Mario Schifano: differenze tra le versioni

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|Nazionalità = italiano
|Didascalia = Mario Schifano fotografato da Uliano Lucas
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Insieme a [[Franco Angeli (pittore)|Franco Angeli]] e [[Tano Festa]] rappresentò un punto fondamentale della [[Pop art]] italiana ed europea. Perfettamente inserito nel panorama culturale internazionale degli anni sessanta, era reputato un artista prolifico, esuberante ed amante della mondanità. L'abitudineLa alle[[Tossicodipendenza|dipendenza dalle droghe]] che durò per tutta la sua vita gli valse l'etichetta di "artista maledetto".<ref name=artnet>[http://www.artnet.com/magazineus/features/scobie/scobie3-23-06.asp "A La Schifano"] by Ilka Scobie, published on Artnet.com, February 2006, retrieved 11 September 2008</ref>.
 
Appassionato studioso di nuove tecniche pittoriche, fu tra i primi ad usare il computer per creare opere e riuscì a elaborare immagini dal computer e riportarle su tele emulsionate (le "tele computerizzate").<ref name=artearti>[http://www.artearti.net/magazine/articolo/Mario_Schifano_1934_1998/ "Mario Schifano 1934-1998"] di Marica Guccini, pubblicato su artearti.net/, Agosto 2008</ref>. La prolificità dell'autore e l'apparente semplicità delle sue opere hanno portato alla diffusione di un grande numero di falsi, soprattutto dopo la sua scomparsa.
 
== Biografia ==
=== Gioventù ed esordi ===
Mario Schifano nacque nella [[Libia italiana]], dove il padre, di origine [[Sicilia|sicilianasicilia]]na, era impiegato del ministero della Pubblica Istruzione e collaboratore di [[Renato Bartoccini]].<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=zNmGCmsURvU 1984/05 "Museo Civico Gibellina: Mario Schifano" di Peppe Occipimti, Tele Scirocco Trapani]</ref>. Dopo la fine della guerra tornò a [[Roma]] dove, a causa della sua personalità irrequieta, lasciò presto la scuola, lavorando in un primo momento come commesso, per poi seguire le orme del padre che lavorava al [[Museo nazionale etrusco di Villa Giulia|museo etrusco di Villa Giulia]] come archeologo e restauratore. Grazie a questa esperienza si avvicinò all'arte eseguendo, in un primo periodo, opere che risentivano dell'influenza dell'[[Arte informale]]. La sua prima mostra personale fu alla Galleria Appia Antica di Roma nel 1959.<ref name=MAV>[{{Cita web |url=http://www.mediartivisive.it/mario_schifano_biografia.html |titolo=Mario Schifano su Medì Arti Visive] |accesso=4 febbraio 2014 |dataarchivio=10 ottobre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121010024259/http://www.mediartivisive.it/mario_schifano_biografia.html |urlmorto=sì }}</ref>.
 
Sul finire degli anni cinquanta partecipò al movimento artistico [[Scuola di Piazza del Popolo]] assieme ad artisti come [[Francesco Lo Savio]], [[Mimmo Rotella]], [[Giuseppe Uncini]], [[Giosetta Fioroni]], [[Tano Festa]] e [[Franco Angeli (pittore)|Franco Angeli]]. Il gruppo si riuniva al ''Caffè Rosati'', bar romano allora frequentato fra gli altri da [[Pier Paolo Pasolini]], [[Alberto Moravia]] e [[Federico Fellini]] e situato a piazza del Popolo, da cui presero il nome. Nel 1960 i lavori del gruppo vengono esposti, in una mostra collettiva, presso la Galleria La Salita.<ref name="DiMarino">A cura di Bruno Di Marino, Marco Meneguzzo, Andrea La Porta, ''Lo sguardo espanso. Cinema d'artista italiano 1912-2012'', Silvana Editoriale, 2012</ref>.
 
=== 1961-1970: Arte, Cinema e Le Stelle ===
Nel 1961 ottiene il [[Premio Lissone]] per la sezione "Giovane pittura internazionale" e una personale alla [[Galleria La Tartaruga]] di [[Plinio De Martiis]] a Roma.
 
