale verso i piani superiori.
Il complesso venne progettato dall'architetto Francesco Di Salvo ed era originariamente composto da 7 edifici su un'area di 115 ettari; quattro di questi edifici sono stati demoliti nel 1997, 2000, 2003 e 2020;<ref>{{Cita web|url=https://napoli.repubblica.it/cronaca/2020/02/20/news/scampia_al_via_la_demolizione_della_vela_verde_giu_il_simbolo_di_gomorra-249043747/|titolo=Vela verde di Scampia, è iniziata la demolizione: colpi nel silenzio e applausi dopo 40 anni di lotta|sito=la Repubblica|data=2020-02-20|lingua=it|accesso=2020-02-21}}</ref><ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2020/02/20/news/scampia_cade_la_vela_verde_ma_non_basta_per_abbattere_gomorra-249120368/|titolo=Scampia, cade la Vela verde. Ma non basta per abbattere Gomorra|sito=la Repubblica|data=2020-02-20|lingua=it|accesso=2020-02-21}}</ref> dei tre rimasti, due saranno demoliti mentre l'ultimo verrà riqualificato.<ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2020/02/20/abbattimento-vela-verde-scampia-napoli/|titolo=È iniziato l'abbattimento della Vela A di Scampia, a Napoli|sito=Il Post|data=2020-02-20|lingua=it-IT|accesso=2020-02-21}}</ref> Il quartiere e le aree comuni del complesso divennero nel tempo luoghi malfamati sedi di traffici illeciti e le vele stesse divennero simbolo del degrado del quartiere di Napoli.<ref name=":1" /><ref name=":0" />
 
Il complesso venne progettato dall'architetto [[Francesco Di Salvo]] ed era originariamente composto da 7 edifici su un'area di 115 ettari; quattro di questi edifici sono stati demoliti nel 1997, 2000, 2003 e 2020;<ref>{{Cita web|url=https://napoli.repubblica.it/cronaca/2020/02/20/news/scampia_al_via_la_demolizione_della_vela_verde_giu_il_simbolo_di_gomorra-249043747/|titolo=Vela verde di Scampia, è iniziata la demolizione: colpi nel silenzio e applausi dopo 40 anni di lotta|sito=la Repubblica|data=2020-02-20|lingua=it|accesso=2020-02-21}}</ref><ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2020/02/20/news/scampia_cade_la_vela_verde_ma_non_basta_per_abbattere_gomorra-249120368/|titolo=Scampia, cade la Vela verde. Ma non basta per abbattere Gomorra|sito=la Repubblica|data=2020-02-20|lingua=it|accesso=2020-02-21}}</ref> dei tre rimasti, due saranno demoliti mentre l'ultimo verrà riqualificato.<ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2020/02/20/abbattimento-vela-verde-scampia-napoli/|titolo=È iniziato l'abbattimento della Vela A di Scampia, a Napoli|sito=Il Post|data=2020-02-20|lingua=it-IT|accesso=2020-02-21}}</ref> Il quartiere e le aree comuni del complesso divennero nel tempo luoghi malfamati, sedi di traffici illeciti e le vele stesse divennero simbolo del degrado del quartiere di Napoli.<ref name=":1" /><ref name=":0" />
 
== Storia ==
Nate a seguito della [[Zona 167|legge n. 167]] del 1962, facevano parte di un [[Case popolari di Napoli#La Legge 167.2F1962 e la grande scala|progetto abitativo]] ottimistico di larghe vedute che prevedeva anche uno sviluppo della città di [[Napoli]] nella zona est, ossia [[Ponticelli (Napoli)|Ponticelli]]. Esse restano, nonostante tutto, l'opera realizzata che meglio rappresenta la poetical'utopia architettonica del progettista.<ref name="utopia">{{cita web|url=http://www.architettiroma.it/archivio.aspx?id=3924|titolo=Le Vele, il naufragio di un’utopia|autore=Benedetto Gravagnuolo|data=29 maggio 2003|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131029195304/http://www.architettiroma.it/archivio.aspx?id=3924|dataarchivio=29 ottobre 2013|urlmorto=sì}}</ref> L'esordio di Di Salvo nell'ambito della progettazione per l'[[edilizia popolare|edilizia economica e popolare]] risale al 1945 con la realizzazione, in collaborazione con altri architetti, del [[Rione Cesare Battisti]] a [[Poggioreale (Napoli)|Poggioreale]], che rappresentò all'epoca il paradigma di una «''nuova maniera di pensare''» la residenza sociale.<ref name=utopia/> Dopo anni di continue sperimentazioni progettuali, si vide affidare dalla [[Cassa del Mezzogiorno]] l'incarico di realizzare a Scampìa un grande complesso residenziale.<ref>{{cita news|url=http://htm.cisl.it/sito/Contenuti/Manifestazioni/PrimoMaggioBetti.pdf|titolo=La società civile a Scampia scende in campo per ridare fiducia e speranza al Sud|editore=Lavoro|autore=Sergio Betti|pubblicazione=|accesso=9 aprile 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304121802/http://htm.cisl.it/sito/Contenuti/Manifestazioni/PrimoMaggioBetti.pdf|dataarchivio=4 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref>
 
