Arte sacra: differenze tra le versioni

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Per '''arte sacra''', secondo l'interpretazione di [[Titus Burckhardt]], non si intende qualunque opera artistica che rappresenti un soggetto religioso, ma più specificamente l’arte le cui stesse forme riflettono la visione spirituale propria di una data religione.<ref>{{cita|Titus Burckhardt}}.</ref>
[[File:Sandro Botticelli 061.jpg|thumb|[[Madonna con bambino]] di [[Sandro Botticelli]], esempio di arte sacra.]]
 
== Caratteristiche dell'arte sacra ==
Per '''arte sacra''' non si intende qualunque opera artistica che rappresenti un soggetto religioso, ma è definita “arte sacra”, l’arte le cui stesse forme riflettono la visione spirituale propria di una data religione.<ref>{{cita |Titus Burckhardt}}.</ref>
Secondo la definizione di [[Titus Burckhardt]], l'arte sacra si basa sul [[Simbolo|simbolismo]] inerente alle forme. In quest'ottica:<ref>{{cita|Titus Burckhardt|p. 6}}.</ref>
{{Citazione|… un simbolo non è semplicemente un segno convenzionale; esso manifesta il suo archetipo in virtù di una certa legge ontologica|Titus Burckhardt}}
L’arte sacra non ha come obiettivo quello di trasmettere delle impressioni o evocare emozioni. Essa è un simbolo, ed è per questo che si serve di mezzi semplici e primordiali. Secondo Rodolfo Papa l’[[arte religiosa]] si colloca tra le arti belle e, al vertice dell’arte religiosa, si individua l’arte sacra, in quanto è la bellezza dell’arte che esprime la bellezza del creato, del creatore e quindi di [[Dio]]. La concretizzazione primaria dell’arte sacra era la costruzione di un [[santuario]], la cosiddetta casa dello spirito divino. In senso spirituale, il santuario si pone al centro del mondo:<ref name="p13">{{cita|Titus Burckhardt|p. 13}}.</ref>
{{Citazione|… in tal luogo l’uomo si sottrae all’indefinito dello spazio e del tempo, giacché qui e ora Dio è presente nell’uomo|Titus Burckhardt}}
Questo si esprime al meglio nella forma del tempio dove la forma ordina lo spazio in rapporto al suo centro. Questa è per così dire la sintesi del mondo, in quanto l’[[architettura]] sacra trasforma in forma permanente tutto ciò che è in movimento nell'universo. Il [[tempio]] quindi rappresenta:<ref name="p13" />
{{Citazione|… la perfetta compiutezza del mondo, il suo aspetto atemporale o il suo stato finale, in cui tutte le cose riposano dell’equilibrio che precede la loro reintegrazione nell’unità indivisa dell’Essere|Titus Burckhardt}}
L’architettura del santuario implica anche un aspetto di [[sacrificio]] perché i materiali per la costruzione del tempio sono sottratti a ogni uso profano e offerti alla divinità. Tale sacrificio tende a compensare il sacrificio che c’è all’origine del mondo. In questo, come in ogni sacrificio, il materiale sacrificato subisce una trasformazione qualitativa e viene assimilato a un modello divino. Ciò risulta anche nell’edificato del santuario. Ne è un esempio il [[Tempio di Gerusalemme]] realizzato da [[Salomone]] secondo il piano rivelato a [[Davide]]. La forma rettangolare o cubica del santuario sta ad esprimere la legge definitiva e immutabile, in contrapposizione alla forma sferica del cielo che è indefinita e sottratta ad ogni misura.
 
Questi fondamenti dell’arte sacra si ritrovano, in maniera diversa, nelle diverse tradizioni religiose: [[Induismo]], [[Cristianesimo]], [[Islamismo]], [[Buddismo]], [[Taoismo]] ed [[Ebraismo]]. Ovviamente, dato che ogni religione presenta una spiritualità differente, anche le loro manifestazioni artistiche saranno differenti e rispecchieranno il loro stile. Esiste tuttavia una differenza generale tra l’arte sacra orientale e quella occidentale.<ref>{{cita|Titus Burckhardt|pp. 5-12}}.</ref>
==Caratteristiche dell'arte sacra==
 
== Arte orientale ==
Ogni arte sacra si basa su una scienza delle forme, o ancora meglio, sul [[simbolismo]] inerente alle forme. Ma come dice [[Titus Burckhardt]]:<ref>{{cita |Titus Burckhardt| p. 6}}.</ref>
Nell'arte figurativa cristiana orientale l'immagine di Cristo viene realizzata attraverso una tecnica rigorosa tramandata nei secoli: per questo motivo le icone orientali non mutano mai nello stile. Alle icone, grazie alla loro materia, viene attribuita la capacità di riflettere la gloria di Dio. La luce di Dio traspare dai colori. L'osservatore, infatti, attraverso la visione, entra in contatto diretto con Dio.
{{Citazione|...un simbolo non è semplicemente un segno convenzionale, esso manifesta il suo archetipo in virtù di una certa legge ontologica|Titus Burckhardt}}
L’arte sacra non ha come obiettivo quello di trasmettere delle impressioni o evocare emozioni, essa è un simbolo, ed è per questo che si serve di mezzi semplici e primordiali. Secondo Rodolfo Papa (presidente dell’Accademia Urbana delle arti, storico d’arte), l’arte è una delle discipline che evolve l’uomo e si distinguono due tipi di arti: [[arti liberali]] e le [[arti meccaniche]]. Le arti liberali sono le arti teoriche che non implicano un lavoro fisico come la [[poesia]], mentre le arti meccaniche sono le arti che richiedono il lavoro manuale, come per esempio la [[scultura]] e la [[pittura]]. Ma questa distinzione è stata superata nel [[Rinascimento]]. Un'altra distinzione che è stata presa in considerazione è tra le arti utili e le arti belle. Le arti utili sono rivolte a mezzi pratici, mentre le arti belle sono finalizzate alla bellezza. Ed è proprio nelle arti belle che si colloca l’[[arte religiosa]], e al vertice dell’arte religiosa si individua l’arte sacra, in quanto è la bellezza dell’arte che esprime la bellezza del creato, del creatore e quindi di Dio. La rappresentazione primaria dell’arte sacra per i popoli, era la costruzione di un santuario, la cosiddetta casa dello spirito divino. In senso spirituale, il santuario si pone al centro del mondo:<ref name="p13">{{cita |Titus Burckhardt|p. 13}}.</ref>
{{Citazione|...in tal luogo l’uomo si sottrae all’indefinito dello spazio e del tempo, giacché qui e ora Dio è presente nell’uomo|Titus Burckhardt}}
Questo si esprime al meglio nella forma del tempio dove la forma ordina lo spazio in rapporto al suo centro. Questa è per così dire la sintesi del mondo, in quanto tutto ciò che è in movimento nell’universo, l’[[architettura]] sacra la trasforma in forma permanente. Il [[tempio]] quindi rappresenta<ref name="p13" />
{{Citazione|...la perfetta compiutezza del mondo, il suo aspetto atemporale o il suo stato finale, in cui tutte le cose riposano dell’equilibrio che precede la loro reintegrazione nell’unità indivisa dell’Essere|Titus Burckhardt}}
L’architettura del santuario implica anche un aspetto di sacrificio perché i materiali per la costruzione del tempio sono sottratti a ogni uso profano e offerti alla divinità. Tale sacrificio tende a compensare il sacrificio che c’è all’origine del mondo. In questo, e come in ogni sacrificio, il materiale sacrificato subisce una trasformazione qualitativa, viene assimilata a un modello divino. Ciò risulta anche nell’edificato del santuario. Esempio noto: [[Tempio di Gerusalemme]] per opera di [[Salomone]] secondo il piano rivelato a David. La forma rettangolare o cubica del santuario sta ad esprimere la legge definitiva e immutabile, in contrapposizione alla forma sferica del cielo che è indefinita e sottratta ad ogni misura. Tutti questi fondamenti dell’arte sacra si ritrovano nelle diverse tradizioni religiose, in maniera diversa: [[Induismo]], [[Cristianesimo]], [[Islamismo]], [[Buddismo]], [[Taoismo]] ed [[Ebraismo]]. Ovviamente, definendo che ogni religione presenta una spiritualità differente, anche le loro manifestazioni artistiche saranno differenti e rispecchieranno il loro stile. Ma innanzitutto, abbiamo una differenza generale tra l’arte sacra orientale e quella occidentale.<ref>{{cita|Titus Burckhardt|pp. 5-12}}.</ref>
 