Nel frattempo, al ''Caffè Rosati'' aveva conosciuto fra gli altri la sua futura amante [[Anita Pallenberg]], con la quale fece il suo primo viaggio a [[New York]] nel 1962 dove entrò in contatto con [[Andy Warhol]] e [[Gerard Malanga]] frequentando la [[The Factory|Factory]] e le serate del [[New American Cinema Group]]. In questo periodo partecipò alla mostra ''New Realists'' alla Sidney Janis Gallery, una collettiva che comprendeva gran parte dei giovani artisti della [[Pop art]] e del [[Nouveau Réalisme]], fra cui Andy Warhol e [[Roy Lichtenstein]].<ref name="artnet" />. Ebbe poi occasione di partecipare alla vita mondana newyorkese che lo portò alle prime sperimentazioni con l'[[LSD]].<ref name="Mattioli">Valerio Mattioli: ''Roma 60. Viaggio alle radici dell'underground italiano. Parte prima'', [[Blow Up (rivista)|Blow up]] #187 pg. 73, Dicembre 2013, Editore: Tuttle Edizioni</ref>.
 
Al suo ritorno da New York, dopo aver partecipato a mostre a Roma, Parigi e Milano, partecipò nel 1964 alla [[XXXII Esposizione internazionale d'arte]] di [[Venezia]].<ref name="DiMarino" />. In questo periodo, i suoi quadri definiti "paesaggi Anemici", nei quali è la memoria ad evocare la rappresentazione della natura con piccoli particolari o scritte allusive e compaiono in embrione le rivisitazioni della [[storia dell'arte]] che lo portarono più tardi alle famose opere pittoriche sul futurismo.<ref name="MAV" />. Sono dello stesso anno anche i suoi primi film in [[16 mm]] ''Round Trip'' e ''Reflex'', che lo inseriscono, come figura centrale del [[cinema sperimentale]] italiano, al margine di quel movimento che di li a poco avrebbe portato all'esperienza della [[Cooperativa Cinema Indipendente]], alla quale non aderì mai apertamente.<ref name="DiMarino" />. A Roma conobbe e frequentò [[Marco Ferreri]] e [[Giuseppe Ungaretti]] al quale, già ottantenne, offrì una serata al Peyote.<ref name="Mattioli" />. Ma una delle conoscenze di questo periodo che più lo influenzarono fu quella con Ettore Rosboch, con il quale strinse una profonda amicizia, basata sulla comune passione per la musica. In quegli anni, anche grazie ai continui viaggi a [[Londra]], i due strinsero amicizia con i [[Rolling Stones]], ai quali presentarono Anita Pallenberg che nel 1965 iniziò una relazione con [[Brian Jones]], per poi diventare, anni dopo, la compagna di [[Keith Richards]].<ref name="Mattioli" />. Nel 1965 partecipa alla [[Biennale di San Marino]] e alla [[Biennale di San Paolo]] del Brasile e realizza il suo ciclo di lavori dal titolo ''Io sono infantile'', risvegliando l'interesse fra gli altri di [[Maurizio Calvesi (saggista)|Maurizio Calvesi]], [[Maurizio Fagiolo dell'Arco]] e [[Goffredo Parise]].<ref name="MAV" />.
 
