Ardengo Soffici: differenze tra le versioni
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[[File:Artgate Fondazione Cariplo - Soffici Ardengo, Veduta serale del Poggio.jpg|thumb|upright=1.6|Ardengo Soffici, ''Veduta serale del Poggio'', 1952 ([[Fondazione Cariplo]]).]]
Nato da famiglia di agiati agricoltori, Egle Zoraide Turchini, proprietaria di una filanda di seta, e Giovanni Soffici, nella primavera del
=== Vocazione per l'arte ===
I suoi studi, indirizzati verso l'[[arte]] e solo marginalmente verso la [[letteratura]], furono presto interrotti ed egli dovette cercarsi un lavoro presso lo studio di un [[avvocato]] fiorentino. Risalgono a questo periodo i suoi contatti con un ristretto gruppo di giovani artisti che si muovevano intorno all'[[Accademia di belle arti di Firenze|Accademia delle Arti]] e alla Scuola del Nudo, dove erano maestri [[Giovanni Fattori]] e [[Telemaco Signorini]]<ref>Maurizia Tazartes, [http://www.ilgiornale.it/news/ritorno-casa-soffici-nella-factory-ardengo-dov-nato-900.html ''Ritorno a casa Soffici: nella factory di Ardengo dov'è nato il '900 italiano''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150222033740/http://www.ilgiornale.it/news/ritorno-casa-soffici-nella-factory-ardengo-dov-nato-900.html
=== Il soggiorno parigino ===
Era intanto morto il padre, e la madre si era trasferita presso alcuni parenti a [[Poggio a Caiano]]; così Soffici nel
Per quest'ultima e per ''L'Europe artiste'' scrive numerosi articoli. Importanti anche gli incontri con artisti e scrittori italiani, come [[Giovanni Vailati]], [[Emilio Notte]], [[Mario Calderoni]], [[Giovanni Papini]] e [[Giuseppe Prezzolini]], con il quale, nonostante la diversità di carattere, al ritorno in Italia stringerà una forte [[amicizia]].<ref>{{cita|Gri|p. 233}}.</ref> È in questo periodo che si formano le radici di Soffici scrittore. Egli infatti inizia a scrivere articoli di critica d'arte, che invia al Papini. Gli articoli saranno pubblicati sul ''[[Leonardo (rivista)|Leonardo]]'' con lo pseudonimo di ''Stefan Cloud'' ("nuvola di corone", ma forse solo "Stefano Nuvola").
=== Il ritorno in Italia ===
Rientrato a Firenze nel
[[File:Soffiic36.jpg|thumb|left|upright=1.3|Ardengo Soffici nel suo studio nel 1928]]
Contemporaneamente inizia la collaborazione
Intanto, grazie alla guida di Papini e Prezzolini e alla parte attiva che egli prende nelle discussioni e nelle polemiche tra [[idealismo|idealisti]], [[materialismo|materialisti]], [[spiritualismo|spiritualisti]], [[romanticismo|romantici]], [[Classicismo (letteratura)|classicisti]] e [[modernismo (letteratura)|modernisti]] dell'arte, si allarga il suo orizzonte culturale. Nel
=== Lo scontro con i futuristi ===
Rientrato in Italia nel
La riconciliazione con i futuristi avverrà più tardi, grazie alla mediazione dell'amico [[Aldo Palazzeschi]]<ref>''Aldo Palazzeschi'', a cura di [[Giacinto Spagnoletti]], Longanesi & C., Milano 1971, p. 164-165.</ref><ref>[[Valentino Brosio]], ''Ritratto segreto di Aldo Palazzeschi'', Daniela Piazza Editore, Torino 1985, p. 92.</ref>, seguita dalla sua adesione al movimento.