Questa concezione è il risultato dello scontro sull'[[iconoclastia]] condotto tra il 726 e l’843 dalla corte imperiale di [[Costantinopoli]]. A sostegno delle icone erano schierate soprattutto le comunità monastiche, che sottolinearono il legame tra [[fede]] e [[arte]] e la necessità di rappresentare Cristo nelle sue due nature: umana e divina.<ref name="Lydia">{{cita|Lydia Salviucci Insolera}}.</ref>
==Arte orientale==
 
=== Induismo ===
Nell’arte figurativa orientale l’immagine di Cristo deve essere realizzata attraverso una tecnica rigorosa tramandata nei secoli, per questo motivo le icone orientali non mutano mai nello stile. Le icone, grazie alla loro materia, hanno la capacità di riflettere la gloria di Dio. La luce di Dio traspare dai colori. L’osservatore, infatti, attraverso la visione, entra in contatto diretto con Dio. Questa concezione è il risultato di una lunga lotta avvenuta tra il 726 e l’843 (VIII secolo). In questi anni venne condotta, dalla corte imperiale di [[Costantinopoli]], una dura opposizione contro le immagini. Ma a sostegno delle icone c’erano soprattutto le comunità monastiche che sottolinearono il legame che c’è tra [[fede]] e [[arte]], e la necessità di rappresentare Cristo nelle sue due nature: umana e divina.<ref name="Lydia">{{cita |Lydia Salviucci Insolera}}.</ref>
{{vedi anche|Arte indiana}}
Secondo la tradizione indù, l’arte sacra è di origine angelica, perché ogni opera d’arte sulla terra è realizzata imitando l’arte dei [[deva]]. I deva corrispondono agli angeli e non sono altro che:<ref>{{cita|Titus Burckhardt|p. 8}}.</ref>
{{Citazione|… funzioni particolari dello Spirito universale, volontà permanenti di Dio|Titus Burckhardt}}
Secondo questa tradizione, l’arte sacra dovrebbe imitare l’arte divina, non copiandola, ma imitando la maniera in cui opera lo spirito divino.
 
===Induismo= Architettura ====
Un elemento importante per l'architettura sacra è il santuario, in particolare la sua forma. Per l’induismo, infatti, la forma quadrata indica l’immutabilità del principio, mentre il cerchio indica, in contrapposizione al quadrato, il movimento indefinito del [[cosmo]]. Il quadrato esprime quindi, una realtà superiore rispetto a quella rappresentata dal cerchio, in quanto la natura permanente e immutabile del principio trascende la causalità cosmica.
{{vedi anche|Induismo}}
Secondo la tradizione indù, l’arte sacra è di origine angelica, perché ogni opera d’arte sulla terra è realizzata imitando l’arte dei [[deva]]. I deva corrispondono agli angeli e non sono altro che<ref>{{cita |Titus Burckhardt| p. 8}}.</ref>
{{Citazione|...funzioni particolari dello Spirito universale, volontà permanenti di Dio|Titus Burckhardt}}
Secondo questa tradizione, l’arte sacra dovrebbe imitare l’arte divina, non copiandola, ma bensì imitando la maniera in cui opera lo spirito divino. Anche per l’architettura sacra dell’[[India]], il santuario è un elemento importante, e lo è ancor di più la sua forma. Per l’induismo la forma quadrata indica l’immutabilità del principio, mentre il cerchio indica, in contrapposizione al quadrato, il movimento indefinito del [[cosmo]]. Per tali ragioni il quadrato esprime una realtà superiore rispetto a quella rappresentata dal cerchio, in quanto la natura permanente e immutabile del principio trascende la causalità cosmica. Ma nell'architettura sacra è anche presente la “cristallizzazione” delle grandi misure del tempo, che nella tradizione indù e prefigurata dall'impianto dell’altare vedico, il cui cubo formato da tanti mattoni, rappresenta il corpo di [[Prajapati]]. Egli è un essere cosmico totale, immolato dai deva all'origine del mondo, le sue componenti rappresentano i vari aspetti o parti del cosmo, e devono essere simbolicamente ricongiunte. Nella sua essenza, Prajapati non è altro che [[Purusa]], colui che fu sacrificato dai deva all'origine del mondo per formare le diverse parti del cosmo e le diverse specie di esseri viventi. Quindi ogni sacrificio compensa in qualche maniera il sacrificio iniziale dei deva. Secondo il rito per ricomporre spiritualmente le varie parti dell’esistenza, il sacrificatore si identifica con l’altare che ha costruito a immagine dell’universo e, secondo le misure del proprio corpo, si identifica con l’animale sacrificale che lo sostituisce in virtù di certe qualità, e il suo spirito si identifica con il fuoco che reintegra l’offerta nell'infinitezza del principio. L’altare del sacrificio, l’area sacra che contiene l’altare stesso e il fuoco, sono tutti chiamati [[Agni]], dove, secondo il mito, Agni è il figlio di Prajapati e di tutti gli esseri sorti da lui. Egli risorge in ogni opera sacrificale e, quando abbraccia il cosmo, Prajapati entra in lui diventando Agni Vaisvanara, cioè l’uomo universale, la sintesi di tutti gli esseri viventi. Per quanto riguarda la struttura, l’analogia tra universo e altare del sacrificio viene rappresentata dal numero e dalla disposizione dei mattoni che costituiscono l’altare. Mentre l’analogia tra l’altare e l’uomo è rappresentata dalle proporzioni dell’altare, che è stato realizzato proprio in base alle dimensioni del corpo umano. Infatti il lato della base corrisponde alla lunghezza di un uomo a braccia allargate, i mattoni misurano un piede. Invece l’analogia tra uomo e vittima sacrificale viene rappresentata da un uomo d’oro murato nell'altare con la testa rivolta verso oriente. Nel recinto sacrificale coperto sono presenti tre altari, ciascuno indica l’insieme dei mondi manifesti: il primo altare è collocato a est e rappresenta la terra o lo stato corporale ed ha forma rotonda, il secondo altare posto a ovest simboleggia l’atmosfera o lo stato sottile ed è a forma di mezzaluna, mentre il terzo, posto a sud, rappresenta il cielo o lo stato sovra formale, e ha forma quadrata.<ref>{{cita |Titus Burckhardt|pp. 13-17}}.</ref>
 
