Irredentismo italiano: differenze tra le versioni

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{{NN|storia|novembre 2014}}
L''''irredentismo italiano''' fu un [[Movimento (sociologia)|movimento]] [[Libertà di pensiero|d'opinione, espressione]] dell'aspirazione [[italia]]na a perfezionare territorialmente la propria [[unità nazionale]], liberando le terre soggette al dominio straniero.<ref>{{cita web|autore=Francesco Bruni|url=http://www.italica.rai.it/principali/lingua/bruni/schede/irriden.htm|capitolo=Irredentismo|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090330070238/http://www.italica.rai.it/principali/lingua/bruni/schede/irriden.htm|titolo= Storia della Lingua Italiana}}
{{citazione|Con "irredentismo" si designa l'aspirazione di un popolo a completare sul piano territoriale la sua unità nazionale, liberando le terre soggette al dominio straniero. La paternità di questa parola va attribuita al patriota e uomo politico Matteo Renato Imbriani, che nel 1877, ai funerali del padre Paolo Emilio, usò l'espressione "terre irredente", cioè non salvate; subito dopo, un giornalista viennese lo definì "irredentista" per dileggiarlo.}}</ref> TerreLe principali "terre irredente", note con tale nome per antonomasia e in senso stretto, erano considerate le province di [[Trento]] e [[Trieste]], territori italiani rimasti all'Austria anche dopo la terza guerra d'indipendenza e che l'Italia annesse alla fine della [[prima guerra mondiale]].
 
Il movimento fu attivo principalmente in [[Italia]], tra la seconda metà del XIX secolo e la prima del secolo successivo, a favore dell'integrazione nel [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] di tutti i territori compresi nella [[regione geografica italiana]] o popolati da [[italofoni]] e collegati all'Italia da secolari legami storici, linguistici e culturali. Il movimento non aveva carattere unitario, essendo costituito da diversi gruppi e associazioni, generalmente non coordinati tra loro.
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==Storia==
===Origini===
Secondo alcuni autori, le radici dell'irredentismo possono essere trovate già verso la fine del XVIII secolo, come conseguenza del tentativo francese di annettere – oltre alla [[Corsica]] – anche regioni italiane "continentali" come il [[Piemonte]], la [[Liguria]] e la [[Toscana]] durante l'[[Impero napoleonico]]<ref>{{Cita|Angelo Vivante, ''Irredentismo adriatico''|capitolo primo|Angelo Vivante, Irredentismo adriatico}}.</ref>. Tuttavia è nella seconda metà del XIX secolo, sul finire del [[Risorgimento]], che il fenomeno diventa rilevante; proprio in quel periodo nacquero infatti diversi movimenti che facevano propri gli ideali [[irredentismo|irredentisti]]: ripetutamente quanto inutilmente i giuliani avevano chiesto, almeno, l'unione della [[Venezia Giulia]] al [[Regno Lombardo-Veneto]], e all'epoca delle rivolte del 1848 il magistrato Carlo De Franceschi, di [[Pisino]], Michele Facchinetti, di [[Visinada]], Antonio Madonizza, di [[Capodistria]], Francesco Vidulich, di [[Lussinpiccolo]], Giuseppe Vlach, di [[Lussino]], deputati alla Costituente austriaca, riuscirono a impedire l’aggregazione dell’[[Istria]] alla [[Confederazione Germanica]], rivendicando, invece, l’appartenenza all'Italia e la riunificazione col Regno Lombardo-Veneto; lo scritto di De Franceschi "Per l’italianità dell’Istria" (agosto 1848)<ref>{{Cita web|url=https://www.istrianet.org/istria/illustri/de_franceschi/carlo/index.htm|sito=Istria on the Internet - Prominent Istrians|titolo= Carlo de Franceschi|accesso=14 giugno 2019}}</ref>{{Fonte}}, pubblicato prima a Vienna e poi a Trieste, divenne il manifesto dell'autonomismo istriano.
 
