Émile Zola: differenze tra le versioni
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=== Origini familiari ===
Il padre di Émile, [[Francesco Zola|François Zola]] (nato Francesco Zolla; 1795–1847), è un [[militare]] e [[ingegnere]] [[italia]]no [[Francia|naturalizzato francese]]. Nato a [[Venezia]], proviene da una famiglia originaria del [[Provincia di Brescia (Lombardo-Veneto)|territorio bresciano]] che ha prestato servizio per varie generazioni nell'esercito della [[Serenissima]].<ref>{{Cita testo|curatore=Antonio Fappani|titolo=|enciclopedia=[[Enciclopedia bresciana]]|editore=[[La Voce del Popolo (settimanale di Brescia)|La Voce del Popolo]]|città=Brescia|url=http://www.enciclopediabresciana.it/enciclopedia/index.php?title=ZOLA|volume=22|oclc=955603550|sbn=
=== I primi anni: trasferimento ad Aix-en-Provence ===
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In primavera diventa il cronista del [[Salon (mostra)|Salon]], l'esposizione annuale di pittura che si tiene al Palais de l'Industrie. Firmandosi con lo pseudonimo Claude, che allude al suo romanzo, Zola stronca la giuria, schiava di pregiudizi accademici, e difende strenuamente i nuovi artisti, i futuri [[Impressionismo|impressionisti]], le cui opere ritraggono realisticamente la vita quotidiana, i cui quadri sono stati perlopiù rifiutati dalla giuria e il cui stile anticonformista, lontano dai tradizionali soggetti storico-mitologici, riscuote la derisione generale. Lo scandalo suscitato da opere quali ''[[Colazione sull'erba (Manet)|Colazione sull'erba]]'' e ''[[Olympia (Manet)|Olympia]]'', con i nudi ingiustificati, è ancora vivo. Tra il 27 aprile e il 20 maggio Claude scrive sette articoli; quello del 7 maggio è dedicato a [[Édouard Manet]], il più apprezzato della nuova scuola.<ref>C. Becker et al., ''Dictionnaire d'Émile Zola'', cit., p. 269.</ref> Zola lo ha incontrato in aprile nel suo atelier in rue Guyot, e la sua coraggiosa difesa pubblica inaugura una lunga amicizia. Negli articoli, editi in luglio presso la Librairie centrale con il titolo ''Mon Salon'', parole lusinghiere sono riservate anche a [[Claude Monet|Monet]], [[Camille Pissarro|Pissarro]] (già conosciuto tra il 1862 e il 1864, tramite Cézanne<ref>C. Becker, ''Émile Zola'', Paris 1993, p. 23.</ref>), [[Jean-Baptiste Camille Corot|Corot]], [[Charles-François Daubigny|Daubigny]], [[Gustave Courbet|Courbet]] e [[Jean-François Millet|Millet]]. Zola replica senza esitazione alle critiche (tra cui quella del giurato [[Théodore Rousseau]]) che appaiono su ''L'Événement'', finché le innumerevoli proteste di lettori e addetti ai lavori portano Villemessant a sospendere la sua rubrica.<ref>H. Mitterand, cit., pp. 498 e ss..</ref>
[[File:Claude Monet River Scene at Bennecourt, Seine (2).jpg|thumb|left|
Dalla tarda primavera di quell'anno Zola soggiorna per brevi periodi sui bordi della [[Senna]] a [[Bennecourt]] e Gloton, ameni ritrovi per i suoi amici di Aix, pittori e scrittori, pochi chilometri a nord di Parigi. Questi luoghi, frequentati anche da Daubigny e Monet, offrono molti spunti alla pittura paesaggistica protoimpressionista, e suggeriranno molte pagine allo stesso Zola maggiore. Lo scrittore, sempre più entusiasta di una pittura viva, realistica, indipendente, soggiacente al temperamento individuale, prende a frequentare a Parigi il [[café Guerbois]] e il 1º gennaio 1867 compare su ''La Revue du XIXe siècle'', diretta da [[Arsène Houssaye]], un suo lungo studio su Manet, uscito poi anche in brochure nel maggio seguente, in occasione di un'esposizione personale dell'artista.<ref>H. Mitterand, cit, pp. 511, 516 e ss., C. Becker et al., ''Dictionnaire d'Émile Zola'', cit., p. 313.</ref>