Nel 1966-67, anche grazie alla collaborazione di Ettore Rosboch forma la band [[Le Stelle di Mario Schifano]], avviando così una stretta collaborazione con i musicisti Giandomenico Crescentini, ex bassista dei [[New Dada]], il chitarrista romano Urbano Orlandi, il tastierista Nello Marini, ed il batterista alessandrino Sergio Cerra, dei quali gestisce l'indirizzo musicale e la regia dei concerti trasformandoli, per un paio d'anni, in uno degli esempi più alti di [[musica psichedelica]] italiana ed internazionale.<ref name="Cope">[http://www.headheritage.co.uk/unsung/albumofthemonth/le-stelle-di-mario-schifano-dedicato-a ''Le Stelle di Mario Schifano - Dedicato a'' di Julian Cope per Head Hermitage]</ref>. Mario Schifano lasciò il gruppo a se stesso dopo l'evento romano ''Grande angolo, sogni e stelle'' svoltosi il 28 dicembre al [[Piper Club]],<ref>{{Cita libro|cognome=Rizza|nome=Corrado|titolo=Piper Generation. Beat, shake & pop art nella Roma anni ’60|editore=Lampi di Stampa|anno=2007|ISBN=978-88-488-0582-7|pp=191-192-193-194-195-196-197 }}</ref>, dedicandosi più attivamente alla sua attività cinematografica ed artistica, e lasciandosi anche trascinare in una temporanea relazione con [[Marianne Faithfull]], di cui si parlò molto nella stampa scandalistica inglese.<ref name="Mattioli" /><ref>{{Cita libro|cognome=Faithfull|nome=Marianne|titolo=Faithfull|editore=Penguin|anno=1995|ISBN=0-14-024653-3|pp=271–274}}</ref>. L'impianto visivo della serata ''Grande angolo, sogni e stelle'' prevedeva inoltre la proiezione sui musicisti, tramite quattro proiettori, di immagini sul Vietnam, di immagini di natura e del lungometraggio ''[[Anna Carini vista in agosto dalle farfalle]]''<ref name="Mattioli" /> precedentemente presentato allo Studio Marconi.<ref name="MAV" />.
 
Nel 1967 realizza le sequenze dei titoli di testa e di coda per il film ''[[L'harem]]'' di Marco Ferreri. Fu proprio grazie all'interessamento di Ferreri al suo lavoro se l'anno dopo riuscì a produrre la sua ''Trilogia per un massacro'', formata dai tre lungometraggi ''Satellite'' (1968), ''Umano non umano'' (1969), a cui collaborarono [[Adriano Aprà]], [[Carmelo Bene]], [[Mick Jagger]], [[Alberto Moravia]], [[Sandro Penna]], [[Rada Rassimov]] e [[Keith Richards]] e ''Trapianto, consunzione, morte di Franco Brocani'' (1969).<ref name="DiMarino" />.
 
Nel 1968 disegna la copertina di ''[[Stereoequipe]]'' degli [[Equipe 84]]. Nel 1969 l'appartamento, sito in piazza in Piscinula a [[Roma]] che allora apparteneva a Schifano, fu usato da Ferreri come set del film ''[[Dillinger è morto]]'', chesulle cui pareti sono vedevisibili alcuni dipinti dell'artista alle pareti.<ref>Scandola, Alberto. ''Marco Ferreri'', Il Castoro cinema n° 215, Milano, 2004, pag. 74, ISBN 88-8033-309-7</ref><ref>[https://giulianocinema.blogspot.com/2010/03/dillinger-e-morto.html Blogger: Accedi<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Nel 1969 i Rolling Stones dedicano a Mario Schifano il brano ''Monkey Man''.<ref name="Mattioli"/>
 
=== Anni settanta e ottanta ===
Nel 1971 alcuni suoi quadri vengono inseriti da [[Achille Bonito Oliva]] nella mostra ''Vitalità nel negativo nell'arte italiana 1960/70.''<ref name=MAV/>. Inoltre la sua amicizia con il presidente della Biennale di Monza, Oscar Cugola, lo portò ad essere molto vicino agli ambienti televisivi. Molti dei suoi lavori, i cosiddetti "monocromi", presentano solamente uno o due colori, applicati su carta da imballaggio incollata su tela. L'influenza di [[Jasper Johns]] si manifestava nell'impiego di numeri o lettere isolate dell'alfabeto, ma nel modo di dipingere di Schifano possono essere rintracciate analogie con il lavoro di [[Robert Rauschenberg]]. In un quadro del [[1960]] si legge la parola "no" dipinta con sgocciolature di colore in grandi lettere maiuscole, come in un graffito murale.
 