Nell'architettura sacra è anche presente la “cristallizzazione” delle grandi misure del tempo, che nella tradizione indù è prefigurata dall'impianto dell’altare vedico, il cui cubo, formato da tanti mattoni, rappresenta il corpo di [[Prajapati]]. Egli è un essere cosmico totale, immolato dai deva all'origine del mondo: le sue componenti rappresentano i vari aspetti o parti del cosmo, e devono essere simbolicamente ricongiunte. Questo avviene grazie ad un rito dove il sacrificatore si identifica con l'altare che è stato costruito a immagine dell'universo, e, secondo le misure del proprio corpo, si identifica con l'animale sacrificale a seconda delle qualità che esso rappresenta. Lo spirito invece si identifica con il fuoco che reintegra l’offerta nell'infinitezza del principio. L’altare del sacrificio, l’area sacra che contiene l’altare stesso e il fuoco, sono tutti chiamati [[Agni (divinità)|Agni]], dove, secondo il mito, Agni è il figlio di Prajapati e di tutti gli esseri sorti da lui. Egli risorge in ogni opera sacrificale e, quando abbraccia il cosmo, Prajapati entra in lui diventando Agni Vaisvanara, cioè l’uomo universale, la sintesi di tutti gli esseri viventi.<ref>{{cita|Titus Burckhardt|pp. 13-17}}.</ref>
===Islam===
 
{{vedi anche|Islam}}
==== Scultura ====
Anche per l’[[Islam]], Dio è un’artista.<ref name="Titus 10">{{cita |Titus Burckhardt|p. 10}}.</ref>
Nella scultura pre-indù della civiltà della valle dell'Indo gli oggetti venivano costruiti in pietra, terracotta, avorio, rame e oro e rappresentavano divinità femminili, statuette di animali, modellini di carro e pittogrammi. Ma nel periodo che va dal II millennio al III secolo a.C. non si registrano più contatti con le culture mediorientali. Dal III secolo a.C. si dà maggiore importanza alla scultura a tutto tondo o a rilievo, che diede vita a composizioni ornamentali, secondo uno stile che sarebbe divenuto tipico di tutta la scultura indiana. Dal IX secolo, con il dominio musulmano, la scultura indiana divenne lineare: la resa della figura era ottenuta grazie ai contorni e non più al modellato, e la funzione dell'architettura divenne sempre più subordinata.<ref name="ArteIndiana">{{cita|Arte Indiana}}.</ref>
{{Citazione|L’arte divina è anzitutto la manifestazione dell’unità divina nella bellezza e regolarità del cosmo.Risalire dalla bellezza del mondo all'unità, questa è la saggezza|Titus Burckhardt}}
 
Ed è proprio per questo motivo che per il [[musulmano]] l’arte è fondata sulla saggezza, o sulla scienza, che non è altro il deposito della saggezza stessa. Lo scopo dell’arte è quello di aiutare lo spirito a distaccarsi dalle cose per risalire verso l’infinito. Ma l’Islam pone il divieto di rappresentare Dio, in quanto esso non può essere rappresentato, essendo astratto. L’unica eccezione è l’immagine piena come arte profana che però non rappresenti né Dio e né il viso del profeta. Anche nelle moschee non c’è alcuna immagine che rappresenti Dio, questo però può avere un aspetto positivo perché sottolinea la trascendenza di Dio che è assoluta e non può essere paragonato. Ma ha anche un aspetto negativo perché si elimina una “presenza” che<ref>{{cita |Titus Burckhardt|p. 92}}.</ref> {{Citazione|rischia di contrapporsi a quella invisibile di Dio e, a causa della imperfezione di ogni simbolo, di essere una fonte di errori|Titus Burckhardt}} Questo rifiuto della rappresentazione figurata naturale, non è dato dal Corano, ma bensì dall'artista islamico stesso, il quale non vuole sostituirsi a Dio nel tentativo di imitare le forme naturali. <ref>{{cita |Storia On line| Istituto italiano Edizioni Atlas}}.</ref>.
==== Pittura ====
Secondo il pensiero musulmano l’immagine dell’arte figurativa sposta un ordine di realtà in un altro. Soluzione a tutto ciò è la saggezza che pone ogni cosa al loro posto. Ma nell'[[arte figurativa]] si traduce nell'idea che ogni creazione artistica deve seguire e rendere accessibile le leggi della sua sfera di esistenza. Per esempio nell'architettura, grazie alla forma regolare del cristallo, viene espresso l’equilibrio statico e lo stato perfetto dei corpi immobili. Una creazione tipica dell’Islam è l’[[arabesco]], dove, come dice Burckhardt<ref>{{cita |Titus Burckhardt|p. 100}}.</ref>
Testimonianze pittoriche prima del [[100 d.C.]] sono pochissime, ma nel periodo successivo l'arte indiana entra in una fase classica e al tempo stesso energica. Tale pittura rappresentava le ricompense del bene e le cattive conseguenze delle azioni malvagie. Successivamente la miniatura, che deriva dalla cultura persiana, fu un'arte di corte per gli imperatori. Essa rappresentava scene e fatti storici importanti, e produceva dei veri e propri documenti storici, distribuiti in manoscritti o dipinti su fogli d'album, con attenzione per i dettagli realistici e uno stile drammatico.<br/>
Verso la fine dell'Ottocento, la pittura indiana perse d'importanza e venne sostituita da opere che imitavano gli stili europei affermatisi con l'inizio della dominazione britannica. In seguito, però, si ebbe un risveglio degli stili antichi, grazie alle campagne archeologiche del XIX secolo.<ref name="ArteIndiana" />
 