Furono costruite tra il 1962 e il 1975 su un progetto ispirato all'[[Existenzminimum]], una corrente architettonica per la quale l'unità abitativa del singolo nucleo familiare avrebbe dovuto essere ridotta al minimo indispensabile, con quindi una spesa costruttiva contenuta, ma con spazi comuni dove la collettività si integrava; Di Salvo realizzò il progetto ispirandosi ai vicoli del centro storico di Napoli che, nelle sue intenzioni, sarebbero dovuti essere ricreati in un condominio.
 
Ispirandosi ai princìpi delle ''[[Unité d'Habitation|unités d’habitation]]'' di [[Le Corbusier]], alle strutture «''a cavalletto''» proposte da [[Kenzō Tange|Kenzo Tange]] e più in generale ai modelli macrostrutturali,<ref>{{cita news|editore=Il Mattino|url=http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=177687|titolo=Addio alle Vele di Scampia; i «mostri» saranno abbattuti|autore=Gerardo Ausiello|pubblicazione=|accesso=9 aprile 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120314054835/http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=177687|dataarchivio=14 marzo 2012|urlmorto=sì}}</ref> Di Salvo articolò l'impianto del rione su due tipi edilizi: a «''torre''» e a «''tenda''». Quest'ultimo tipo, che imprime l'immagine predominante del complesso delle Velevele, è contraddistinto dall'accostamento in sezione di due corpi di fabbrica lamellari inclinati, separati da un grande vuoto centrale e attraversato da lunghi [[Ballatoio|ballatoi]] sospesi a un'altezza intermedia rispetto alle quote degli alloggi. Nel progetto erano inoltre previsti centri aggregativi e spazi comuni, uno spazio di gioco per bambini e altre attrezzature collettive. La mancata realizzazione di questo «nucleo di socializzazione» è stata certamente una concausa del suo clamoroso fallimento.<ref>{{cita web|url=http://www.de-architectura.com/2011/04/di-seguito-alcune-opinioni-prese-dal.html|titolo=Diversi pareri sulle vele di Scampia|data=11 aprile 2011|autore=Pietro Pagliardini|accesso=9 aprile 2012|dataarchivio=12 settembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110912080157/http://www.de-architectura.com/2011/04/di-seguito-alcune-opinioni-prese-dal.html|urlmorto=sì}}</ref> Il progetto è analogo - ma solo nella forma a piani digradanti - a quello degli edifici progettati nel 1960 da André Minangoy per la ''Baie des Anges''<ref>{{Cita web|url=https://fashionfortravel.com/villeneuve-loubet-marina-baie-des-anges/|titolo=Villeneuve Loubet, Marina Baie des Anges: scempio o poesia?|autore=patrizia|data=2013-07-31|lingua=it-IT|accesso=2020-02-20}}</ref> di [[Villeneuve-Loubet]], nel Sudsud della Francia, che hanno avuto ben altro sviluppo e riscosso un notevole successo. Altre edifici simili sono presenti nel villaggio olimpico di Montreal.
Se da un lato alcuni, sostenitori del [[brutalismo]], affermano che la qualità tecnica ed estetica delle Vele possa essere quantomeno apprezzabile, resta innegabile la «inabitabilità» delle stesse, anche per ragioni che vanno al di là dell'architettura.<ref>{{cita web|url=http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=75862|editore=PatrimonioSOS|titolo=Napoli. Scampia, le vele della discordia|autore=Francesca Cicatelli|data=6 ottobre 2010}}</ref>
 