L’influenza della Pop art si nota in tutta la produzione artistica di Mario Schifano, affascinato dalle nuove tecnologie, dalla pubblicità, dalla musica, dalla fotografia e dalla sperimentazione. In particolare, le opere più vicine alla pop art dell’artista sono quelle degli anni Ottanta. Tra le opere più importanti di Marioquesto Schifanoperiodo vanno ricordate le ''Propagande'', serie dedicate ai marchi pubblicitari ([[Coca-Cola]] ed [[Esso]]) in cui si ha quelun chiaro esempio di popular art, ovvero la veicolazione di immagini di uso comune e facilmente riconoscibili citate in molteplici modi o particolari delle stesse, alle biciclette, ai fiori e alla natura in genere (tra le serie più famose troviamo i ''Paesaggi anemici'', le ''Vedute interrotte'', ''L'albero della vita'', ''estinti'' e i ''Campi di grano''). Sono sicuramente da annoverare come tra le opere più riconoscibili e importanti le tele emulsionate, figlie di quei suoi continui scatti fotografici che accompagnano tutta la sua vita, telesupporti dovesui quali vengono riproposte immagini televisive di consumo quotidiano, molteplici e a flusso continuo con leggeri interventi pittorici. Esistono nella sua produzione anche tele dove intramite tecnica di [[serigrafia]] sono riproposte immagini tra le più importanti da lui realizzate (''Esso'', ''Compagni compagni'', ''Paesaggi''), chele quali tuttavia non sono però da intendere propriamente come "serigrafiaserigrafie", mabensì per l'appuntoquali opere uniche realizzate con la suddetta tecnica. Schifano in quegli anni aveva quasi abbandonato la "pittura" come tecnica in quanto lui stesso affermava che laessa pittura erafosse morta e diventata obsoleta rispetto all'utilizzo di tecniche diverse (vediad esempio le emulsioni o serigraficoappunto le serigrafie). In realtà non la abbandonerà mai nonostante la realtà pittorica di quegli anni lo suggerisse, anchepermettendogli sein peròogni divennecaso undi diventare precursore sempre curioso dell'uso della tecnologia per la sua produzione artistica. Per affinità con le tendenze culturali di cui sopra, negli anni ottanta entrò in contatto con il gruppo di creativi (illustratori, scrittori, fumettisti, reporter) della rivista [[Frigidaire (rivista)|''Frigidaire'']] ([[Stefano Tamburini]], [[Vincenzo Sparagna]], [[Andrea Pazienza]], [[Tanino Liberatore]], [[Massimo Mattioli]], [[Filippo Scozzari]]).
 
Nel [[1984]] realizza il ''Ciclo della natura'', composto da dieci grandi tele donate al [[Museo d'Arte Contemporanea di Gibellina]], in [[provincia di Trapani]].
 
=== Anni novanta ===
L'ultimo periodo di produzione è particolarmente segnato dai media e dalla multimedialità, interrotto soltanto da alcuni cicli più prettamente pittorici<ref>{{Cita news|url=https://collezionedatiffany.com/mario-schifano-istruzioni-uso/|autore=Roberto Brunelli|data=2017-01-24|accesso=2023-12-11|titolo=Mario Schifano: istruzioni per l’uso|pubblicazione=Collezione da Tiffany}}</ref>. Il 27 marzo [[1997]] l'artista, che negli anni ottanta aveva subito delle condanne per possesso di sostanze stupefacenti, ottenne dalla Corte d'Appello penale di Roma la completa reintegrazione giudiziaria perchépoiché "la droga era solo per uso personale" grazie alalla difesa suo avvocato Attilio Maccarrone.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/03/27/assolto-schifano-la-droga-era-solo-per.html ''Assolto Schifano'': "''La droga era solo per uso personale''"], ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'', 27 marzo 1997</ref>. Morì a 63 anni, mentre si trovava nel centro di rianimazione dell'ospedale Santo Spirito di Roma, a causa di un infarto.<ref>[http://www.repubblica.it/online/cultura_scienze/schifano/portante/portante.html ''L'arte italiana piange Schifano''], ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'', 26 gennaio 1998</ref>.
 
