Giorgio Pini: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
=== Il ventennio fascista ===
Iscritto alla Facoltàfacoltà di legge dell'[[Università di Bologna]], partecipò alla [[Primaprima guerra mondiale]] (fu uno dei "[[Ragazzi del '99]]"). Nel [[1920]] si iscrisse ai [[Fasci di combattimento]]. Il 21 novembre di quell'anno, partecipò agli scontri che culminarono con la [[strage di Palazzo d'Accursio]]<ref>Nazario Sauro Onofri, ''La strage di Palazzo d'Accursio. Origine e nascita del fascismo bolognese'', Milano, Feltrinelli, 1980.</ref>.
 
[[Laurea]]to in [[giurisprudenzaGiurisprudenza]], iniziò la carriera giornalistica nell'organo della Federazione Fascista di Bologna (''[[L'Assalto (periodico)|L'Assalto]]'') prima come redattore e poi come direttore. Fedelissimo di [[Benito Mussolini|Mussolini]], sin dal [[1925]] fu invitato a collaborare a ''[[Il Popolo d'Italia]]'', quotidiano fondato dallo stesso capo del [[fascismo]]. Nell'ottobre [[1926]] Pini fu nominato [[caporedattore]] de ''[[Il Resto del Carlino]]'', il principale quotidiano di [[Bologna]], per poi assumerne la direzione dal [[1928]] al [[1930]]<ref>Solo dopo l'assunzione della direzione del Carlino Pini lasciò L'Assalto.</ref>. Inviso ai molti gerarchi bolognesi per la sua rapida ascesa, dopo soli due anni fu estromesso dal Carlino (3 marzo 1930)<ref name="Fornasini">{{cita web|url=http://www.montesole.eu/cms/eventim/2-non-categorizzato/232-don-fornasini-pini.html|titolo=Giorgio Pini, direttore del Resto del Carlino l'11 Ottobre 1944|accesso=8 ottobre 2016}}</ref>. Mussolini allora dispose il suo trasferimento a [[Genova]], dove Pini fu direttore di due quotidiani genovesi: il «[[Giornale di Genova]]» e il «[[Corriere Mercantile]]» (il primo usciva di mattina, il secondo nel pomeriggio)<ref>{{cita web|url=http://www.atuttadestra.net/index.php/archives/186999|titolo=30 Marzo 1987 – In ricordo di Giorgio Pini|accesso=9 marzo 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402091931/http://www.atuttadestra.net/index.php/archives/186999|dataarchivio=2 aprile 2015|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Nel settembre [[1936]] fu chiamato alla direzione del «[[Il Gazzettino|Gazzettino di Venezia]]», posizione che lasciò dopo appena tre mesi perché Mussolini in persona lo volle a Milano alla guida della redazione del «[[Il Popolo d'Italia|Popolo d’Italia]]» (dicembre 1936). Negli anni successivi Pini riuscì a potenziare la tiratura quasi triplicandola<ref>{{cita web|url=http://web.tiscali.it/RSI_ANALISI/pini.htm|titolo=Giorgio Pini|accesso=9 marzo 2015}}</ref>. Il giornalista bolognese ebbe il vantaggio di tenere contatti quotidiani con il capo del governo, che era solito telefonargli ogni sera. Mussolini riservò questo privilegio al solo Pini tra i giornalisti italiani<ref name="Malfitano">Alberto Malfitano, [http://www.reteparri.it/wp-content/uploads/ic/RAV0053532_1995_198-201_14.pdf ''Giornalismo fascista. Giorgio Pini alla guida del «Popolo d'Italia»''].</ref>. Lavorò al ''Popolo d'Italia'' fino al 25 luglio [[1943]] (tranne sei mesi nel 1941, durante i quali fece l'inviato di guerra in [[Libia]])<ref name="Malfitano"/>, quando il giornale cessò le pubblicazioni.
 
=== Nella Repubblica Sociale ===
Fedelissimo del [[Duce]], Pini aderì alla [[Repubblica Sociale Italiana]] e diresse nuovamente ''Il Resto del Carlino'', di cui fu anche redattore capo e responsabile amministrativo. Con la sua direzione il quotidiano assunse una connotazione moderata, mettendo soprattutto in evidenza i contenuti sociali del [[Manifesto di Verona]] ([[Socializzazione dell'economia]]). A mano a mano che gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] conquistavano posizioni risalendo la [[Penisola italiana|penisola]], il giornale si concentrò su quanto avveniva lontano dall'Italia, sul [[Fronte orientale (1941-1945)|fronte europeo orientale]].
 
Nell'ottobre [[1944]] Mussolini gli diede l'incarico di [[Sottosegretariosottosegretario]] al [[Ministero dell'interno|Ministero dell'Interno]] nel [[governo della Repubblica Sociale Italiana|governo repubblicano]], da lui voluto per il cambiamento dei vertici del partito: in questa veste, Pini fu assiduo sostenitore della rimozione da ministro di [[Guido Buffarini Guidi]]. Conclusosi il [[seconda guerra mondiale|secondo conflitto mondiale]] fu preso prigioniero e custodito per breve tempo nel carcere di Bologna. Il 22 maggio 1945 Giovanni, il figlio sedicenne che si era recato presso il carcere in visita, scomparve<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1994/dicembre/30/Salo_socialismo_ponte_per_salvarsi_co_0_94123013935.shtml da Salo' al socialismo un " ponte " per salvarsi<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> al ritorno presso [[Castiglione delle Stiviere]]<ref>Repubblica Sociale, a cura dell'Istituto Storico della RSI, Edizioni Ritter, pag. 311.</ref>, assassinato da un gruppo di partigiani.
 