L'area in cui le Velevele sorsero ricadeva in due lotti contigui, separati da uno dei rami del reticolo viario (l'intero territorio di Scampia fu diviso in vari lotti da edificare). Nel lotto M furono costruite quattro Velevele, indicate alfabeticamente con le lettere A, B, C, D. Nel lotto L furono costruite le restanti tre, indicate dalle lettere F, G e H. Accanto alla classificazione alfabetica se ne aggiunse, alle vele rimaste in piedi dopo il 2003, una ''cromatica'' cosicché ogni Velavela venne denominata da parte della popolazione del quartiere attraverso un colore: ''vela rossa'', ''vela celeste'', ''vela gialla'', ''vela verde''.[[File:Vele di Scampia Di Salvo2.jpg|thumb|upright=1.4|Scorcio di una vela, nel 2015]]
Le vele di Scampia versano in un grave stato di degrado.<ref>{{cita web|url=https://terpress.blogspot.it/2011/10/le-case-vela-di-scampia-napoli.html|titolo=Le case a vela di Scampia-Napoli|autore=Isabella Guarini|editore=TerPress}}</ref> L'idea del progetto prevedeva grandi unità abitative dove centinaia di famiglie avrebbero dovuto integrarsi e creare una comunità, grandi vie di scorrimento e aree verdi tra le varie vele; una vera e propria città modello, ma varie cause hanno portato a quello che venne poi definito un [[ghetto]],<ref>{{Cita news|autore=Agata Marianna Giannino|url=http://www.ilgiornale.it/news/cronache/vele-scampia-dell-abbattimento-1682543.html|titolo=Tra le vele di Scampia prima dell’abbattimento|pubblicazione=[[il Giornale]]|data=20 aprile 2019|accesso=14 maggio 2019|citazione=Nel vuoto istituzionale, con l’assenza di servizi di prossimità, il sovraffollamento e l’abbandono, è nato un ghetto dove ha trovato spazio quella criminalità che, soprattutto per lo spaccio di stupefacenti, ha reso le vele un simbolo negativo del quartiere e di Napoli.}}</ref> in primis il [[terremoto dell'Irpinia del 1980]], che portò molte famiglie, rimaste senzatetto, a occupare anche abusivamente gli alloggi delle vele.<ref name="teduccio">{{Cita|Bassolino|p. 50|teduccio}}.</ref><ref>{{Cita news|autore=[[Enrico Fierro]]|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/05/14/napoli-da-scampia-arriva-una-lezione-la-periferia-puo-rinascere-senza-guerre-tra-poveri/5177170/|titolo=Napoli, da Scampia arriva una lezione: la periferia può rinascere senza guerre tra poveri|pubblicazione=[[il Fatto Quotidiano]]|data=14 maggio 2019|accesso=14 maggio 2019}}</ref> A questo intreccio di eventi negativi si è associata la mancanza totale di presidi dello Stato: il primo commissariato di [[Polizia di Stato|Polizia]] fu insediato solo nel 1987, a quindici anni dalla consegna degli alloggi. La situazione ha allontanato sempre di più una parte della popolazione, lasciando il campo libero alla [[delinquenza]]. I giardini sono divenuti luogo di raccolta degli [[Traffico di droga|spacciatori]], i viali sono piste per corse clandestine, gli androni dei palazzi luogo di incontro di ladri e ricettatori.
 
Tra il 1997 e il 2003 sono state abbattute tre delle sette strutture iniziali, lasciando in piedi le restanti quattro.<ref>{{cita web|url=http://www.caffenews.it/mezzogiorno-sud/32533/scampia-crollano-le-vele-il-documentario-di-gunpania/|titolo=Scampia, crollano le vele. Il documentario di Gunpania|autore=Giulia Tesauro|editore=CafféNews|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120204195212/http://www.caffenews.it/mezzogiorno-sud/32533/scampia-crollano-le-vele-il-documentario-di-gunpania/|dataarchivio=4 febbraio 2012|urlmorto=sì}}</ref> La decisione di agire su una situazione di forte degrado fu presa sul finire degli [[Anni 1980|anni ottanta]], sostenuta e ventilata dalla popolazione che denunciava le gravi condizioni delle Velevele. La prima a cadere fu la Velavela F, demolita con le ruspe nell'agosto 1998, dopo un primo tentativo con esplosivi fallito nel dicembre 1997 (ne cadde solo una parte, lasciando i piani più alti praticamente intatti e in bilico sulle macerie sottostanti). La seconda fu la Velavela G, la cui demolizione tramite esplosivi fu eseguita con successo nel febbraio 2000<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/02/23/scampia-ore-16-salta-la-vela-quartiere.html|titolo=Scampia, ore 16 salta la Vela G quartiere in festa|editore=Repubblica.it|data=23 febbraio 2000}}</ref> sotto la direzione dell'esplosivista [[Danilo Coppe]]. Allo stesso modo, la Velavela H, inizialmente esclusa dalle demolizioni in quanto da riqualificare e rifunzionalizzare, venne invece anch'essa abbattuta nell'aprile 2003.<ref>{{cita web|http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/04/30/ore-15-addio-alla-vela.html|titolo=Ore 15, addio alla Vela H|editore=Repubblica.it|data=30 aprile 2003}}</ref> I primi due interventi furono promossi dalla giunta comunale guidata dal sindaco [[Antonio Bassolino]], il terzo da quella presieduta da [[Rosa Russo Iervolino]].
 