==Mercato dell'arte==
In un'asta di [[Sotheby's]] nel 2022, l'opera ''Tempo Moderno'' (smalto su tela) è stata venduta per 2,3 milioni di €.<ref>{{Cita web|url=https://artslife.com/2022/10/26/mario-schifano-nuovo-record-dasta-a-23-milioni-di-euro-da-sothebys-a-parigi/|titolo=Mario Schifano: nuovo record d'asta a 2,3 milioni di euro da Sotheby's a Parigi|autore=Redazione|sito=ArtsLife|data=2022-10-26|lingua=it-IT|accesso=2024-08-28}}</ref>
 
== Eredità ==
Il [[Centro studi e archivio della comunicazione|Centro Studi e Archivio della Comunicazione]] di [[Parma]] conserva due fondi dedicati a Mario Schifano. Il primo<ref>{{Cita web|url=http://samha207.unipr.it/samirafe/loadcard.do?id_card=23882&force=1|titolo=Collezione Musei|sito=samha207.unipr.it|lingua=it|accesso=2018-11-05}}</ref> di questi comprende 13 opere su tela. Il secondo<ref>{{Cita web|url=http://samha207.unipr.it/samirafe/loadcard.do?id_card=17063&force=1|titolo=Collezione Musei|sito=samha207.unipr.it|lingua=it|accesso=2018-11-05}}</ref> è invece composto da 132 polaroid e da 244 fotografie in bianco e nero su carta tonalità argento, realizzate negli Stati Uniti durante la progettazione del film ''Human Lab'', oltre aad una serie di 47 fotografie in bianco e nero di autori vari (in prevalenza anonimi): ritratti di Mario Schifano al lavoro, in casa, in compagnia di altri artisti o intellettuali. Entrambi i fondi sono pubblici e interamente consultabili.
 