=== Il secondo dopoguerra ===
Nel gennaio [[1946]] Giorgio Pini fu condannato a sei anni e otto mesi di reclusione per i suoi trascorsi fascisti. Pur considerato dalla Corte di Cassazione «persona rivestita di elevate funzioni di direzione civile e politica», pochi mesi dopo (agosto 1946) Pini fu [[Amnistia Togliatti|amnistiato]] con la motivazione di non avere «posto in essere atti positivi di collaborazionismo col tedesco invasore»; i magistrati della Corte suprema, nel rimetterlo in libertà lo definirono un «galantuomo rimasto al di sopra dei grandi eventi dell'epoca, immune da collaborazionismo nonostante l'incarico di sottosegretario agli Interni della RSI»<ref>Pierluigi Allotti, ''Giornalisti di regime. La stampa italiana tra fascismo e antifascismo (1922-1948)'', Roma, Carocci, 2012, p. 205.</ref>.
 
Tornato libero grazie all'[[Amnistia Togliatti|amnistia]] alla fine di agosto, il 26 dicembre [[1946]] Pini fucontribuì uno deialla fondatorifondazione del [[Movimento Sociale Italiano]]. Fu uno dei principali esponenti della corrente di "sinistra nazionale" del [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|MSI]] e poi uno dei fondatori e animatori nel 1952 del [[Raggruppamento Sociale Repubblicano]] e dal 1957 del [[Partito Nazionale del Lavoro]].
 
Proseguì anche l'attività pubblicistica in modo piuttosto intenso: nel [[1950]] diede alle stampe ''Filo diretto con Palazzo Venezia'', [[diario]] in cui registrò tutti gli incontri avuti con Mussolini nel periodo in cui lavorava al ''Popolo''. E ''Itinerario tragico'', in cui narrò le complesse vicissitudini della Repubblica sociale italiana. DalNel [[1953]] iniziainiziò la sua collaborazione con la testata ''[[Pensiero Nazionale]]''; nel [[1955]], con [[Duilio Susmel]], scrisse il saggio ''Mussolini, l'Uomo e l'opera''.
 
Occorre infine citare i libri pubblicati dalla vedova del duce, [[Rachele Guidi|Rachele Mussolini]], di cui fu [[ghost writerGhostwriter|autore non accreditato]]<ref>Sergio Luzzatto, ''Il corpo del duce'', Torino, Einaudi, 1998.</ref>.
 
Morì a Bologna il 30 marzo 1987.
==Onorificenze ==
 
[[Medaglia d'Argento al Valor Militare]] nel 1917 <ref>https://www.storiaememoriadibologna.it/pini-giorgio-520037-persona</ref>.
== Opere ==
* ''Famiglia e matrimonio'', [[Milano]], [[Imperia]], 1923.
* {{Cita libro|cognome=|nome=|titolo=Le legioni bolognesi in armi|editore=Edizione de [[L'Assalto (periodico)|l'Assalto]]|città=Bologna|anno=1923}}
* {{Cita libro|cognome=|nome=|titolo=Benito Mussolini. La sua vita fino ad oggi, dalla strada al potere|editore=[[Cappelli (editore)|Cappelli]]|città=Bologna|anno=1926|url=https://archive.org/details/Mussolini_201806/page/n3}}
* ''[https://archive.org/details/StoriaDelFascismoGuerraRivoluzioneRegime Storia del fascismo. Guerra, rivoluzione, regime]'', con Federico Bresadola, Roma, Libreria del littorio, 1928; con Giulio Giacchero, Roma, [[Unione editoriale d'Italia]], 1938; 1940.
* ''La civiltà di Mussolini fra l'oriente e l'occidente'', Roma, [[Critica fascista]], 1930.
* ''Vita di Umberto Cagni'', Milano, [[Arnoldo Mondadori Editore|A. Mondadori]], 1937.
* {{Cita libro|cognome=|nome=|titolo=Itinerario tragico. 1943-1945|editore=[[Omnia]]|città=Milano|anno=1950}}, relativo al tormentato periodo della Repubblica sociale.
* {{Cita libro|cognome=|nome=|titolo=Filo diretto con Palazzo Venezia|editore=[[Cappelli (editore)|Cappelli]]|città=Rocca San Casciano|anno=1950}}
* ''Mussolini. L'uomo e l'opera'', con [[Duilio Susmel]], Firenze, [[La Fenice (rivista)|La Fenice]], 1953-1955.
:I, ''Dal Socialismo al Fascismo. 1883-1919'', Firenze, La Fenice, 1953.
:II, ''Dal Fascismo alla dittatura. 1919-1925'', Firenze, La Fenice, 1954.
:III, ''Dalla dittatura all'impero. 1925-1938'', Firenze, La Fenice, 1955.
:IV, ''Dall'Impero alla Repubblica. 1938-1941946'', Firenze, La Fenice, 1955.
 
== Note ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [https://forum.termometropolitico.it/98128-giorgio-pini-per-una-sinistra-nazionale.html Biografia di Giorgio Pini], termometropolitico.it
 
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}}
{{Box successione
|carica= Direttore dedel ''[[Il Gazzettino|Gazzettino]]''
|periodo= settembre-dicembre [[1936]]
|precedente = [[Ennio Talamini]]
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[[Categoria:Personalità dell'Italia fascista]]
[[Categoria:Politici del Movimento Sociale Italiano]]
[[Categoria:Direttori di periodici italiani]]
[[Categoria:Direttori di quotidiani italiani]]
[[Categoria:Studenti dell'Università di Bologna]]