Basilio Lecapeno: differenze tra le versioni

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{{Bio
'''Basilio Parakimomènia''' fu un principe bizantino, [[eunuco]], era figlio leggittimo di [[Romano I Lecapeno]], e fu tutore dell'[[imperatore bizantino]] [[Basilio II di Bisanzio]].
|Nome = Basilio
|Cognome = Lecapeno
|PostCognomeVirgola = noto anche come '''Basilio il Parakoimomenos''' o '''Basilio il Bastardo'''<ref>{{Cita|Ringrose|p. 92}}.</ref>
|PreData = in [[lingua greca|greco]] rispettivamente: Βασίλειος Λεκαπηνός; Βασίλειος ό Παρακοιμώμενος; Βασίλειος ό Νόθος
|Sesso = M
|LuogoNascita = Costantinopoli
|AnnoNascita = [[925]] ca.
|LuogoMorte = Isole dei Principi
|AnnoMorte = 985
|Attività = funzionario
|Attività2 = generale
|Attività3 = mecenate
|Epoca = X
|Nazionalità = bizantino
|FineIncipit = fu un figlio illegittimo dell'[[imperatore bizantino]] [[Romano I Lecapeno]]. [[Eunuco]] sin dall'infanzia, ricoprì a lungo l'incarico di ''[[parakoimomenos]]'' e fu il principale amministratore dell'[[Impero bizantino]] per la quasi totalità del periodo compreso tra il 947 e il 985, sotto gli imperatori [[Costantino VII Porfirogenito]] (suo cognato), [[Niceforo II Foca]], [[Giovanni I Zimisce]] e [[Basilio II Bulgaroctono]] (suo pronipote)
}}
 
==Biografia==
Nel [[945]] Basilio Parakimomènia fu nominato da [[Costantino VII di Bisanzio]], capo del [[senato bizantino]]. Egli durante i regni di [[Niceforo II Foca]] e [[Giovanni I Zimisce]], scalò i ranghi delle alte cariche d'ufficio bizantine, potenzindo così la sua posizione politica, fino a controllare l'amministrazione fiscale dell'impero bizantino, e fu anche nominato [[generale bizantino]]. Nel [[976]] quando Basilio II solo diciottenne salì al trono dei [[basileis]], Basilio Parakimomènia fu nominato suo tutore, e in questo periodo accrebbe molto il suo potere, ma nel [[988]] Basilio II lo destituì, e iniziò così un suo governo assolutista.
 
=== Origini e carriera sotto Costantino VII ===
{{Portale|Bisanzio}}
[[File:Romanus_I_with_Constantine_VII,_solidus.jpg|destra|miniatura|250x250px|[[Solido (moneta)|Solido]] d'oro rappresentante [[Romano I Lecapeno]] e [[Costantino VII Porfirogenito]], rispettivamente padre e cognato di Basilio]]
Basilio era figlio illegittimo dell'imperatore Romano I (sul trono dal 920 al 944) e di una sua concubina.<ref name=":0">{{Cita|ODB|"Basil the Nothos" (A. Kazhdan, A. Cutler), p. 270}}.</ref><ref name=":1">{{Cita|PmbZ|[https://www.degruyter.com/database/PMBZ/entry/PMBZ23078/html Basileios Lakapenos (#20925)]}}.</ref> Alcune fonti riportano che sua madre fosse una schiava di origine "[[sciti]]ca" (probabilmente da intendersi "[[Slavi|slava]]"),<ref name=":0" /> ma secondo Kathryn Ringrose "si tratterebbe solo di un ''topos'' peggiorativo".<ref name=":2">{{Cita|Ringrose|p. 130}}.</ref> La sua esatta data di nascita non è nota;<ref name=":1" /> l'[[Oxford Dictionary of Byzantium]] suggerisce sia nato attorno al 925,<ref name=":0" /> mentre l'accademico olandese W. G. Brokaar indica un periodo compreso tra il 910 e il 915.<ref>{{Cita|Brokaar|p. 200}}.</ref> Cronisti bizantini più tardi come [[Giovanni Scilitze]], [[Giovanni Zonara]] e [[Giorgio Cedreno]] affermano che Basilio fu castrato in età adulta, a seguito della deposizione di suo padre nel 944; [[Michele Psello]], tuttavia, asserisce invece che Basilio fu castrato per ragione politiche durante la sua infanzia, posizione sostenuta da storici moderni come Brokaar e Ringrose, dato che la castrazione in età adulta era una procedura rischiosa che veniva eseguita estremamente di rado.<ref name=":1" /><ref>{{Cita|Brokaar|pp. 201-203}}.</ref><ref>{{Cita|Ringrose|pp. 62, 130, 243 (nota 3)}}.</ref>
 