Nel [[2008]] in occasione del decimo anniversario della morte di Schifano, lo [[CSAC]] organizza ''America Anemica'', una rassegna dell’intera donazione dell’autore curata da [[Arturo Carlo Quintavalle]].
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* 1967: ''Fotografo'' <small>(16&nbsp;mm, B&W, muto, 3')</small>
* 1967: ''Schifano'' <small>(16&nbsp;mm, B&W, muto, 1')</small>
* 1967: ''Voce della foresta di plastica'' <small>(16 &nbsp;mm)</small>
* 1968: ''Satellite'' <small>(35&nbsp;mm, B&W e Col, 82')</small>
* 1969: ''[[Umano, non umano]]'' <small>(35&nbsp;mm e 16&nbsp;mm, Col, 95': Produzione Mount Street Film)</small>
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* 1961: ''Mario Schifano'', Galleria La Tartaruga, [[Roma]]
* 1963: ''Schifano. Tutto'', Galleria Odyssia, [[Roma]]
* 1963: Galleria L’Ariete, [[Milano]].
* 1963: Galerie Sonnabend, [[Parigi]].
* 1964: ''Mario Schifano'', Galleria L'Ariete, [[Milano]]
* 1964: Galleria Il Punto, [[Torino]].
* 1964: Odyssia Gallery, [[New York]]
* 1966: ''Inventario con anima e senza anima'', Studio Marconi, [[Milano]].
* 1966: Galleria Il canale, [[Venezia]]
* 1966: Galleria Stein, [[Torino]]
* 1967: ''Tuttestelle'', Studio Marconi, [[Milano]]
* 1967: Galleria La Bertesca, [[Genova]]
* 1967: Galleria Stefanoni, [[Lecco]]
* 1967: Galleria Scipione, [[Macerata]]
* 1968: ''Compagni compagni'', Studio Marconi, [[Milano]]
* 1969: Galleria La Chiocciola, [[Padova]]
* 1970: ''Paesaggi TV'', Studio Marconi, [[Milano]]
* 1972: Galleria L’Uomo e l’Arte, [[Milano]]
* 1973: Galleria Il Gabbiano, [[Roma]]
* 1973: Galleria La Steccata, [[Parma]]
* 1974: ''Mario Schifano'', [[Palazzo della Pilotta|Salone delle scuderie in Pilotta]], [[Parma]]
* 1975: ''La pittura come macchina del desiderio. Mario Schifano 1960-62'', Galleria D’Alessandro-Ferranti, [[Roma]]
* 1975: Galleria Sangallo, “Inventario”, [[Firenze]]
* 1975: ''Mario Schifano 1960-1970'', Galleria La Chiocciola, [[Padova]]
* 1976: ''Documenti. La tendenza pop, una situazione italiana. Mario Schifano'', Galleria Civica d’Arte Moderna, [[Modena]]
* 1976: Galleria Niccoli, [[Parma]]
* 1978: ''Mario Schifano, ampio insoluto'', A.A.M. Architettura Arte Moderna, [[Roma]].
* 1978: ''Capolavoro sconosciuto'', [[Galleria La Tartaruga]], [[Roma]]
* 1978: ''Schifano fotografo. Diario di viaggio di Nancy Ruspoli'', [[Università degli Studi di Parma|Università degli Studi]], [[Centro studi e archivio della comunicazione|Centro Studi e Archivio della Comunicazione]], [[Parma]]
* 1979: [[Palazzo dei Diamanti]], Galleria Civica d’Arte Moderna, [[Ferrara]]
* 1980: ''Viaggiatore notturno. Collages, disegni, serigrafie, fotografie, film'', Istituto Nazionale per la Calcografia, [[Roma]]
* 1980: ''Mario Schifano 1970-1980. Laboratorio umano e pittura'' Galleria Comunale d’Arte Moderna, [[Palazzo del Ridotto]], [[Cesena]]
* 1981: ''Cosmesi'', Studio Soligo, [[Roma]]
* 1982: ''Mario Schifano'', [[Museo d'arte della città di Ravenna]], [[Ravenna]]
* 1982: ''Approssimazioni. Un ciclo di architetture di Mario Schifano'', Galleria Vigato, [[Alessandria]]
* 1983: “Opere recenti”, Galleria Bergamini Diarte, [[Milano]]
* 1983: Annina Nosei Gallery, [[New York]]
* 1984: ''Naturale sconosciuto'', Palazzo delle Prigioni Vecchie, [[Venezia]]
* 1985: Musée Saint-Pierre art contemporain, [[Lione]]
* 1986: Villa Arson, [[Nizza]]
* 1987: ''Perdita d’occhio, cento per settanta'', Galleria Mazzocchi, [[Parma]]
* 1988: ''Indicazioni'', Palazzo Guasco Gallarati, [[Alessandria]]
* 1988: ''Le secret de la jeunesse éternelle: un Faust dionysiaque'', Galerie Adrien Maeght, [[Parigi]]
* 1989: ''Inventario con anima e senz’anima'', Padiglione d’Arte Contemporanea, [[Ferrara]]
* 1990: “''Divulgare''”, Palazzo delle Esposizioni, [[Roma]]
* 1990: “''Mario Schifano. Una collezione ’60/70''”, Studio Marconi, [[Milano]]
* 1991: “''Venezioso''”, Bugno & Samueli Art Gallery, [[Venezia]]
* 1992: “''Tridente sette. Mediterranea''”, Galleria Anna D’Ascanio, [[Roma]]
* 1994: ''Mario Schifano'', Yurakucho Art Forum, [[Tokyo]]
* 1996: ''Musa ausiliaria'', Fundaçao Memorial de América Latina, [[San Paolo del Brasile]]
* 1998: ''Quattordicimila giorni e oltre'', Studio Casoli, [[Roma]]
* 1998: ''Sognato acquerello dipinto a smalto'', Galleria Zonca & Zonca, [[Milano]]
* 1999: ''Io sono infantile'', Palazzo Magnani, [[Reggio Emilia]]
* 1999: “Musa ausiliaria, Centrum Sztuki Wspólczesnej, Zamek Ujazdowski, [[Varsavia]]
* 2001: ''MarioSchifanotutto'', Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, [[Roma]]
* 2003: ''Mario Schifano 1960-1965'', Galleria Zonca & Zonca, [[Milano]]
* 2004: ''Gli anni Ottanta. Cartagine, Acropolium, Deserts'', MACI, Museo d’Arte Contemporanea Isernia, [[Isernia]]
* 2005: ''Schifano 1960-1964. Dal monocromo alla strada'', Fondazione Marconi, [[Milano]]
* 2005: ''Deserts'', Museo di Belle Arti, [[Marrakesh]]
* 2005: ''Big Paintings'', Istituto Italiano di Cultura, [[Londra]]
* 2006: ''Schifano 1964-1970. Dal paesaggio alla TV'', Fondazione Marconi, [[Milano]]
* 2007: ''Mario Schifano: paintings 1960-1966'', Sperone Westwater Gallery, [[New York]]
* 2008: ''Schifano. America Anemica'', Palazzo Pigorini, Parma
* 2008: ''Schifano 1934-1998'', Galleria nazionale d’arte moderna, Roma
* 2009: ''Schifano. Tutte STELLE'', MdM Museum, Porto Cervo-Arzachena
* 2009: ''Schifano 1934-1998'', Musée d’art moderne, Saint-Etienne
* 2010: ''Laboratorio Schifano'', MACRO, Roma
* 2017: ''Mario Schifano nelle collezioni private e non solo'', Appartamenti della Rustica, [[Palazzo Ducale (Mantova)|Palazzo Ducale]], [[Mantova]]
* 2017: ''Al di là delle Stelle Mario Schifano: Monotipi e Multipli'', Fornaciai Art Gallery, Firenze - Modern and Contemporary since 1956.
* 2019: Mario Schifano a cura di Graziano Menolascina, Artissima, Torino.
* 20232021: Mario Schifano: IlLa nuovo immaginarioPittura. 1960-1990, [[GallerieGalleria d'ItaliaLombardi]], Napoli[[Roma]]
* 2023: Mario Schifano: Il nuovo immaginario. 1960-1990, [[Gallerie d'Italia di Napoli|Gallerie d'Italia]], [[Napoli]]
* 2023: Mario Schifano: The Rise of the ‘60s. [[Magazzino Italian Art]], [[Cold Spring NY]]
* 2023: Mario Schifano: TUTTO nelle carte…. A cura di Alberto Salvadori [[fondazione Marconi e GiòMarconi]], [[Milano]]
* 2023: Mario Schifano: Visioni dell’anima. A cura di Lorenzo Lombardi [[Galleria Lombardi]], [[Roma]]
* 2024: Mario Schifano: Compagni in un'oasi sotto il cielo stellato. Spazio Roseto, Corso Garibaldi 95, [[Milano]]
 