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Zola ormai lavora costantemente, e guadagna bene. In questo periodo viene anche in contatto con le idee del [[socialismo]] e del [[marxismo]], che approvò in larga parte, anche se molti critici di quell'area politica attaccarono inizialmente i suoi romanzi, poiché troppo pessimisti sul futuro rivoluzionario della classe operaia.<ref name=zolabio/><ref>Sambugar, Ermini, Salà, ''Percorsi modulari di lettura'', La Nuova Italia</ref>
Émile Zola divenne in gioventù, e tale rimase fino alla morte, [[ateo]] e [[anticlericale]], e si avvicina al [[positivismo]].<ref>
Nel 1888 è insignito della [[Legion d'onore]]. Nel 1886 si era interrotta l'amicizia con Cézanne, a causa della pubblicazione del romanzo del ciclo dei Rougon-Macquart ''L'Oeuvre'', che narra di un pittore fallito e [[Suicidio|suicida]].<ref name=zolabio/>
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* ''[[Nuove storielle a Ninon]]'' (''Nouveaux Contes à Ninon'', 1874), trad. di Raffaello Barbiera, Treves, Milano, 1922
==== Ciclo dei ''
[[File:Paul Alexis.JPG|thumb|''[[Paul Alexis]] legge un manoscritto a Zola'', di [[Paul Cézanne]] (1869-1870)]]
# ''[[La fortuna dei Rougon]]'' (''La Fortune des Rougon'', 1871)
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I personaggi e gli ambienti in cui si muovono sono osservati e descritti con scrupoloso realismo, secondo il canone dell'impersonalità e della cosiddetta "eclissi dell'autore", come in un documentario, anche se è possibile scorgere la simpatia dello scrittore per le classi umili e gli sfruttati della società. Questa sua linea narrativa, oltre a grandi consensi, gli attira spesso violente critiche da parte degli ambienti più [[Conservatorismo|conservatori]] e [[Morale|moralisti]] dell'epoca. Nei suoi romanzi vengono infatti frequentemente smascherate le ipocrisie e le bassezze della [[borghesia]] francese<ref name=zolabio/><ref name=bio/>, con descrizioni freddamente oggettive anche nei confronti dei [[Sessualità|costumi sessuali]] (come in ''[[Nanà (romanzo)|Nanà]]'', romanzo che ha analogie con ''[[La signora delle camelie]]'' di Dumas), il che gli procura anche l'epiteto di ''[[porno]]grafo''. In altri romanzi vengono denunciate con vigore le miserevoli condizioni di vita delle classi più povere (come per esempio in "[[Germinale (romanzo)|Germinal]]", storia di uno sciopero sindacale ambientato in un villaggio di [[Miniera|minatori]]), o la [[corruzione]] della [[società (sociologia)|società]] del [[Secondo impero francese|Secondo impero]], il che gli attirò l'accusa di essere addirittura un sovversivo.<ref name=zolabio/>
[[File:Gil Blas - Germinal.jpg|thumb|left|Immagine di copertina per ''Germinal'']]
Le sue idee, lo stile narrativo e le teorie sul naturalismo favorirono anche la nascita di un altro movimento del [[Realismo (letteratura)|realismo]] in letteratura, il [[Verismo]] italiano, nato per opera di [[Giovanni Verga]] e [[Luigi Capuana]], ma la sua influenza è presente anche su altri della stessa corrente come [[Federico De Roberto]] e [[Matilde Serao]]. La Serao in particolare è la più "zoliana" dei romanzieri italiani: scrive nel 1883 il romanzo-inchiesta ''[[Il ventre di Napoli]]'' (che riprende il titolo del romanzo zoliano ''[[Il ventre di Parigi]]'') e realizza anche un parallelo esplicito con i temi dei ''Rougon-Macquart'', seppur con minor successo e {{Senza fonte|minor qualità}}, nel romanzo ''[[Il paese di cuccagna]]'' del 1891 (anche qui evidente l'analogia del titolo con ''[[La cuccagna (romanzo)|La cuccagna]]'' del romanziere francese). Come sfondo utilizza [[Napoli]], città molto diversa da Parigi e ancora arretrata, e la dipendenza del [[gioco d'azzardo]] (come il [[lotto]]) diventa l'equivalente locale dell'[[alcolismo]] che conduce alla morte e alla rovina i personaggi dei romanzi come ''[[L'Assommoir]]''.<ref>[https://books.google.it/books?id=qRuAkFDJ_OwC&pg=PA281&lpg=PA281&dq=il+paese+di+cuccagna+emile+zola&source=bl&ots=Nw_HrwC5BY&sig=vg6VdHP9HtL_SXiZUpco2YcemXE&hl=it&sa=X&ved=0CEoQ6AEwCGoVChMIpNGNzvioyAIVQbIUCh3lTQhC#v=onepage&q=il%20paese%20di%20cuccagna%20emile%20zola&f=false Sharon Wood, ''Italian Women's Writing, 1860-1994''], 1995, note</ref><ref>