Nel 1861 prese vita, a Parenzo, la Dieta Provinciale Istriana, nota, insieme alla Dieta Fiumana e a quella Dalmata, riunita a Zara, come “Dieta dei nessuno”, per il rifiuto opposto alle richieste di partecipazione rispettivamente al Parlamento di Vienna e alla Dieta di Zagabria.Carlo De Franceschi, Michele Facchinetti, Antonio Madonizza, insieme con Carlo Combi, di Capodistria, Niccolò De Rin, di Capodistria, Tomaso Lucani, di Lussino, furono gli animatori della Dieta Istriana; [[Carlo Combi]], strenuo sostenitore della riunificazione della Venezia Giulia col Lombardo-Veneto, autore di saggi quali ''La frontiera orientale d'Italia e la sua importanza''<ref>{{Cita libro |url=http://books.google.it/books?id=LVEtAAAAMAAJ&pg=PA172&dq=La+frontiera+orientale+d'Italia+e+la+sua+importanza&hl=it&sa=X&ei=LE4nVJuGC8PdaLPkgPAH&ved=0CCYQ6AEwAQ#v=onepage&q=La%20frontiera%20orientale%20d'Italia%20e%20la%20sua%20importanza&f=false |titolo=La frontiera orientale d'Italia e la sua importanza |pubblicazione=Il Politecnico |volume=XIII |città=Milano |anno=1862}}</ref> e ''Importanza dell'Alpe Giulia e dell'Istria per la difesa dell'Italia orientale''<ref>{{Cita libro |url = http://books.google.it/books?id=cscaAAAAYAAJ&pg=PA21&dq=Importanza+strategica+delle+Alpi+Giulie+e+dell'Istria+rivista+contemporanea&hl=it&sa=X&ei=gk4nVIviM9LhavWogKgK&ved=0CCcQ6AEwAQ#v=onepage&q=Importanza%20strategica%20delle%20Alpi%20Giulie%20e%20dell'Istria%20rivista%20contemporanea&f=false |titolo=Importanza strategica delle Alpi Giulie e dell'Istria |pubblicazione=Rivista Contemporanea |volume=XLV |città=Torino |anno=1866}}</ref>, pubblicati anche sul ''[[Il Politecnico (1839)|Politecnico]]'' di [[Carlo Cattaneo]], divenne un punto di riferimento per il liberalismo italiano, ma nel 1866 fu bandito dall'[[Impero austriaco]] con l'accusa di “intelligenza” col governo e i comandi militari italiani.
 
Nel 1877 [[Matteo Renato Imbriani]] coniò il nuovo termine "terre irredente", utilizzandolo in occasione dei funerali del padre [[Paolo Emilio Imbriani|Paolo Emilio]], a Napoli. Il corrispondente di un giornale viennese ironicamente lo definì "irredentista" per il saluto rivolto ai compatrioti italiani accorsi a Napoli da quelle zone per la cerimonia<ref>{{cita web | autore = Annamaria Isastia| url = http://www.anvgd.it/notizie/21545-il-circolo-garibaldi-come-congiunzione-fra-massoneria-ed-irredentismo--20ott16-.html | titolo = Il Circolo Garibaldi come congiunzione fra massoneria ed irredentismo | data = 20 ottobre 2016 | lingua = | sito = Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia | urlarchivio = https://archive.todayis/20190210161613/http://www.anvgd.it/notizie/21545-il-circolo-garibaldi-come-congiunzione-fra-massoneria-ed-irredentismo--20ott16-.html | urlmorto = sì | accesso = 10 febbraio 2019|altri= Intervento sul libro dello storico della massoneria Luca Giuseppe Manenti}}</ref>.
 
Nello stesso anno (7 maggio), per iniziativa dello stesso Imbriani e di alcuni altri, nacque l'''Associazione in pro dell'Italia Irredenta''; nel 1885 fu fondata a [[Trento]] la Pro Patria<ref>{{treccani|pro-patria|Pro Patria}}</ref> e nel 1891 nacque, nei territori ancora dell'[[Impero austro-ungarico]], la ''"''[[Lega Nazionale Italiana]]''"''.
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===Situazione dopo il secondo dopoguerra===
A partire dal secondo dopoguerra in poi il governo italiano ha cessato del tutto qualsiasi politica irredentistica, considerando come definitivi i confini nazionali stabiliti dopo il [[Trattati di Parigi (1947)|trattato di Parigi]] del 1947, il [[Memorandum di Londra (1954)|memorandum di Londra del 1954]] e il [[trattato di Osimo]] del 1975.
 