=== Gli anni di "Lacerba" ===
[[File:Lacerba Magazine 1913.jpg|thumb|Il primo numero della rivista ''[[Lacerba]]'' cofondata da Soffici, 1º gennaio 1913
{{Citazione|...centro d'attrazione di quanti erano spiriti indipendenti, ardenti, appassionati di pura bellezza e di verità ardite spietate, di enunciazioni magari scandalose (...) di energia giovanile che ci spinge al combattimento ideale, un bisogno di aria nuova, un'allegra volontà di spoltrire il mondo circostante, di spalancar le frontiere dell'intelligenza e dell'arte per un principio di nuova umana universalità.|Stralcio del programma di Lacerba}}
Con il passare del tempo l'insofferenza di Soffici e di Papini per Prezzolini si acutizza, a causa dell'impostazione positivista con la quale quest'ultimo dirige ''[[La Voce (rivista)|La Voce]]''. La rivista pubblicava infatti dei ''Quaderni'' aperti a ogni tendenza e ai più disparati argomenti, a somiglianza dei ''Cahiers de la Quinzaine'', pubblicati a Parigi a cura di [[Charles Péguy]]; ma Prezzolini era ancorato a una formula "scientifica", mentre [[Giovanni Papini|Papini]] e Soffici erano maggiormente aperti verso la letteratura e la poesia.
Il 1º gennaio 1913 Soffici, insieme con Papini, fonda la rivista ''[[Lacerba]]'', che diventa l'organo ufficiale del [[futurismo]]. Il 21 febbraio 1913 partecipa alla storica "serata" futurista del teatro Costanzi, a Roma. Nello stesso anno promuove la prima mostra futurista a Firenze e la tumultuosa serata futurista al Teatro Verdi. Nel
▲Nello stesso anno promuove la prima mostra futurista a Firenze e la tumultuosa serata futurista al Teatro Verdi. Nel [[1914]] pubblica con Papini "L'almanacco purgativo" e produce le opere più significative della sua stagione futurista, in cui dialoga con Cézanne e con i cubisti, influenzando molti altri aderenti al movimento di area fiorentina tra cui [[Primo Conti]], [[Roberto Iras Baldessari]] ed [[Emilio Notte]]. Alla fine del 1914 avviene la rottura con il movimento futurista milanese, siglata dal noto articolo di Papini "Il cerchio si chiude", apparso su ''[[Lacerba]]'' del 14 febbraio. La polemica è incentrata sul cosiddetto "marinettismo", considerato intriso di modernolatria e del culto per la macchina. Nello stesso anno pubblica ''Cubismo e oltre'' e ''Arlecchino''. Nel [[1915]] appariranno invece per le Edizioni della Voce ''Giornale di bordo'' e ''BÏF§ZF+18. Simultaneità e chimismi lirici'', che già dall'inconsueto titolo annuncia sperimentazioni letterarie condotte sul registro degli elementi strutturali della poesia.
In quel tempo incontra anche [[Dino Campana]], che gli affida il manoscritto de ''[[Canti Orfici (Dino Campana)|Il più lungo giorno]]''<ref>[[Silvio Ramat]], [http://www.ilgiornale.it/news/cultura/dino-campana-cento-anni-canti-orfici-1059634.html ''Dino Campana, cento anni di «Canti Orfici»''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150222033738/http://www.ilgiornale.it/news/cultura/dino-campana-cento-anni-canti-orfici-1059634.html
=== La partecipazione alla guerra ===
Giunse la [[
=== Il Soffici del primo dopoguerra ===
[[File:Cimitero di poggio a caiano, tomba di ardengo soffici.JPG|thumb|La tomba di Soffici nel cimitero di [[Poggio a Caiano]]]]
Terminata la guerra Soffici diventa collaboratore de ''[[Il Popolo d'Italia]]'', del ''[[Corriere della Sera]]'', di cui diresse la terza pagina, e di ''Galleria'' (mensile del ''[[Corriere Italiano (1923-1924)|Corriere Italiano]]''). Nel
=== Soffici e il fascismo ===
Intanto, con il trascorrere degli anni, si andava manifestando un "uomo diverso". Il Soffici che aveva fatto conoscere agli amici fiorentini [[Paul Cézanne|Cézanne]], i [[cubismo|cubisti]] e [[Guillaume Apollinaire|Apollinaire]], e che aveva espresso e ravviato l'entusiasmo per [[Arthur Rimbaud|Rimbaud]], ripiega verso uno [[stile]] decoroso e [[Ugo Foscolo|foscoliano]] classico, e in [[politica]] aderisce al [[fascismo]]<ref>[http://www.editaliarte.it/ardengo-soffici/139/162/ ''Ardengo Soffici Biografia'' su EdItalia.it (Gruppo Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato)] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150221155022/http://www.editaliarte.it/ardengo-soffici/139/162/ |data=21 febbraio 2015 }}</ref>.