Il 29 agosto 2016 una delibera comunale ha previsto l'abbattimento di tre vele e la riqualificazione della quarta, la vela azzurraCeleste. Il Comune ha inviato il progetto al governo per ottenerne l'approvazione per lo stanziamento di diciotto milioni di euro, fondi necessari per procedere con l'intervento.<ref>{{cita web|http://napoli.repubblica.it/cronaca/2016/08/29/news/napoli_diciotto_milioni_di_euro_per_abbattere_le_tre_vele_di_scampia-146846152|titolo=Napoli, diciotto milioni di euro per abbattere tre Vele di Scampia|editore=Repubblica.it|data=29 agosto 2016}}</ref> Il 3 marzo 2017 è stata ufficializzata dal sindaco [[Luigi de Magistris]] l'approvazione dello stanziamento dei finanziamenti necessari per la demolizione di tre delle quattro vele rimanenti. Nel 2019 Il Comune ha lanciato il nuovo step di ''[[Restart Scampia]]'', il progetto finanziato con 27 milioni di euro che prevede l'abbattimento di tre vele e la riqualificazione del quartiere, ristrutturando la vela celeste, che ospiterà gli uffici della Città Metropolitana.
 
Il 20 febbraio 2020 è iniziata l'opera di demolizione della ''vela verde'', conclusasi nel luglio dello stesso anno.<ref>{{cita news|autore=[[ANSA]]|titolo=A Scampia al via la demolizione delle Vele 'Gomorra'|url=http://www.ansa.it/campania/notizie/2020/02/20/a-scampia-al-via-la-demolizione-delle-vele-gomorra_c5909439-fbad-41cf-89c2-9cd237b22116.html|titolo=A Scampia al via la demolizione delle Vele 'Gomorra'|pubblicazione=[[ANSA]]|data=20 febbraio 2020}}</ref>
Il 29 agosto 2016 una delibera comunale ha previsto l'abbattimento di tre vele e la riqualificazione della quarta, la vela azzurra. Il Comune ha inviato il progetto al governo per ottenerne l'approvazione per lo stanziamento di diciotto milioni di euro, fondi necessari per procedere con l'intervento.<ref>{{cita web|http://napoli.repubblica.it/cronaca/2016/08/29/news/napoli_diciotto_milioni_di_euro_per_abbattere_le_tre_vele_di_scampia-146846152|titolo=Napoli, diciotto milioni di euro per abbattere tre Vele di Scampia|editore=Repubblica.it}}</ref> Il 3 marzo 2017 è stata ufficializzata dal sindaco [[Luigi de Magistris]] l'approvazione dello stanziamento dei finanziamenti necessari per la demolizione di tre delle quattro vele rimanenti. Nel 2019 Il Comune ha lanciato il nuovo step di ''[[Restart Scampia]]'', il progetto finanziato con 27 milioni di euro che prevede l'abbattimento di tre vele e la riqualificazione del quartiere, ristrutturando la vela celeste, che ospiterà gli uffici della Città Metropolitana.
 