Tuttavia, secondo alcuni movimenti non esclusivamente appartenenti alla destra radicale, in seguito alla cessione di gran parte della [[Venezia Giulia]] alla ex [[Jugoslavia]], l'irredentismo italiano non avrebbe ancora completato il suo programma. Esistono gruppi e movimenti di opinione che affermano (senza che necessariamente ciò comporti una pressione per la revisione dei confini politici post-bellici) l'italianità della ''Venezia Giulia oltreconfine''.
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*il [[Paese nizzardo]], comprendente parte dell'antica [[Contea di Nizza]] e il [[Principato di Monaco]] (città principali: [[Nizza|Nizza Marittima]], [[Mentone]], [[Principato di Monaco|Monaco]], [[Villafranca (Francia)|Villafranca]], [[Roccabruna (Francia)|Roccabruna]]), nonché, a seguito delle cessioni conseguenti al [[Trattati di Parigi (1947)|trattato di Parigi]] del 1947, [[Briga Marittima|Briga]] e [[Tenda (Francia)|Tenda]];
*la [[Corsica]] (città principali: [[Ajaccio]], [[Bastia]], [[Porto Vecchio]], [[Borgo (Francia)|Borgo]], [[Corte (Francia)|Corte]], [[Calvi (Francia)|Calvi]], [[Propriano]], [[Bonifacio (Francia)|Bonifacio]]);
*la [[Svizzera italiana]], cioè l'intero [[Canton Ticino]] e le parti cisalpine del [[Vallese]] e del [[Canton Grigioni]] (città principali: [[Lugano]], [[Bellinzona]], [[Locarno]], [[PoschiavoMendrisio]],) e le parti cisalpine del [[MendrisioVallese]] e del [[Canton Grigioni|Grigioni]]);
*l'arcipelago di [[Pelagosa]];
*l'arcipelago delle Isole Calipsee ([[Malta (isola)|Malta]] e [[Isole maltesi|isole vicine]]; città principali: [[La Valletta]], [[Sliema|Silema]]);
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*la [[Savoia (dipartimento)|Savoia]] già ceduta alla Francia nel 1860 (città principali: [[Chambéry]], [[Annecy]]);
*alcuni paesi del [[Canton Grigioni]] storicamente di lingua romancia: [[Sankt Moritz]], [[Pontresina]], [[Silvaplana]], [[Celerina]];
*alcuni paesi del [[Vallese]] che un tempo erano stati di lingua italiana e sotto la diocesi di Novara, quali [[Gondo]] e [[Sempione (Svizzera)|Sempione]]. La redenzione di queste frazioni del Vallese fu lungamente dibattuta sulle pagine del giornale nazionalista "La Voce" edito da [[Giuseppe Prezzolini]], a partire dal 1912;
*l'[[isole Ionie|Eptaneso]] (Isole di Corfù, Zante, Leucade, Cefalonia, Itaca, Passo e Cerigo; città principali: [[Corfù (città)|Corfù]]);
*l'isola di [[Saseno]] e talvolta [[Valona]] con il [[Capo Linguetta]];
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== Bibliografia ==
*{{Cita libro |autore = [[Alberto Banti]] |titolo = Il Risorgimento italiano |editore = Laterza |città = Bari-Roma |anno = 2004 |isbn = 88-420-7174-9}}
*{{Cita libro |autore = [[Matteo Bartoli]] |titolo = Le parlate italiane della Venezia Giulia e della Dalmazia |città = Grottaferrata |editore = Tipografia italo-orientale |anno = 1919 |sbn = IT\ICCU\PUV\0551464PUV0551464}}
*Colonel von Haymerle, ''Italicae res'', Vienna, 1879 - The early history of Irredentists.