=== Islam ===
{{vedi anche|Arte islamica}}
Anche per l’[[islam]], Dio è un’artista.<ref name="Titus 10">{{cita|Titus Burckhardt|p. 10}}.</ref>
{{Citazione|L’arte divina è anzitutto la manifestazione dell’unità divina nella bellezza e regolarità del cosmo. Risalire dalla bellezza del mondo all'unità, questa è la saggezza|Titus Burckhardt}}
Per questo motivo l'arte islamica è fondata sulla saggezza, o sulla scienza, che non è altro il deposito della saggezza stessa. Lo scopo dell’arte è quello di aiutare lo spirito a distaccarsi dalle cose per risalire verso l’infinito. Ma l’Islam pone il divieto di rappresentare Dio, in quanto esso non può essere rappresentato, essendo astratto. L’unica eccezione è l’immagine piena come arte profana che però non rappresenti né Dio né il viso del profeta. Anche nelle moschee non c’è alcuna immagine che rappresenti Dio: questo può avere un aspetto positivo perché sottolinea la trascendenza di Dio che è assoluta e non può essere paragonato, ma ha anche un aspetto negativo perché si elimina una “presenza” che:<ref>{{cita|Titus Burckhardt|p. 92}}.</ref>
{{Citazione|rischia di contrapporsi a quella invisibile di Dio e, a causa della imperfezione di ogni simbolo, di essere una fonte di errori|Titus Burckhardt}}
Questo rifiuto della rappresentazione figurata naturale, non è dato dal ''[[Corano]]'', ma dall'artista islamico stesso, il quale non vuole sostituirsi a Dio nel tentativo di imitare le forme naturali.<ref name="StoriaOn_line">{{cita|Storia On line|Istituto italiano Edizioni Atlas}}.</ref>
Secondo il pensiero musulmano l’immagine dell’arte figurativa sposta un ordine di realtà in un altro. Soluzione a tutto ciò è la saggezza che pone ogni cosa al suo posto. Nell'[[arte figurativa]] questo si traduce nell'idea che ogni creazione artistica debba seguire e rendere accessibili le leggi della sua sfera di esistenza. Per esempio nell'architettura, grazie alla forma regolare del cristallo, viene espresso l’equilibrio statico e lo stato perfetto dei corpi immobili. Una creazione tipica dell’Islam è l’[[arabesco]], dove, come dice Burckhardt:<ref>{{cita|Titus Burckhardt|p. 100}}.</ref>
{{Citazione|il genio geometrico si combina con il genio nomade|Titus Burckhardt}}
Esso è un modo per fare arte, senza riprodurre l’immagine, o più precisamente, di dissolvere l’immagine. L’arabesco costituisce una specie di dialettica dell’ornamento che implica due elementi fondamentali: il primo è l’intreccio, che si ricollega alla speculazione geometrica,; il secondo elemento è il motivo vegetale, che è una specie di grafica del ritmo, composta da forme a spirale.<ref>{{cita |Titus Burckhardt|pp. pp-92-100}}.</ref>.
Per l'artista islamico, l'arte non era un dono ma una conoscenza da acquisire. Le opere erano anonime, in quanto l'artista stesso era in secondo piano rispetto all'opera, che invece era il risultato finale e ciò che contava maggiormente. Lo scopo dell'artista era il conseguimento della bellezza. Questo deriva dal Corano che dava importanza alla bontà e alla verità e enfatizzava i Begli Atti. Ma anche dai novantanove Sacri Attributi di Dio che in arabo sono detti i Più Beli Nomi di Dio.
L'arte islamica, inizialmente, lavorava con tecniche e vecchi motivi conosciuti dai loro predecessori semiti, bizantini e sassanidi. Nei secoli seguenti il mondo musulmano, rimase la sola cultura in stretto contatto con le altre civiltà e le altre culture.<ref>{{cita |Storia On line| Istituto italiano Edizioni Atlas}}.</ref>.
 
Per l'artista islamico, l'arte non era un dono ma una conoscenza da acquisire. Le opere erano anonime, in quanto l'artista stesso era in secondo piano rispetto all'opera, che invece era il risultato finale e ciò che contava maggiormente. Lo scopo dell'artista era il conseguimento della bellezza. Questo deriva dal Corano che dava importanza alla bontà e alla verità e enfatizzava i Begli Atti, ma anche dai novantanove Sacri Attributi di Dio che in arabo sono detti i Più Bei Nomi di Dio.
===Taosimo===
{{vedi anche|Taoismo}}
Secondo il [[taoismo]], l’arte divina è l’arte delle trasformazioni, in quanto è la natura intera che si trasforma secondo le leggi del ciclo. Infatti l’obiettivo dell’arte è proprio conformarsi a questo ritmo cosmico.<ref name="Lydia" />
{{Citazione|In tutte le religioni l’artista supremo è Dio. Nella tradizione cinese taoista, invece, l’artista cinese che crea un’opera perfetta, è costretto a scomparire perché così può diventare partecipe dell’infinita creatività di Dio.|Lydia Salviucci Insolera}}<ref>{{cita |Titus Burckhardt| p. 10}}.</ref>
 
L'arte islamica, inizialmente, lavorava con tecniche e vecchi motivi ricavati dai suoi predecessori semiti, bizantini e sassanidi. Nei secoli seguenti il mondo musulmano rimase la sola cultura in stretto contatto con le altre civiltà e le altre culture.<ref name="StoriaOn_line" />
===Buddhismo===
{{vedi anche|Buddhismo}}
Il [[buddhismo]] invece applica la nozione di arte divina alla<ref name="Titus 10" />{{Citazione|...bellezza miracolosa e mentalmente inesauribile del Buddha|Titus Burckahardt}} anche se il buddismo evita ogni personificazione dell’assoluto. La bellezza del [[Buddha]] diffonde uno stato d’essere che nessun pensiero potrebbe circoscrivere. Questa bellezza viene rappresentata a lungo nell'immagine dipinta o scolpita del beato. L’arte buddista deriva dall'arte Indù, in particolare la forma del Buddha e il [[loto]], entrambi con il significato di immensa calma dello spirito risvegliato a se stesso. Anche l’altare, che contiene l’immagine murata di un uomo d’oro posto su un disco d’oro, a sua volta posto su una foglia di loto, deriva dall'arte Indù, è un simbolo di Purusa (colei che è stata sacrificato per dare origine alle diverse parti de cosmo). Ma, nonostante ciò, il buddismo comunque differisce dall'induismo in quanto, mentre l’induismo vede le realtà divina in maniera oggettiva, perché si riflettono nella mente, il buddismo cerca l’essenza dell’uomo e delle cose in maniera soggettiva, cioè attraverso la realizzazione spirituale. Infatti il Buddha ritiene che essa non spiega l’origine del mondo o dell’anima, ma mostra la sofferenza e la via che ce ne libera. Per tale motivo, la religione buddista, non può far altro che rappresentare il Buddha nel suo aspetto umano. Esso, infatti, viene rappresentato spogliato da tutti i suoi attributi regali, seduto nella posa della meditazione, e tiene, nella mano sinistra la ciotola da mendicante, simbolo dell’abbandono del non-io, e con la mano destra tocca la terra per indicare il suo dominio spirituale su di essa. Viene rappresentato da tutti i segni della sua rinuncia al mondo. Il principale tema dell’arte buddista, quindi, è l’immagine del loto e quella del beato. L’immagine del loto rappresenta la manifestazione del Buddha umano, infatti il Buddha è chiamato “il gioiello nel loto”. Per il buddismo il loto è paragonato all'anima che passa da uno stato oscuro e informe, alla luce della coscienza.<ref>{{cita |Titus Burckhardt| pp. 110-115}}.</ref>
 