Nel
Nel
Dopo l'[[armistizio di Cassibile]] dell'8 settembre 1943 aderisce alla [[Repubblica Sociale Italiana]]<ref>[[Renzo De Felice]], ''Mussolini l'alleato'', vol. II "La guerra civile (1943-1945)", Einaudi, Torino, 1997, p. 112n.</ref><ref>''Storia della Letteratura italiana del Novecento'', a cura di [[Giacinto Spagnoletti]], Newton Compton, Roma 1994, p. 198.</ref> e, insieme a [[Barna Occhini]], fonda la rivista ''[[Italia e Civiltà]],'' che esce per 23 numeri nel 1944, propugnando l'amor patrio, il carattere sociale del fascismo e la fedeltà ai tedeschi. Nel dicembre 1944 viene arrestato per [[collaborazionismo]] e internato, insieme a Occhini, nel campo di concentramento di [[Collescipoli]], vicino a [[Terni]], fino a luglio 1945.
===Nel secondo dopoguerra===
Nel 1946
Nel 1948
Nel 1955
== Produzione letteraria ==
[[File:Giuseppe Graziosi, Ritratto di Ardengo Soffici, 1940.jpg|thumb|[[Giuseppe Graziosi]]
Le origini di Soffici scrittore sono da rintracciare nei ''Vagabondages lyriques,'' pubblicati tra il
Il libretto doveva essere titolato ''Tragedia'', oppure ''Figure (o figure allegre) su fondo nero,'' volendo, come egli stesso dice in ''Fine di un mondo'', "adombrare con questo titolo la sua concezione dell'universo". Il libretto viene stampato nel
Precedentemente, nel
Per la rivista di Papini ''Cultura dell'anima'', Soffici traduce anche, insieme allo scrittore danese Knud Ferlov, ''In vino veritas'' di [[
Seguiranno ''Bïf§zf+18 Simultaneità e chimismi lirici'' nel
Sono del
Nel
=== Poetica ===
Soffici, più che un futurista vero e proprio, può essere considerato, come dice nel suo [[saggio]] [[Pier Vincenzo Mengaldo]], «un Apollinaire italiano in formato ridotto». Egli infatti era legato alle poetiche recenti per gusto di modernità [[Stile|stilistica]] come era d'uso a Parigi. Da Marinetti egli coglie la [[retorica]] e la tecnica dell'[[Analogia (retorica)|analogia]], da Apollinaire l'assenza di [[punteggiatura]], dalla pittura [[Cubismo|cubo]]-futurista gli accostamenti fantastici e dal nuovo [[cinema]] lo scorrere continuo delle [[Immagine|immagini]]<ref>''Storia della Letteratura italiana del Novecento'', a cura di [[Giacinto Spagnoletti]], Newton Compton, Roma 1994, p. 176.</ref>. Soffici usa con estrema disinvoltura un forte plurilinguismo che va dal [[toscanismo]] al [[francesismo]], creando l'equivalente [[Lessico|lessicale]] della sua poetica. Una poetica che si può chiamare della simultaneità [[Spazio (fisica)|spaziale]] e [[tempo]]rale.