=== Crollo del ballatoio del 22 luglio 2024 ===
Il 20 febbraio 2020 è iniziata l'opera di demolizione della ''vela verde'', conclusasi nel luglio dello stesso anno.<ref>{{cita news|autore=[[ANSA]]|titolo=A Scampia al via la demolizione delle Vele 'Gomorra'|url=http://www.ansa.it/campania/notizie/2020/02/20/a-scampia-al-via-la-demolizione-delle-vele-gomorra_c5909439-fbad-41cf-89c2-9cd237b22116.html}}</ref>
{{In corso}}
Il 22 luglio 2024, intorno alle 22:30, un ballatoio esterno al terzo piano della vela Celeste è crollato, causando la morte di tre persone, il ferimento di altre undici e 800 persone sfollate.<ref>{{cita news|url=https://www.ansa.it/campania/notizie/2024/07/23/crolla-il-ballatoio-della-vela-celeste-a-scampia-due-morti-e-12-feriti_45bb5018-9f1e-4947-a8c2-3059f155fa96.html|titolo=Crolla il ballatoio della Vela celeste a Scampia, due morti e 12 feriti
|pubblicazione=[[ANSA]]|data=23 luglio 2024}}</ref>
Il fatto ha suscitato l'attenzione delle autorità e della popolazione, con la [[Presidente del consiglio dei ministri|Presidente del Consiglio]] italiano [[Giorgia Meloni]] che ha espresso il suo cordoglio sui social media.<ref>{{cita tweet |utente=GiorgiaMeloni |autore=Giorgia Meloni |numero=1815661180557365452 |data=23 luglio 2024 |lingua=it |accesso=24 luglio 2024}}</ref> [[Roberto Saviano]], scrittore e attivista, ha criticato duramente le istituzioni per la gestione della situazione a Scampia e per l'attenzione insufficiente riservata alle problematiche del quartiere.<ref>{{cita news|url=https://www.corriere.it/cronache/24_luglio_23/saviano-cosa-avete-fatto-per-scampia-mentre-si-accendevano-riflettori-gomorra-531c2495-a393-48b9-9bdc-c8a8d1679xlk.shtml|titolo=Che cosa avete fatto per Scampia mentre si accendevano i riflettori di Gomorra?|pubblicazione=[[Corriere della sera]]|data=23 luglio 2024}}</ref>
 
== Influenza culturale ==
=== Cinema ===
Il film ''[[Le occasioni di Rosa]]'' di [[Salvatore Piscicelli]] del 1981 fu il primo a essere ambientato presso le Velevele che in quel momento si mostravano ancora integre, seguirà poi ''[[Diario napoletano]]'' di [[Francesco Rosi]] nel 1992.
 
Il film ''[[Gomorra (film)|Gomorra]]'' di [[Matteo Garrone]] è stato in parte girato presso le Velevele, mostrandone sia gli esterni sia gli interni delle abitazioni e dei corridoi tra i vari pianerottoli, allo scopo di consegnare al pubblico la visione di uno spaccato sociale spesso sconosciuto e ignorato. Gli edifici compaiono spesso anche in ''[[Gomorra - La serie]]''. Alcune scene del film ''[[Ammore e malavita]]'' (2017) dei [[Manetti Bros.]] sono state girate alle Velevele.
 
=== Saggi ===
Le vele di Scampia sono citate in numerosi libri, tra i quali alcune opere saggistiche di [[Antonio Bassolino]],<ref name="teduccio" /> [[Giorgio Bocca]], <ref name="ASfdasd">{{Cita|Bocca|p. 20|patierno}}.</ref> [[Davide Cerullo]] <ref>{{Cita libro|cognome=Cerullo, Davide, 1974-|titolo=Visages de Scampia : les justes de Gomorra|url=http://worldcat.org/oclc/1039525547|accesso=2020-01-24|data=2018|editore=Éditions Gallimard|OCLC=1039525547|ISBN=978-2-07-278156-8}}</ref><ref>{{Cita libro|cognome=Cerullo, |nome=Davide.|titolo=Diario di un "buono a nulla" : Scampia, dove la parola diventa riscatto|url=http://worldcat.org/oclc/1045991779|accesso=2020-01-24|data=2016|editore=Società Editrice Fiorentina|OCLC=1045991779|ISBN=978-88-6032-390-3}}</ref> e [[Roberto Saviano]] .<ref>{{Cita libro|nome=Gerhard|cognome=Wild|titolo=Saviano, Roberto|url=http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-05728-0_17866-1|accesso=2023-08-02|data=2020-11-22|editore=J.B. Metzler|pp=1–1|ISBN=978-3-476-05728-0}}</ref> .
 
== Note ==