==Arte= occidentaleTaoismo ===
Secondo il [[taoismo]], l’arte divina è l’arte delle trasformazioni, in quanto è la natura intera che si trasforma secondo le leggi del ciclo. Infatti l’obiettivo dell’arte è proprio conformarsi a questo ritmo cosmico.<ref name="Lydia" />
{{Citazione|In tutte le religioni l’artista supremo è Dio. Nella tradizione cinese taoista, invece, l’artista cinese che crea un’opera perfetta, è costretto a scomparire perché così può diventare partecipe dell’infinita creatività di Dio.|Lydia Salviucci Insolera<ref name="Lydia" /><ref name="Titus 10" />}}
 
=== Buddhismo ===
Nell'arte sacra occidentale, la caratteristica principale è l’uso della prospettiva lineare, cioè la convergenza di tutte le linee verso un unico punto centrale. Mentre la luce naturale ha il significato simbolico di luce divina che illumina la scena. I toni dei colori sono più intensi e, grazie alla luce divina, diventano più vivi.<ref name="Lydia" />
{{vedi anche|Arte buddhista}}
Il [[buddhismo]] applica la nozione di arte divina alla:<ref name="Titus 10" /> {{Citazione|… bellezza miracolosa e mentalmente inesauribile del Buddha|Titus Burckahardt}} anche se il buddismo evita ogni personificazione dell’assoluto. La bellezza del [[Buddha]] diffonde uno stato d’essere che nessun pensiero potrebbe circoscrivere. Questa bellezza viene rappresentata a lungo nell'immagine dipinta o scolpita del beato. L’arte buddista deriva dall'arte indù, da cui riprende in particolare la forma del Buddha e il [[loto]], entrambi con il significato di immensa calma dello spirito risvegliato a se stesso. Anche l’altare, che contiene l’immagine murata di un uomo d’oro posto su un disco d’oro, a sua volta posto su una foglia di loto, deriva dall'arte indù ed è un simbolo di [[Puruṣa]] (colui che è stato sacrificato per dare origine alle diverse parti del cosmo). Ma, nonostante ciò, il buddismo comunque differisce dall'induismo in quanto, mentre l’induismo vede le realtà divina in maniera oggettiva, perché si riflette nella mente, il buddismo cerca l’essenza dell’uomo e delle cose in maniera soggettiva, cioè attraverso la realizzazione spirituale. Infatti il Buddha ritiene che essa non spieghi l’origine del mondo o dell’anima, ma mostri la sofferenza e la via che ce ne libera. Per tale motivo, la religione buddista non può far altro che rappresentare il Buddha nel suo aspetto umano. Esso, infatti, viene rappresentato spogliato da tutti i suoi attributi regali, seduto nella posa della meditazione, e tiene nella mano sinistra la ciotola da mendicante, simbolo dell’abbandono del non-io, mentre con la mano destra tocca la terra per indicare il suo dominio spirituale su di essa. Il principale tema dell’arte buddista, quindi, è l’immagine del loto e quella del beato. L’immagine del loto rappresenta la manifestazione del Buddha umano, chiamato “il gioiello nel loto”. Per il buddismo il loto è paragonato all'anima che passa da uno stato oscuro e informe alla luce della coscienza.<ref>{{cita|Titus Burckhardt|pp. 110-115}}.</ref>
 
== Arte occidentale ==
===Cristianesimo===
Nell'arte sacra occidentale, la caratteristica principale è l'uso della prospettiva lineare, cioè la convergenza di tutte le linee verso un unico punto centrale, mentre la luce naturale ha il significato simbolico di [[luce divina]] che illumina la scena. I toni dei colori sono più intensi e, grazie alla luce divina, diventano più vivi.<ref name="Lydia" />
{{vedi anche|Cristianesimo}}
 