*{{Cita libro |autore = Don Giovanni Eleuterio Lovrovici |titolo = Zara dai bombardamenti all'esodo (1943-1947) |edizione = 2 |editore = Tipografia Santa Lucia |annooriginale = 1974 |città = Marino (RM)-Roma |anno = 1986 |sbn = IT\ICCU\RMS\0070424RMS0070424}}
*{{Cita libro |autore = Geoffrey Hull |titolo = The Malta Language Question: A Case Study in Cultural Imperialism |altri = prefazione di [[Giulio Soravia]] |editore = Said International |città = Valletta |anno = 1993 |isbn = 99909-43-08-7}}
*{{Cita libro |autore = Renate Lunzer |titolo = Irredenti redenti. Intellettuali giuliani del '900 |altri = prefazione di [[Mario Isnenghi]] |editore = Lint Editoriale |città = Trieste |anno = 2009 |isbn = 978-88-8190-250-7}}
*{{Cita pubblicazione |autore = Luca G. Manenti |titolo =Evviva Umberto, Margherita, l'Italia, Roma!. L'irredentismo triestino e Casa Savoia |rivista = Diacronie. Studi di Storia Contemporanea|editore = Le monarchie nell'età dei nazionalismi|numero = 16 |anno = 2013 |issn = 2038-0925 |url = http://www.studistorici.com/2013/12/29/manenti_numero_16/ |accesso = 4 giugno 2015}}
*{{Cita libro |autore = Angelo Vivante |titolo = Irredentismo adriatico <!-- (The Adriatic Irredentism) --> |altri = con uno studio di [[Elio Apih]] |città = Trieste |editore = Italo-svevo |anno = 1984 |sbn = IT\ICCU\TSA\0020483TSA0020483 |cid = Angelo Vivante, Irredentismo adriatico}}
*{{Cita libro |autore = [[Giulio Vignoli]] |titolo = I territori italofoni non appartenenti alla Repubblica Italiana |editore = Giuffrè |città = Milano |anno = 1995 |isbn = 88-14-04990-4}}
*{{Cita libro |autore = Giulio Vignoli |titolo = Gli Italiani dimenticati. Minoranze italiane in Europa |editore = Giuffrè |città = Milano |anno = 2000 |isbn = 88-14-08145-X |cid = Giulio Vignoli, Gli italiani dimenticati}}
*{{Cita libro |autore = Gabriele Zaffiri |titolo = L'Impero che Mussolini sognava per l'Italia |editore = The Boopen editore |città = Pozzuoli (Napoli) |mese = ottobre |anno = 2008}}
*{{Cita libro|titolo = Dopo sessant'anni la verità sulla cattura di Cesare Battisti e la riabilitazione del cadetto Bruno Franceschini presunto delatore del martire trentino|autore = Cesare Veronesi|altri = Antonio Zieger, [[Gianni Pieropan]], [[Carlo Emilio Gadda]], Franco Bandini|url = http://www.cbt.biblioteche.provincia.tn.it/oseegenius/resource?uri=1548523&v=l&dcnr=1|editore = Grafiche Fontanari, tipografo trentino|città = Ala|opera = I Quattro Vicariati e le zone limitrofe|serie = A. 20|numero= 2|mese=dicembre|anno= 1976|pp = 91-99|cid = Cesare Veronesi|accesso = 9 dicembre 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20161220112358/http://www.cbt.biblioteche.provincia.tn.it/oseegenius/resource?uri=1548523&v=l&dcnr=1|urlmorto = sì}}
*{{Cita pubblicazione|titolo=I diritti dell'Italia nel Mediterraneo. Le nostre mete.|rivista=Le vie d'Italia|url=http://archive.org/details/2022-12-24-01-18|volume=XLVI|numero=7|accesso=2022-12-24|autore=Arrigo Solmi|wkautore=Arrigo Solmi|data=1940-07}}
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*[[Petru Simon Cristofini]]
*[[Lega Nazionale (associazione)]]
 
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