In un saggio del 1937 [[Giuseppe De Robertis]] scrive che «l'arte più vera di Soffici è arte solare o (...) arte festiva, la primavera l'estate l'autunno, non l'inverno, se non quando dà segni del tempo rinascente». Continua dicendo che è lontana dall'impressionismo, «come può essere l'arte di un [[Giovanni Comisso|Comisso]] (...), essa ha invece ha una dolce lineatura, direi quasi classica (...) L'opposto giusto di ciò che [[Renato Serra|Serra]] diceva accadere al [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]».<ref>{{cita pubblicazione |nome= Renato|cognome= Serra|titolo= L'artista Ardengo Soffici|rivista= Saggi con una noterella|editore=Felice Le Monnier |città= Firenze |anno= 1953 |mese= |pp= 173 - 193|lingua= it}}</ref> In pittura così va intesa, ad esempio, la sua adesione a [[Valori plastici]] che rappresenta l'abbandono «di quei principi di ''modernità'', di partecipazione dell'arte al fervore creativo della vita moderna, che erano stati propri del futurismo».<ref>{{cita libro|autore = [[Corrado Maltese]] | titolo = Storia dell'arte in Italia 1875 - 1943 | anno= 1960 e 1992 | editore = Einaudi | città=Torino | pagine=317 - 360 |ISBN=88-06-12989-9}}</ref>
In occasione di una rassegna del 1991 che Poggio a Caiano dedica ad Ardengo Soffici esce un Catalogo dove [[Mario Richter]], esaminando l'opera dell'artista nel corso del tempo, scrive che quanto divide Soffici da [[Giorgio de Chirico]], uno dei protagonisti del nuovo classicismo di ''Valori plastici'', risiede proprio nella valutazione dell'Impressionismo, «il grande movimento francese che fu sempre ragione profonda e irrinunciabile del fare artistico di Soffici, mentre agli occhi di De Chirico apparve soltanto un inutile sforzo realistico (...)».<ref>{{cita pubblicazione |nome=Mario Richter (nota al testo) |cognome= Luigi Corsetti - Renzo Gradi (a cura di) |titolo= Rassegna bibliografica su Ardengo Soffici (1985 - 1991) |rivista= Centro iniziativa culturale "F. Mazzei" |editore= |Circolo M.C.L. Ambra | città=Poggio a Caiano |anno= 1991|mese= Settembre |pp= 7 - 28 |lingua= it|}}</ref>
== Opere ==
=== Pittura ===
* ''Il metro'' (1911) olio su cartone
* ''Bottiglia bianca e mela'' (1919), olio su tela
* ''La vangatura'' (1949-1950)
=== Poesia ===
* ''Bif& ZF + 18 = Simultaneità – Chimismi lirici '', Edizioni della "Voce", Firenze
* ''Elegia dell'Ambra'', Firenze
* ''Marsia e Apollo'', Vallecchi, Firenze
* ''Thréne pour Guillame Apollinaire'', Milano 1927
=== Narrativa e prosa ===
* ''Ignoto toscano'', Firenze
* ''Lemmonio Boreo'', Libreria della "La Voce", Firenze
* ''Arlecchino '', Firenze
* ''Giornale di bordo'', Libreria della "La Voce", Firenze
* ''Kobilek: giornale di battaglia'', Vallecchi, Firenze
* ''La giostra dei sensi'', Firenze 1918
* ''La ritirata del Friuli'', Vallecchi, Firenze
* ''Rete mediterranea'', Firenze
* ''Battaglia fra due vittorie'', Firenze
* ''Ricordi di vita artistica e letteraria'', Firenze
* ''Taccuino di Arno Borghi'', Firenze
* ''Ritratto delle cose di Francia'', Roma
* ''L'adunata'', Firenze,
* ''Itinerario inglese'', Firenze
* ''Autoritratto d'artista italiano nel quadro del suo tempo: 1. L'uva e la croce'', Firenze
* ''D'ogni erba un fascio. Racconti e fantasie'', Firenze
* '' 1939-1945'', (con G. Prezzoloni), Milano
=== Saggistica ===
* Il caso [[Medardo Rosso]] e l'impressionismo, Firenze 1909
* Arthur Rimbaud, Firenze
* Cubismo e oltre, Firenze
* Cubismo e futurismo, Firenze 1914
* Serra e Croce, Firenze
* Cubismo e futurismo e oltre, Firenze
* Scoperte e massacri, Firenze 1919
* Primi principi di un'estetica futurista, Firenze
* Giovanni Fattori, Roma
* Armando Spadini, Firenze
* Carlo Carrà, Milano
* Periplo dell'arte, Firenze 1928
* Medardo Rosso: 1858-1928, Firenze
* Ugo Bernasconi, Milano
* Apollinaire, Firenze
* Salti nel tempo, Firenze
* Selva: arte, Firenze 1938
* Trenta artisti moderni italiani e stranieri, Firenze
=== Epistolari ===
* G. Prezzolini – A. Soffici, ''Carteggio. I. 1907-1918'', a cura di M. Richter, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1977.
* G. Ungaretti, "Lettere a Soffici 1917-1930", a cura di P. Montefoschi e L. Piccioni, Sansoni, Firenze, 1981.