Secondo il [[cristianesimo]] Dio è artista in quanto ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza. Questa “immagine” però, con la caduta di [[Adamo]], è andata pian piano sfumando perché, mentre Dio è un essere illimitato, l’uomo invece ha i propri limiti. Quindi per il cristianesimo l’immagine divina per eccellenza è la forma umana del Cristo. L’oggetto dell’arte cristiana è<ref>{{cita |Titus Burckhardt|p. 9}}.</ref>
=== Cristianesimo ===
{{Citazione|...la trasfigurazione dell’uomo e del mondo, che dall'uomo dipende, mediante la loro partecipazione al Cristo|Titus Burckhardt}}
{{vedi anche|Arte cristiana}}
L’arte cristiana è discontinua nello stile e nella sua qualità spirituale. Il cristianesimo, inizialmente, esigeva un’arte figurativa, quindi non poteva ignorare l’eredità artistica dell’antichità, per questo inglobò cenni di naturalismo. Mentre in Oriente non viene mai scissa l’arte sacra dall'arte profana, il cristianesimo ha sempre riconosciuto accanto all'arte sacra, un’arte religiosa dalle forme più o meno mondane. Ma l’arte sacra cristiana, principalmente, si ispira a due correnti: arte tradizionale delle icone e artigianato tradizionale. Per quanto riguarda l’immagine sacra delle icone si prende in considerazione l’immagine del Cristo e della Vergine. Essa è di natura teologica ed ha origini storiche e miracolose conforme alla natura del cristianesimo. Nei primi secoli del cristianesimo si tendeva a riservare l’arte figurativa. Ma successivamente, fu favorita l’arte religiosa e la resero addirittura necessaria. Per quanto riguarda, invece, la tradizione artigianale, essa è cosmologica perché, l’opera artigianale imita la formazione del cosmo e del caos, ed ha origine precristiane.<ref>{{cita |Titus Burckhardt|p. 42}}.</ref>
Secondo il [[cristianesimo]] Dio è artista in quanto ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza. Questa “immagine” però, con la caduta di [[Adamo]], è andata pian piano sfumando perché, mentre Dio è un essere illimitato, l’uomo invece ha i propri limiti. Quindi per il cristianesimo l’immagine divina per eccellenza è la forma umana del [[Gesù Cristo|Cristo]]. L’oggetto dell’arte cristiana è:<ref>{{cita|Titus Burckhardt|p. 9}}.</ref>
{{Citazione|… la trasfigurazione dell’uomo e del mondo, che dall'uomo dipende, mediante la loro partecipazione al Cristo|Titus Burckhardt}}
L’arte cristiana è discontinua nello stile e nella sua qualità spirituale. Il cristianesimo, inizialmente, esigeva un’arte figurativa, quindi non poteva ignorare l’eredità artistica dell’antichità e inglobò cenni di naturalismo. Mentre in Oriente l’arte sacra non viene mai scissa dall'arte profana, il cristianesimo ha sempre riconosciuto accanto all'arte sacra un’arte religiosa dalle forme più o meno mondane. L'arte sacra cristiana, principalmente, si ispira a due correnti: l'arte tradizionale delle [[Icona (arte)|icone]] e l'[[artigianato]] tradizionale. L'arte tradizionale delle icone si basa sull’immagine del [[Gesù Cristo|Cristo]] e della [[Maria (madre di Gesù)|Vergine]]: è di natura teologica e ha origini storiche e miracolose. La tradizione artigianale è invece cosmologica perché imita la formazione del cosmo e del caos, ed ha origine precristiane.<ref>{{cita|Titus Burckhardt|p. 42}}.</ref>
{{Citazione|L’integrazione del simbolismo artigianale nel cristianesimo costituiva nondimeno una necessità vitale, in quanto la Chiesa aveva bisogno delle arti plastiche per rivestirsi di forme visibili e non poteva appropriarsi dei mestieri senza tener conto delle possibilità spirituali che essi implicano|Titus Burckhardt}}
Per tale motivo, la sua visione delle cose non si riallaccia immediatamente alla rivelazione del Cristo. Il connubio tra la tradizione puramente cristiana e la cosmologia precristiana è caratterizzato dal simbolo del Cristo nelle [[catacombe]]. Tale simbolo era un monogramma costituito da una ruota a sei o otto raggi, formato dalle lettere X e P (chi e ro), presenti o da sole, o combinate con una croce. La ruota a sei raggi assomiglia alla croce a tre dimensioni, mentre la ruota a otto raggi corrisponde alla rosa dei venti. Per quanto riguarda il tempio, per il pensiero cristiano, è analogo al corpo del Cristo. Secondo alcuni liturgisti medioevali, la [[cattedrale]] corrisponde al crocifisso, dove, la testa viene rappresentata dall'[[abside]] orientata, le braccia si presentano rivolte verso il transetto, mentre il busto e le gambe sono presenti nella navata, il cuore invece corrisponde al luogo dell’altare maggiore. Infatti il luogo architettonico cristiano per eccellenza è la cattedrale. Le primecatacombe cattedraliin furono costruite all'incirca nel XI secolo. Per quanto riguarda lo stile ci furono vari passaggi. Il primo fu uno stile prettamente romanico, quindi sobrio e imponente. Successivamente furono utilizzate forme architettoniche più slanciate verso l’alto e con ampie vetrate, e con ciò si passa allo stile gotico. In sintesi, l’arte cristiana si può considerare come la confluenza di tre concetti fondamentali: realismo, [[idealismo]] e [[simbolismo]]. Con il termine realismo si indica la concretezza storica della vita di Gesù, sottolineando la sofferenza che ha vissuto durante la passione. Con il termine idealismo, invece, si esprime la presenza di Dio nell'incarnazione,nascono per ricordareesigenza chedella coluinuova che soffre e muore martire è il vero vincitore. L’arte sacra ha anche diverse funzioni: si parla di funzione contemplativa proprio perché l’arte conduce alla contemplazione, si crea un dialogo di preghiera con Dio attraverso essa. Un'altra funzione è l’arte cristiana vista come strumento di memoriareligione in quanto, grazie all'arte sacra cristiana, vengono tramandate le verità di fede mantenendole vive nei fedeli. Funzione di catechesi, perché l’arte è un ottimo mezzo per insegnaresorge la religione, infatti grazie all'arte sacra l’uomo apprende più velocemente i concetti cristiani. Funzione decorativa, cioè l’utilizzonecessità di tutto ciò che abbelliscetrovare un luogo oadatto situazione,in come:cui piante,seppellire fuori, frutta, uccelli, ecc. tutto ciò che è stato creato da Dio. Queste decorazioni attorno a Dio contribuiscono a rilevare la sua presenza. Viene utilizzato materiale prezioso: oro, argento, pietre preziose, per manifestare, attraverso la ricchezza, la presenza divina.<ref>{{cita |Titus Burckhardt| pp.i 41-48}}defunti.</ref>
 
====Pittura sacraCattedrali nel 600====
Per il [[Filosofia cristiana|pensiero cristiano]], il tempio è analogo al corpo del Cristo; il luogo architettonico cristiano per eccellenza è quindi la cattedrale. Secondo alcuni liturgisti medioevali, la [[cattedrale]] corrisponde al crocifisso: la testa viene rappresentata dall'[[abside]] orientata, le braccia si presentano rivolte verso il transetto, il busto e le gambe sono presenti nella navata, il cuore invece corrisponde al luogo dell’altare maggiore.
 