Il suo ruolo durante il regno del padre non è noto. Appare per la prima volta come [[Protovestiario|''protovestiarios'']] (ciambellano) di [[Costantino VII Porfirogenito|Costantino VII]], legittimo imperatore della [[dinastia macedone]], ma non è chiaro se sia stato già il padre Romano Lecapeno ad assegnargli la posizione o se sia stato invece Costantino dopo la deposizione di Romano. Il contemporaneo [[Teofane Continuato]] racconta che Basilio fosse un fedele e devoto servitore di Costantino VII e che avesse uno stretto rapporto con la moglie dell'imperatore, nonché sua sorellastra, [[Elena Lecapena]].<ref name=":1" /><ref name=":2" /> Dopo la deposizione di Romano Lecapeno nel dicembre 944, Basilio supportò Costantino VII contro i suoi stessi fratellastri [[Stefano Lecapeno|Stefano]] e [[Costantino Lecapeno]], venendo ricompensato con diversi titoli e cariche: nei suoi sigilli e nelle inscrizioni dedicatorie viene chiamato ''basilikos'', ''[[patrikios]]'', ''paradynasteuon'' ''tes Syncletou'' (ossia "paradynasteuon del [[Senato bizantino|Senato]]", probabilmente una combinazione del titolo di ''[[paradynasteuon]]'' con quello di ''protos'' ''tes Syncletou'', ossia "primo del Senato", titolo analogo a quello dell'antico ''[[princeps senatus]]''), nonché ''megas [[baioulos]]'' (gran [[precettore]]) del figlio ed erede di Costantino, il futuro [[Romano II]]. Tra il 947 e il 948 fu ulteriormente promosso da ''protovestiarios'' a ''[[parakoimomenos]]'' (gran ciambellano), per rimpiazzare il defunto [[Teofane (parakoimomenos)|Teofane]].<ref name=":0" /><ref name=":1" />
[[Categoria:Generali bizantini]]
 
Nel 958, guidò verso est le truppe inviate come rinforzo al generale (e futuro imperatore) [[Giovanni I Zimisce]] nella sua campagna contro gli arabi: i bizantini attaccarono [[Samosata]] e inflissero una [[Battaglia di Raban|pesante sconfitta]] all'[[Emirato di Aleppo|emiro di Aleppo]], [[Sayf al-Dawla]]. Dopo questa vittoria, a Basilio fu concesso di celebrare un [[trionfo]] nell'[[ippodromo di Costantinopoli]], dove i numerosi prigionieri, tra cui anche alcuni parenti dell'emiro [[Hamdanidi|Hamdanide]], furono fatti sfilare davanti al popolo della capitale bizantina.<ref name=":1" /><ref>{{Cita|Treadgold|p. 493}}.</ref>
 
Basilio fu un oppositore del patriarca [[Polieucte di Costantinopoli]] e cercò in più occasioni, anche con un certo successo, di mettergli contro l'imperatore stesso. Questo astio era probabilmente legato a delle pubbliche condanne pronunciate dal [[Patriarcato ecumenico di Costantinopoli|patriarca ecumenico]] per denunciare l'avidità dei [[Lecapeni]] e dei loro parenti.
 
Il ''parakoimomenos'' fu al fianco di Costantino VII durante i suoi ultimi giorni e fu lui stesso ad avvolgerne il corpo nel [[sudario]] funebre dopo la morte.<ref name=":1" />
 
=== Carriera sotto Romano II ===
Al momento della sua ascesa al trono nel 959, Romano II congedò Basilio per sostituirlo con un suo protetto, [[Giuseppe Bringa]], che assunse le cariche di ''paradynasteuon'', ''protos'' e ''parakoimomenos'', precedentemente appartenute al Lecapeno. Ciò generò un'aspra rivalità e persino odio tra i due uomini, e mentre Bringa diventava de facto signore dell'Impero, Basilio rimase ai margini della vita politica per tutta la durata del regno di Romano.<ref name=":0" /><ref name=":1" />
 