Sempre in paragone con il verismo, la tecnica di Zola è definita da [[Romano Luperini]] come "impersonalità ''a parte subiecti''", diversa da quella ''a parte obiecti'' di [[Giovanni Verga]]. Il narratore esterno di Zola mostra un distacco che permette un giudizio e quindi la possibilità di un progresso, contro l'idea [[conservatorismo sociale|social-conservatrice]] verghiana per cui non esiste la possibilità di un miglioramento. Questo riflette appunto anche le idee politiche dei due scrittori: se entrambi sono anti-[[borghesi]] e attenti alla [[materialismo|realtà materiale]] della società umana, Verga è però un acceso [[patriota]], prima [[liberalismo|liberale]] e poi [[nazionalismo italiano|nazionalista]] (quasi ai limiti del [[reazionario]] in tarda età), nonché fervente [[Francesco Crispi|crispino]], e per lui l'osservazione della realtà è fine a sé stessa, unendo in ciò il suo sentimento [[aristocratico]] al [[pessimismo]]; Zola è invece un [[riformismo|riformista]], poi anche [[socialista]] e [[progressismo|progressista]], e osserva la realtà non solo per comprenderla ma, come [[Marx]], anche per cambiarla.<ref>[http://www.storiadellaletteratura.it/main.php?cap=18&par=4 Antonio Piromalli, ''Storia della letteratura italiana: Il verismo e l'arte di Giovanni Verga'']</ref><ref>[http://www.classicitaliani.it/verga/critica/pasquali_realismo_verga.htm Angelo Pasquali, ''Il realismo''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160403213117/http://www.classicitaliani.it/verga/critica/Pasquali_Realismo_Verga.htm |date=3 aprile 2016 }}, in Antologia della Letteratura Italiana, vol. III: Dall'Ottocento alla prima metà del Novecento, parte II: dalla Scapigliatura ai Contemporanei, Editrice D'Anna, Messina-Firenze, ristampa 1979</ref>
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===Fotografia===
Zola si interessò anche di fotografia (un altro parallelo con Verga). È assai probabile che furono gli amici, il giornalista Victor Billaud e forse [[Nadar]] a consigliarlo. Quando scattò la sua prima immagine Zola aveva già 54 anni nel 1894. In otto anni, cioè fino al 1902 quando morì, aveva prodotto oltre 6 000 immagini, lastre e negativi, la gran parte dei quali
Che Zola fosse stato anche un fotografo lo si appreso solo nel 1979, quando il nipote dello scrittore, François Émile-Zola, deceduto nel 1989, pubblicò il volume ''Zola Photographe'' con 480 fotografie. Nelle sue immagini non cercava né il bello e neppure di realizzare delle fotografie d'arte, a lui interessa la fotografia come ricerca della verità. [[Susan Sontag]] cita le parole di Zola, il massimo ideologo del realismo letterario: ''"A mio parere non si può sostenere di aver visto qualcosa finché non lo si è fotografato"''. Come a dire, secondo Sontag, che la fotografia non si limita a registrare la realtà ma ne modifica la percezione di chi guarda, cambiando il concetto stesso della realtà<ref>{{Cita notizia|lingua=it|autore=Susan Sontag|url=|titolo=Sulla fotografia. Realtà e immagine nella nostra società|pubblicazione=Einaudi editore|anno=2004|p=|cid=}}</ref>.
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* {{Cita libro|editore=Health|cognome=Zola|nome=Émile|titolo=Débâcle|città=Boston, New York, Chicago|accesso=1º aprile 2015|data=1922|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=2850949}}
=== Edizioni italiane ===
*{{Cita libro|titolo = Una notte d'amore |autore =Emile Zola |collana=[[Piccola Collezione Amena]]|editore=
*{{Cita libro|titolo = Nais Nicoulin |autore =Emile Zola|collana=[[Piccola Collezione Amena]]|editore=
== Note ==
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[[Categoria:Scrittori atei]]
[[Categoria:Critici letterari francesi]]
[[Categoria:Candidati al premio Nobel]]
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