Le prime cattedrali furono costruite nell'XI secolo e inizialmente fu usato lo stile [[Architettura romanica|romanico]], sobrio e imponente. Successivamente furono utilizzate forme architettoniche più slanciate verso l’alto e con ampie vetrate, e con ciò si passa allo stile [[gotico]].
Il [[seicento]] è stato il secolo della [[controriforma]] cattolica. In questi anni di idee controriformiste della chiesa, l’arte diventa il principale strumento per comunicare, perché, proprio grazie all'arte sacra che i pittori, scultori e architetti si pongono l’obiettivo si persuadere [[eretici]] e dubbiosi, riconducendoli alla dottrina cattolica. L’arte sacra si pone anche l’obiettivo di comunicare. Dato che le messe erano dette esclusivamente in latino, l’unico modo per la gente meno acculturata e analfabeta di comprendere i fondamenti della religione, era tramite l’arte sacra. I temi dell’arte sacra del seicento erano il sentimento, le passioni della gente comune. Questo per appunto far coniugare nell'arte l’idealismo, fatto di armonia, proporzione, decoro ecc. con il realismo. Per realismo, infatti, si intende che le figure del Cristo, della Madonna o degli apostoli, avevano come modello persone comuni: giovani inquieti, belle popolane, vecchi rugosi. Un esempio di pittura sacra del 600 è decisamente [[Caravaggio]]. Egli, nei suoi quadri, rappresentava la realtà così com'era. I modelli e le modelle erano rappresentare con tale verismo da sembrare quasi reali. Le sue due opere più importanti furono: “[[morte della Vergine]]” (1606) e “[[San Matteo e l'angelo]]”. Questo “realismo” di Caravaggio si diffuse in tutta Europa, grazie ai soggiorni di artisti stranieri nel nostro paese, ma anche grazie le opere dei caravaggisti italiani emigrati all'estero. Tra gli artisti spagnoli ricordiamo: [[Diego Velàzquez]] e [[Francisco de Zurbaràn]]. In Spagna, per tutto il 600, l’arte fu influenzata dall'intolleranza che la chiesa assunse. Infatti non vennero più rappresentate immagini che diffondevano gioia e felicità, ma il tema principale divenne il martirio dei santi, che suscitavano pentimento e sacrificio. Si era creata una nuova visione della religione basata soprattutto sul dolore e sulla mortificazione. Per rappresentare tale sofferenza, nei dipinti i colori si scurirono.<ref>{{cita |L'avvento della pittura sacra nei secoli}}.</ref>
 
==== Altri tipi di edificio ====
===Ebraismo===
Altro luogo importante, per tempo e significato ben prima delle cattedrali, è la basilica, edificio utilizzato dai romani per questioni civili e poi ripreso dai cristiani per lo svolgimento di funzioni religiose. Inizialmente era stata pensata a pianta rettangolare con poche decorazioni; successivamente i cristiani aggiunsero una navata più piccola e abbellirono gli interni con colonnati e absidi. Vennero costruiti anche edifici dedicati esclusivamente al culto dei martiri, a battistero o a mausoleo, a pianta circolare.
{{vedi anche|Ebraismo}}
Nella religione ebraica l’arte viene utilizzata come manifestazione diretta della presenza divina, infatti Dio stesso partecipa alla realizzazione artistica. Un esempio è quando Dio stesso diede a Salomone indicazioni per la costruzione del tempio. Grazie alle opere d’arte volute da Dio, viene sottolineato e interpretato il divieto divino di raffigurare immagini. Le prove di tale divieto da parte di Dio sono presenti proprio nella [[Bibbia]]. Questo divieto è dovuto al fatto che Dio è puro spirito e non ha similitudini con una realtà corporea, per questo non può essere rappresentato dall'uomo con alcuna immagine. Secondo S. [[Giovanni Damasceno]], il divieto degli ebrei di non poter raffigurare la divinità nasce affinché non adorassero un’opera d’arte come se fosse una divinità. Tale interpretazione è stata anche provata da una scoperta avvenuta nel 1932 in [[Siria]], dove è presente una sinagoga affrescata con figurazioni tratte dalla sacra scrittura risalenti alla metà del sec. III d.C.<ref name="Lydia" />
 
==Rapporto== traFunzioni dell'arte sacracristiana e mito====
In sintesi, l’arte cristiana si può considerare come la confluenza di tre concetti fondamentali: [[Naturalismo (arte)|realismo]], [[idea]]lismo e [[Simbolo|simbolismo]]. Con il termine realismo si indica la concretezza storica della vita di [[Gesù Cristo|Gesù]], sottolineando la sofferenza che ha vissuto durante la [[Passione di Gesù|passione]]. Con il termine idealismo, invece, si esprime la presenza di Dio nell'incarnazione, per ricordare che colui che soffre e muore martire è il vero vincitore.
 
L’arte sacra ha anche diverse funzioni:
Uno degli scopi dell’arte sacra è il racconto del [[mito]]. Per “mito” si intende quelle storie che hanno come personaggi: esseri divini, eroi e dei. Esso rappresenta la storia sacra di una cultura, attraverso immagini collegate tra loro in racconti. Questi racconti, non solo vengono rappresentati attraverso l’arte sacra, ma anche tramite narrazioni, figurazioni, danze e molto altro. Tra le storie sacre rappresentate ci sono: la nascita dell’universo e del mondo, la nascita degli dei, degli uomini, la nascita della struttura della natura ovvero come hanno avuto origine le stagioni, le fasi lunari, le specie animali ecc. “L’arte sacra propriamente detta riesce ad instaurare la contemporaneità tra l’evento mitico evocato e i fedeli che vi assistono e partecipano. Esso riesce a portare l’archetipo nel presente del fedele” (sito). Tra le opere greche e romane di vera arte sacra che ci sono giunte ci sono: suppellettili, statue e altri manufatti artistici che raccontato e rappresentano i miti, pur avendo perso la sacralità degli originali.<ref>{{cita |Antonietta Zanatta, Storia dell’Arte tra Simbolo e Mito}}.</ref>
* contemplativa, perché l’arte conduce alla contemplazione e si crea un dialogo di preghiera con Dio attraverso essa;
* di memoria, in quanto, grazie all'arte sacra cristiana, vengono tramandate le verità di fede mantenendole vive nei fedeli;
* di catechesi, perché l’arte è un ottimo mezzo per insegnare la religione: grazie all'arte sacra l’uomo apprende più velocemente i concetti cristiani;
* decorativa, attraverso l'uso di tutto ciò che abbellisce un luogo o situazione, come per esempio piante, fuori, frutta, uccelli, e tutto ciò che è stato creato da Dio. Queste decorazioni attorno a Dio contribuiscono a rilevare la sua presenza. Viene utilizzato materiale prezioso (oro, argento, pietre preziose) per manifestare, attraverso la ricchezza, la presenza divina.<ref>{{cita|Titus Burckhardt|pp. 41-48}}.</ref><ref>{{cita|L'arte Cristiana}}.</ref>
 
==== Pittura sacra nel Seicento ====
==Note==
Il [[Seicento]] è stato il secolo della [[Controriforma]] cattolica. In questi anni, l’arte diventa il principale strumento per comunicare e pittori, scultori e architetti si pongono l’obiettivo si persuadere [[eretici]] e dubbiosi, riconducendoli alla dottrina cattolica. L’arte sacra si pone anche l’obiettivo di comunicare. Dato che le messe erano dette esclusivamente in latino, uno dei modi per la gente meno acculturata e analfabeta di comprendere i fondamenti della religione, era tramite l’arte sacra. I temi dell’arte sacra del seicento erano il sentimento, le passioni della gente comune. Questo per appunto far coniugare nell'arte l’idealismo, fatto di armonia, proporzione, decoro ecc. con il realismo. Per realismo, infatti, si intende che le figure del [[Gesù Cristo|Cristo]], della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] o degli [[apostoli]], avevano come modello persone comuni: giovani inquieti, belle popolane, vecchi rugosi.
 