=== Carriera sotto Niceforo II Foca ===
[[File:Entrance_of_the_emperor_Nikephoros_Phocas_(963-969)_into_Constantinople_in_963_from_the_Chronicle_of_John_Skylitzes.jpg|miniatura|250x250px|Ingresso di Niceforo Foca a Costantinopoli come imperatore nel 963, illustrazione dallo ''[[Scilitze di Madrid]]'']]
Quando Romano II morì improvvisamente nel 963, mentre i suoi figli [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio]] e [[Costantino VIII|Costantino]] erano ancora minorenni, ebbe inizio una lotta per la successione. Basilio si schierò dalla parte dell'eminente generale [[Niceforo II Foca|Niceforo Foca]] contro Giuseppe Bringa: d'accordo col generale, armò i suoi numerosi servitori (circa 3000 secondo le fonti) e insieme a una folla di cittadini costantinopolitani attaccò Bringa e i suoi sostenitori riuscendo a prendere il controllo della città e dei suoi porti. Bringa si rifugiò presso [[Santa Sofia (Istanbul)|Santa Sofia]], mentre Basilio fece salpare il [[dromone]] imperiale e altre navi alla volta di [[Crisopoli]], dove Foca attendeva con il suo esercito. Foca entrò così a Costantinopoli dove fu incoronato imperatore in quanto tutore dei giovani figli di Romano II, mentre Giuseppe Bringa fu mandato in esilio.<ref name=":1" /><ref>{{Cita|Treadgold|pp. 498-499}}.</ref> Come premio per il suo ruolo nell'elevazione imperiale di Foca, Basilio riottenne la sua vecchia posizione di ''parakoimomenos'' e ricevette in aggiunta la nuova alta carica di [[Proedro (impero bizantino)|''proedros'']] (per intero: ''proedros tes Synkletou'', ossia "presidente del Senato"). L'elevazione a questa carica prevedeva una speciale cerimonia, inclusa nel ''[[De ceremoniis]]'', forse tramite un'aggiunta operata da Basilio stesso.<ref name=":1" />
 
Non è chiaro quale ruolo Basilio abbia giocato sotto Foca. Dal resoconto di [[Liutprando di Cremona]] della sua visita a Costantinopoli, tuttavia, appare evidente che, nonostante il Lecapeno fosse tra i maggiori dignitari della corte bizantina, il secondo in comando del regime fosse indubbiamente il fratello minore di Niceforo, il [[Curopalate|''kouropalates'']] e ''[[logothetes tou dromou]]'' [[Leone II Foca]].<ref name=":1" /> Sebbene Basilio avesse evitato di prendere direttamente parte all'assassinio di Foca da parte di Giovanni Zimisce nel dicembre 969 dandosi per malato (e poi ammalandosi effettivamente), egli era perfettamente a conoscenza del complotto e diede il suo pieno appoggio all'ascesa al trono di Zimisce inviando i propri agenti in giro per la città per dissuadere il popolo dal fomentare disordini o dal darsi al saccheggio. Secondo lo storico contemporaneo [[Leone il Diacono]], Basilio supportò Zimisce in quanto suo amico stretto, ma è anche possibile che il Lecapeno abbia dato il suo appoggio al [[colpo di Stato]] per salvaguardare la posizione e i diritti dei suoi nipoti Basilio e Costantino, dato che una prosecuzione del regime di Niceforo avrebbe quasi certamente portato Leone Foca a succedere al fratello e a stabilire una propria dinastia.<ref name=":1" />
 
=== Carriera sotto Giovanni I Zimisce ===
Basilio aiutò il nuovo imperatore a disfarsi dei sostenitori e dei parenti di Niceforo. Contribuì inoltre all'allontanamento della vedova di Romano II e Niceforo, [[Teofano (X secolo)|Teofano]], e consigliò a Zimisce di consolidare la propria posizione sposando [[Teodora (figlia di Costantino VII)|Teodora]], una figlia di Costantino VII.<ref name=":2" /> Sotto Giovanni, Basilio tornò a giocare un ruolo di primo piano nel governo dello stato, soprattutto nell'amministrazione fiscale, mentre l'imperatore preferiva dedicarsi alla gestione della politica estera e delle proprie campagne militari.<ref name=":1" /> Anche Basilio prese parte in prima persona alla [[Invasione di Svjatoslav della Bulgaria|grande campagna]] in [[Primo Impero bulgaro|Bulgaria]] contro la [[Rus' di Kiev]] nel 971, durante la quale fu messo a capo delle [[Riserva militare|riserve]], della [[salmeria]] e della [[Logistica militare|logistica]], mentre Zimisce marciava in testa con le sue truppe scelte.<ref name=":1" /><ref>{{Cita|Ringrose|p. 136}}.</ref>
 