* G. Prezzolini – A. Soffici, ''Addio a Papini'', a cura di M. Attucci e L. Corsetti, Poggio a Caiano – Prato, Associazione Culturale Ardengo Soffici – Pentalinea, 2006.
* A. Soffici – U. Bernasconi, ''Carteggio 1923-1960'', a cura di M. d'Ayala Valva, Poggio a Caiano – Prato, Associazione Culturale Ardengo Soffici – Pentalinea, 2008.
* A. Soffici, "Vedo che il cielo tende a
* {{cita libro | cognome= Moretti| nome= Marco| titolo= Ardengo Soffici a [[Dilvo Lotti]]. Lettere inedite 1940-1963| editore= | città= Ed. Pentalinea| anno= 2002}}
* A. Soffici, S. Férat, H. d'Oettingen, ''Correspondance 1903-1964'', édition établie par B. Meazzi, postface de F. Livi, Lausanne, L'Âge d'Homme, 2013.
=== Archivio personale ===
Presso l'Archivio di Stato di Firenze è depositato il suo archivio personale contenente
== Documentari ==▼
Marco Moretti, "Ardengo Soffici, vita e opere",1994. Nel documentario "Scrivimi a lungo, scrivimi tante cose... lettere dei soldati italiani della Grande Guerra" (2008) del regista veronese Mauro Vittorio Quattrina, relativamente all'importanza della corrispondenza di guerra dei soldati, sono riportati alcuni passi del diario Kobilek-Giornale di battaglia (1918) di Ardengo Soffici.▼
== Note ==
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== Bibliografia ==
* [[Emilio Cecchi]], «[http://www.treccani.it/enciclopedia/ardengo-soffici_res-43f38191-8bb7-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-Italiana)/ SOFFICI, Ardengo]». In: ''Enciclopedia Italiana Treccani'', 1936.
* G. Raimondi – L. Cavallo, ''Ardengo Soffici'', Firenze, Nuovedizioni Enrico Vallecchi, 1967.
* M. Richter, ''La formazione francese di Ardengo Soffici 1900-1914'', Milano, Vita e Pensiero, 1969.
* [[Sigfrido Bartolini]], "Ardengo Soffici. L'opera incisa", introduzione di G. Prezzolini, Prandi, Reggio Emilia, 1972.
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* ''L'Uomo del Poggio – Ardengo Soffici'', a cura di [[Sigfrido Bartolini]], con scritti di G. Accame, S. Bartolini, P. Buscaroli, F. Gianfranceschi, V. Horia, F. Messina, E. Nistri, B. Occhini, M. Richter, R. Ridolfi, S. Solinas e M. Tobino, Ed. Volpe, Roma, 1979.
* ''I libri di Soffici,'' a cura di L. Cavallo, L. Corsetti, V. Castelnovi, O. Nicolini, Poggio a Caiano, Museo Soffici e del '900 italiano, 2017.
▲== Documentari ==
▲Nel documentario "Scrivimi a lungo, scrivimi tante cose... lettere dei soldati italiani della Grande Guerra" (2008) del regista veronese Mauro Vittorio Quattrina, relativamente all'importanza della corrispondenza di guerra dei soldati, sono riportati alcuni passi del diario Kobilek-Giornale di battaglia (1918) di Ardengo Soffici.
== Voci correlate ==
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* {{cita web | 1 = http://weblinux.ala.it/ryodolinux/dinocampana/public/idlu_1/idla_1/ida_162.html | 2 = Dal sito dedicato a Dino Campana. Ardengo Soffici | accesso = 18 febbraio 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070207034042/http://weblinux.ala.it/ryodolinux/dinocampana/public/idlu_1/idla_1/ida_162.html | dataarchivio = 7 febbraio 2007 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://www.museoardengosoffici.it/|Museo Ardengo Soffici}}
* Arti Minervali http://www.artiminervali.it/art11/rumon9.html {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110722024100/http://www.artiminervali.it/art11/rumon9.html |date=22 luglio 2011 }} Lettera di Ardengo Soffici per far marciare il Rumon di Roggero Musmeci Ferrari Bravo.
{{Poggio a Caiano}}
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|letteratura|pittura}}
[[Categoria:Artisti futuristi]]
[[Categoria:Militari italiani della prima guerra mondiale]]
[[Categoria:Ufficiali del Regio Esercito]]
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