===Collettive===
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* 1969: ''Aspekte aus Italien'', [[Vienna]]
* 1970: Palazzo delle Esposizioni, ''Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960-70'', Roma
* 1972 ''Tra rivolta e rivoluzione'', Galleria Comunale d’Arte Moderna, [[Bologna]]
* 1973: ''X Quadriennale nazionale d'arte'', Roma
* 1976: ''Europa-America, l’astrazione determinata 1960-76'', Galleria Nazionale d’Arte Moderna, [[Bologna]]
Line 193 ⟶ 201:
* 1984: ''XLI Biennale Internazionale d’Arte'', [[Venezia]]
* 1986: ''Alcuni aspetti dell’arte contemporanea in Italia'', Soares dos Reis, [[Porto (Portogallo)|Porto]]
* 1986: ''1960-1985. Aspekte der ltalienischer Kunst'', Haus am Waldsee, [[Berlino]]
* 1987: ''Per amor del cielo'', Galleria d’Arte Moderna, [[Palermo]]
* 1987: ''L’Attico 1957-1987. 30 anni di pittura, scultura, musica, danza, performance, video'', chiesa di San Nicolò, [[Spoleto]]
* 1989: ''La collezione Sonnabend dalla pop art in poi'', Galleria Nazionale d’Arte Moderna, [[Roma]]
* 1989: ''Arte italiana nel XX secolo'', Royal Academy, [[Londra]]
*1991: Capo d'Orlando: Una città per l'Arte - Luci e vetrine della città per artisti contemporanei, Capo d'Orlando
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* 2003: ''Un cielo pieno di cultura, Moravia, Pasolini e Schifano a Sabaudia'',Museo Emilio Greco, [[Sabaudia]]
* 2005: ''Pop art Italia 1958-1968'', Galleria Civica d’Arte Moderna, [[Modena]]
* 2008: ''Pop Art Italia 1956-1968'' Scuderie del Quirinale, [[Roma]]
* 2008: ''Italics. Arte Italiana tra tradizione e rivoluzione 1968-2008'' Palazzo Grassi, [[Venezia]]
* 2011: ''Gli irripetibili anni ’60. Un dialogo tra Roma e Milano'', Fondazione Roma, [[Roma]]
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== Mario Schifano nei musei ==
 