Durante questo periodo, Basilio accumulò un enorme patrimonio, comprendente anche interi insediamenti nelle porzioni di [[Anatolia]] sudoccidentale recentemente conquistate. Leone il Diacono menziona le località di Longias e Drize, mentre Giovanni Scilitze racconta possedesse l'intera regione compresa tra [[Anazarbo]] e [[Padiando]]. Stando alle fonti, queste ricchezze furono la causa della rottura tra Basilio e Zimisce; durante il suo viaggio di ritorno dalla campagna in [[Siria (regione storica)|Siria]] nel 974, l'imperatore avrebbe visto quanto vasti fossero i possedimenti del Lecapeno e avrebbe deciso di prendere provvedimenti. Venuto a conoscenza di ciò, Basilio avrebbe quindi ordito l'avvelenamento di Zimisce, sebbene le fonti differiscano su come e dove ciò sarebbe avvenuto.<ref name=":1" /><ref name=":2" /> Questo resoconto è però visto con scetticismo dagli storici moderni; come scrive Kathyryn Ringrose "gli uomini dell'epoca credevano che gli eunuchi, così come le donne, affrontassero di rado gli uomini in modo onorevole e preferissero invece ricorrere al veleno e ad altri disdicevoli sotterfugi", mentre l'[[Oxford Dictionary of Byzantium]] parla di semplici "dicerie su un avvelenamento [di Zimisce] da parte di Basilio il Bastardo". L'unica cosa certa è che Zimisce si ammalò durante la sua campagna e che morì a Costantinopoli poco dopo il proprio ritorno.<ref name=":2" /><ref>{{Cita|ODB|"John I Tzimiskes" (A. Kazhdan, A. Cutler), p. 1045}}.</ref>
 
=== Carriera sotto Basilio II e morte ===
Basilio continuò a rivestire i suoi incarichi amministrativi anche nei primi anni di regno di Basilio II, finché nel 985 (o forse nel 986) il giovane imperatore, deciso a governare in prima persona dopo essere stato sottoposto per quasi trent'anni a reggenti e tutori, non lo accusò di simpatizzare con il ribelle [[Barda Foca il Giovane]] e lo rimosse da ogni incarico. Quando il Lecapeno rifiutò di accettare la propria deposizione, l'imperatore lo mandò in esilio nelle [[Isole dei Principi]]. Tutte le sue terre e i suoi possedimenti furono inoltre confiscati e tutte le leggi emanate sotto la sua amministrazione furono dichiarate nulle. Basilio Lecapeno morì poco tempo dopo nel suo luogo d'esilio.
 
== Mecenatismo ==
[[File:Intérieur_de_Limbourg.jpg|destra|miniatura|La [[Stauroteca di Limburgo]], opera commissionata da Basilio Lecapeno]]
La sua enorme ricchezza permise a Basilio di diventare, secondo l'Oxford Dictionary of Byzantium, "uno dei più prodighi mecenati bizantini". Molte delle opere d'arte da lui commissionate sopravvivono tutt'oggi, tra cui un reliquiario per la testa di [[Simeone Stilita il Vecchio|San Simeone Stilita]] conservato presso il [[monastero di Camaldoli]], una [[patena]] in [[diaspro]] e un [[Calice (liturgia)|calice]] oggi presso la [[Basilica di San Marco]] a [[Venezia]], nonché la famosa [[Stauroteca di Limburgo|stauroteca]] [[Smalto|smaltata]] conservata presso il [[Duomo di Limburgo]] in [[Germania]].<ref name=":0" /><ref>{{Cita|Laurent|pp. 195-196}}.</ref>
 
Un altro reliquiario, oggi perduto, contenente la testa di [[Stefano protomartire|Santo Stefano Protomartire]] era conservato nel monastero [[Ordine francescano|francescano]] di [[Candia]] e fu descritto nel 1628 dal missionario [[Alessandro Basilopulo]].<ref>{{Cita|Laurent|p. 194}}.</ref> Secondo [[Vitalien Laurent]], questi oggetti condividono caratteristiche simili nelle loro ricche e pregevoli decorazioni, così come nelle alquanto lunghe iscrizioni dedicatorie che li accompagnano. Queste opere erano probabilmente tutte destinate al monastero di San Basilio a Costantinopoli, il cui tesoro fu in seguito saccheggiato da Basilio II.<ref>{{Cita|Laurent|p. 196}}.</ref>
 