Un esempio di pittura sacra del Seicento è [[Caravaggio]]. Egli, nei suoi quadri, rappresentava la realtà così com'era. I modelli e le modelle erano rappresentati con tale verismo da sembrare quasi reali. Le sue due opere più importanti furono: ''[[Morte della Vergine (Caravaggio)|morte della Vergine]]'' (1606) e le due versioni di ''[[San Matteo e l'angelo (Caravaggio Roma)|San Matteo e l'angelo]]'', la prima è andata persa, mentre la seconda è ubicata nella [[cappella Contarelli]]. Questo “realismo” di Caravaggio si diffuse in tutta Europa, grazie ai soggiorni di artisti stranieri in Italia, ma anche grazie alle opere dei caravaggisti italiani emigrati all'estero. Tra gli artisti spagnoli si ricordano in particolare [[Diego Velázquez]] e [[Francisco de Zurbarán]]. In Spagna, per tutto il Seicento, non vennero più rappresentate immagini che diffondevano gioia e felicità, ma il tema principale divenne il martirio dei santi, che suscitavano pentimento e sacrificio. Si era creata una nuova visione della religione basata soprattutto sul dolore e sulla mortificazione. Per rappresentare tale sofferenza, nei dipinti i colori si scurirono.<ref>{{cita|L'avvento della pittura sacra nei secoli}}.</ref>
 
=== Ebraismo ===
Nella religione ebraica l’arte viene utilizzata come manifestazione diretta della presenza divina: Dio stesso partecipa alla realizzazione artistica. Un esempio è quando Dio stesso diede a Salomone indicazioni per la costruzione del tempio. Grazie alle opere d’arte volute da Dio, viene sottolineato e interpretato il divieto divino di raffigurare immagini. Le prove di tale divieto da parte di Dio sono presenti proprio nella ''[[Bibbia]]''. Questo divieto è dovuto al fatto che Dio è puro spirito e non ha similitudini con una realtà corporea: per questo non può essere rappresentato dall'uomo con alcuna immagine. Secondo San [[Giovanni Damasceno]], il divieto di raffigurare la divinità nasce affinché gli ebrei non adorassero un’opera d’arte come se fosse una divinità. Tale interpretazione è stata anche provata da una scoperta avvenuta nel 1932 in [[Siria]], dove è presente una sinagoga affrescata con figurazioni tratte dalla sacra scrittura risalenti alla metà del secolo III d.C.<ref name="Lydia" />
 
== Rapporto tra arte sacra e mito ==
Uno degli scopi dell’arte sacra è il racconto del [[mito]]. Per “mito” si intende quelle storie che hanno come personaggi: esseri divini, eroi e dei. Esso rappresenta la storia sacra di una cultura, attraverso immagini collegate tra loro in racconti. Questi racconti non solo vengono rappresentati attraverso l’arte sacra, ma anche tramite narrazioni, figurazioni, danze e molto altro. Tra le storie sacre rappresentate ci sono la nascita dell’universo e del mondo, la nascita degli dei, degli uomini, la nascita della struttura della natura ovvero il modo in cui hanno avuto origine le stagioni, le fasi lunari, le specie animali e così via. «L’arte sacra propriamente detta riesce ad instaurare la contemporaneità tra l’evento mitico evocato e i fedeli che vi assistono e partecipano. Esso riesce a portare l’archetipo nel presente del fedele». Tra le opere greche e romane di vera arte sacra che ci sono giunte ci sono suppellettili, statue che raccontato e rappresentano i miti, pur avendo perso la sacralità degli originali.<ref>{{cita|Antonietta Zanatta}}.</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro | autore=Titus | Burckhardt | titolo=L'Arte Sacra in Oriente e in Occidente | anno=1990 | editore=[[Rusconi Libri|Rusconi]] | edizione=2 | cid=Titus Burckhardt |città=Milano |traduttore=[[Elena Bono]] |isbn=88-18-02230-X |sbn=LO10027277}}
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
*{{cita web| https://www.lacomunicazione.it/voce/arte-e-sacro/ | Arte e Sacro | autore=Lydia Salviucci Insolera | cid=Lydia Salviucci Insolera}}
* {{cita web| https://itwww.zenitlacomunicazione.orgit/articlesvoce/laarte-specificitae-dell-arte-sacrasacro/ | LaArte specificitàe dell'Arte SacraSacro | autore=Lydia RodolfoSalviucci PapaInsolera | cid=RodolfoLydia Papa, La specificità dell'ArteSalviucci SacraInsolera}}
* {{cita web|http https://wwwit.storiazenit.org/articles/la-specificita-dell-arte.com/arte-sacra-e-mito/ | StoriaLa dell’Artespecificità tra Simbolo edell'Arte MitoSacra | autore= AntoniettaRodolfo ZanattaPapa | cid=Antonietta Zanatta, Storia dell’Arte tra Simbolo eRodolfo MitoPapa}}
* {{cita web|http://www.antiquesstoria-magazinedell-arte.com/L-avvento-della-pitturaarte-sacra-neie-secolimito/page_29.html | L'avventoStoria delladell’Arte pitturatra sacraSimbolo neie secoliMito | autore= Antonietta Zanatta | cid=L'avvento della pittura sacra neiAntonietta secoliZanatta}}
* {{cita web|http://www.antiques-magazine.com/L-avvento-della-pittura-sacra-nei-secoli/page_29.html | L'avvento della pittura sacra nei secoli | | cid=L'avvento della pittura sacra nei secoli}}
*{{cita web|Arte_Islamica.pdf| Storia On line | | cid=Storia On line}}
* {{cita web| 1=https://www.edatlas.it/documents/97a1db30-b1a8-4e89-814c-7627bb99b3e6| 2=Arte islamica - Storia on line| 3=| cid=Storia On line| dataarchivio=13 ottobre 2017| urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171013033731/http://www.edatlas.it/documents/97a1db30-b1a8-4e89-814c-7627bb99b3e6| urlmorto=sì}}
* {{cita web| 1=https://www.albanesi.it/manuale-della-cultura/arte/larte-cristiana.htm| 2=L'arte Cristiana| 3=| cid=L'arte Cristiana| dataarchivio=12 luglio 2019| urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190712091428/https://www.albanesi.it/manuale-della-cultura/arte/larte-cristiana.htm| urlmorto=sì}}
 
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[[Categoria:Arte religiosa]]