* [[CAM Casoria Contemporary Art Museum]], [[Casoria]]
* [[Palazzo Bartolini Salimbeni|Collezione Roberto Casamonti]], Firenze
* [[Centro studi e archivio della comunicazione|CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione]], [[Università di Parma]]
* Fondazione Biscozzi Rimbaud, [[Lecce]]
* [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]], [[Roma]]
* [[Imago Museum]], [[Pescara]]
* Mart- [[Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto]]
* [[Museo Carandente, Palazzo Collicola - Arti visive]], [[Spoleto]]
* Museo Civico di arte contemporanea, [[Gibellina]]
* [[Museo di arte contemporanea (Roma)]] (MACRO), [[Roma]]
* [[Museo di Arte Moderna di Avezzano|Pinacoteca d'arte moderna]], [[Avezzano]]
* [[Museo d'arte moderna di Bologna|Museo d'arte moderna]] - (MAMbo), [[Bologna]]
* [[Museo Fisogni]], [[Tradate]]
* [[Museo Palazzo Ricci]], [[Macerata]]
* Museo Perrando (Collezione privata del mecenate Giuliano Bianchi), [[Sassello]]
* [[Parco museo Santa Barbara|Museo Santa Barbara]] - (MuSaBa), [[Mammola (Italia)|Mammola]]
* [[Museo di Arte Moderna di Avezzano|Pinacoteca d'arte moderna]], [[Avezzano]]
* [[The Drawing Center]], [[New York]]
* [[Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente]], [[Milano]]
* [[MuseoThe PalazzoDrawing RicciCenter]], [[MacerataNew York]]
* [[Imago Museum]], [[Pescara]]
* [[Palazzo Bartolini Salimbeni|Collezione Roberto Casamonti]], Firenze
 
== Note ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.mam-st-etienne.fr/index.php?rubrique=30&exposition_id=123/|titolo=Mario Schifano 1934-1998, Musée d'Art Moderne de Saint-Etienne Métropole, 21 febbraio-26 aprile 2009|lingua=fr}}
* [https://www.acquistoarte.it/mario-schifano-quotazioni-e-valori/ Mario Schifano] : biografia, su [https://www.acquistoarte.it/ acquistoarte.it]
* {{cita web
|titolo = Sette Muse, opere di Mario Schifano
|url = http://www.settemuse.it/pittori_scultori_italiani/mario_schifano_opere.htm}}
* [https://artemodernaitaliana.com/mario-schifano-mostre/ Mario Schifano]: mostre e rapporto con il mercato, su [https://artemodernaitaliana.com/ artemodernaitaliana.com]
* {{cita web
|titolo = Medì, arti visive, Mario Schifano
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|accesso = 4 febbraio 2014
|dataarchivio = 10 ottobre 2012
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*{{YouTube
|titolo = Artisti del 900 - Mario Schifano