Ci sono giunti anche tre manoscritti commissionati dal Lecapeno, tutti redatti su [[pergamena]] di ottima qualità: una collezione di [[Manuali militari bizantini|''Tactica'']], compreso un trattato autografo sul combattimento navale, oggi presso la [[Biblioteca Ambrosiana]] di [[Milano]]; le [[Omelia|omelie]] di [[Giovanni Crisostomo]], oggi presso il [[Monastero di Dionysiou]] di [[Stato Monastico Autonomo del Monte Athos|Monte Athos]], in [[Grecia]]; un [[vangelo]] con [[epistole paoline]], con in [[prefazione]] un elegante [[epigramma]] dedicato allo stesso Basilio, oggi conservato a [[San Pietroburgo]].<ref name=":0" /> È possibile che Basilio sia stato anche il committente del [[Rotulo di Giosué]], un [[manoscritto miniato]] riportante la prima parte del [[libro di Giosuè]].<ref>{{Cita libro|autore=Steven H. Wander|titolo=The Joshua Roll|anno=2012|editore=Dr. Ludwig Reichert Verlag|città=Wiesbaden|lingua=en|ISBN=978-3-89500-854-2}}</ref>
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
 
* {{Cita pubblicazione|autore=W. G. Brokaar|anno=1972|titolo=Basil Lecapenus|rivista=Studia bizantina et neohellenica Neerlandica|volume=3|pp=199-234|lingua=ne|cid=Brokaar}}
* {{Cita libro|autore=Catherine Holmes|titolo=Basil II and the Governance of Empire (976–1025)|url=https://archive.org/details/basiliigovernanc0000holm|anno=2005|editore=[[Oxford University Press]]|città=Oxford|lingua=en|ISBN=978-0-19-927968-5}}
* {{Cita libro|autore=Aleksandr Každan|wkautore=Aleksandr Petrovič Každan|titolo=[[Oxford Dictionary of Byzantium]]|anno=1991|editore=[[Oxford University Press]]|città=New York e Oxford|lingua=en|cid=ODB|ISBN=978-0-19-504652-6}}
* {{Cita pubblicazione|autore=V. Laurent|anno=1953|titolo=Ὁ μέγας βαΐουλος. À l'occasion du parakimomène Basile Lékapène|rivista=Επετηρίς Εταιρείας Βυζαντινών Σπουδών|volume=23|pp=193-205|lingua=fr|url=https://ir.lib.uth.gr/xmlui/bitstream/handle/11615/16013/article.pdf?sequence=1&isAllowed=y|cid=Laurent}}
* {{Cita libro|autore=[[Ralph-Johannes Lilie]], Claudia Ludwig, Thomas Pratsch, Beate Zielke|titolo=[[Prosopography of the Byzantine World|Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit]]|data=30 aprile 2013|editore=Walter de Gruyter|città=Berlino e Boston|lingua=de|cid=PmbZ|DOI=10.1515/pmbz}}
* {{Cita libro|autore=Kathryn M. Ringrose|titolo=The Perfect Servant: Eunuchs and the Social Construction of Gender in Byzantium|anno=2003|editore=University of Chicago Press|città=Chicago e Londra|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=tlvMHa6qKloC&redir_esc=y|cid=Ringrose|ISBN=978-0-226-72015-9}}
* {{Cita libro|autore=Warren Treadgold|wkautore=Warren Treadgold|titolo=A History of the Byzantine State and Society|url=https://books.google.it/books?id=nYbnr5XVbzUC&redir_esc=y|anno=1997|editore=Stanford University Press|città=Stanford, California|lingua=en|ISBN=0-8047-2630-2}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Vassiliki Vlysidou|anno=2005|titolo=Η πολιτική του Βασιλείου Λακαπηνού έναντι της Δύσης|rivista=Byzantine Symmeikta|numero=17|pp=111-129|lingua=el}} {{ISSN|1105-1639}}.
 
== Voci correlate ==
 
* [[Foca (famiglia)]]
* [[Impero bizantino durante la dinastia macedone]]
* [[Lecapeni]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Portale|biografie|Bisanzio}}
[[Categoria:Morti nelle isole dei Principi]]
[[Categoria:GeneraliDinastia bizantinimacedone]]
[[Categoria:Lecapeni|Basilio]]
[[Categoria:Eunuchi]]