Tricarico: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Tricarico
|Panorama = Tramonto su tricarico.jpg
|Didascalia =
|
|Voce bandiera =
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Basilicata
|Divisione amm grado 2 = Matera
|Amministratore locale = Paolo Paradiso
|Partito = [[centro-sinistra]]
|Data elezione = 15-5-2023
|Data istituzione =
|
|
|Note abitanti = {{Istat|077|28|2023}}
|Aggiornamento abitanti = 31-8-2023
|Sottodivisioni = Calle, Fonti, La Precesa, Serra del Ponte, Siggiano, Tre Cancelli
|
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno =
|Nome abitanti = tricaricési
|Patrono = [[san Potito]]
|Festivo = 14 gennaio/17 luglio
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Tricarico (province of Matera, region Basilicata, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Tricarico nella provincia di Matera
}}
'''Tricarico''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|[triˈkariko]}}, ''Trëcàrëchë'' in [[Dialetti lucani|dialetto tricaricese]], <small>AFI</small>: {{IPA|[trə'karəkə]}}) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:4700}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Matera]] in [[Basilicata]]. Posta a 698 m [[s.l.m.]], è nota come città [[arabi|arabo]]-[[normanni|normanna]]<ref name="ReferenceA">Il titolo onorifico di "città" è stato riconosciuto con decreto del Presidente della Repubblica del 25 maggio 2010.</ref> e possiede uno dei centri storici [[medioevo|medioevali]] più importanti e meglio conservati della Basilicata<ref>il decreto ministeriale n. 26/1968 ha sottoposto a tutela paesaggistica l'intero centro storico di Tricarico.</ref>. È [[Diocesi di Tricarico|sede vescovile]].
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Il territorio di Tricarico si estende per 17.691 ettari (176,91 km²) nella parte settentrionale della provincia al confine con la parte nord-orientale della [[provincia di Potenza]], con un'[[exclave]] nel territorio di quest'ultima: la [[Frazione (geografia)|frazione]] di ''Serra del Ponte'', sul monte [[Toppa Pizzuta]].
[[File:Notturno Palazzo Ducale cortile superiore.JPG|thumb|left|Palazzo ducale - corte superiore]]
Il territorio si presenta vario nell'altitudine e nel tipo di vegetazione. È a carattere prevalentemente montuoso, con altitudine massima che supera i 1.000 {{m s.l.m.}} (monte La Pila). Vi sono compresi [[Bosco|boschi]] estesi complessivamente per circa 2.500 [[ettari]] e costituiti principalmente da [[querce]] e [[Quercus cerris|cerri]] con fitto sottobosco, ad un'altitudine compresa tra i 700 e i 1.000 m (di Mantenéra, di Fonti, di Tre Cancelli oltre ad altri boschi privati, come quelli di Serra del Cedro, di San Marco, di Martone-Carbonara).
Tra le contrade di Calle e San Marco, in località Grottone, vegeta una [[roverella]] la cui età è stimata in 614 anni<ref>ha un'altezza di circa 20 metri ed un tronco della circonferenza di 6,43 metri.</ref>. Inserita nell'elenco dei monumenti naturali della Regione (''alberi padri''), è la più vecchia quercia che si conosca in [[Basilicata]]<ref>{{cita libro|autore=Renato Spicciarelli|titolo=Alberi padri: The monumental trees of Lucany - Quaderni di Basilicata Regione Notizie|editore=Regione Basilicata. Consiglio regionale|città=Potenza|anno=1996|p=117}}</ref>.
L'area urbana comprende il centro storico, diverse aree di recente urbanizzazione (quali i quartieri Santa Maria, San Valentino, Carmine, San Giovanni, Lucano e Appio) e numerose case sparse nelle contrade periurbane e rurali, tra cui la comunità rurale di Borgo di Calle, con circa 200 famiglie dedite ad agricoltura e pastorizia.
[[File:Descrizione di Tricarico - Raccolta di varie notitie historiche - 1675.png|miniatura|Descrizione di Tricarico - Raccolta di varie notitie historiche - 1675]]
=== Clima ===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Tricarico}}
Il clima è mite e caratteristico delle zone interne dell'[[Italia meridionale]]. L'inverno meteorologico ha inizio nella seconda metà di novembre con temperature che gradualmente iniziano ad abbassarsi sino a scendere di qualche grado sotto lo zero tra la metà di dicembre e la fine di febbraio, con punte di -6, -7 [[celsius|gradi]]. L'estate è piuttosto fresca e, a parte pochi giorni, mai afosa.
{{ClimaAnnuale
| nome = TRICARICO
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 7.8
| tempmax02 = 8.8
| tempmax03 = 11.3
| tempmax04 = 15.5
| tempmax05 = 20.6
| tempmax06 = 26.0
| tempmax07 = 30.6
| tempmax08 = 31.1
| tempmax09 = 26.1
| tempmax10 = 19.5
| tempmax11 = 13.6
| tempmax12 = 9.8
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01 = 1.9
| tempmin02 = 2.2
| tempmin03 = 4.0
| tempmin04 = 7.0
| tempmin05 = 10.4
| tempmin06 = 14.6
| tempmin07 = 17.4
| tempmin08 = 17.7
| tempmin09 = 14.4
| tempmin10 = 10.2
| tempmin11 = 6.9
| tempmin12 = 3.9
}}
* [[Classificazione climatica]] di Tricarico<ref>{{cita web|url= http://www.confedilizia.it/clima-BASILICATA.htm|titolo= Classificazioni climatiche dei comuni della Basilicata|accesso= 2 febbraio 2012|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20081020095743/http://www.confedilizia.it/clima-BASILICATA.htm|dataarchivio= 20 ottobre 2008}}</ref>: zona D, 2056 [[Gradi giorno|GG]].
== Origini del nome ==
L'origine del [[toponimo]] è controversa e sono state fatte diverse ipotesi:
* dal [[lingua greca|greco]] ''treis'' = tre ed ''akros'', ''akris'' = vetta, monte, vertice ossia "città dalle tre vette"<ref>Giovanni P. Daraio, Per la storia di Tricarico, Civita e Calle, Volume terzo, edizioni G. Liantonio, Matera, 1954, pag. 37.</ref>;
* dal latino ''tricaricum'' da intendersi come "posta su tre colli"<ref>Ferdinando Ughelli, Italia Sacra, Venezia, 1721, t. 7, pag. 145.</ref>.
* dal greco ''treis kari kora'' o ''treis kariaris''<ref>Giovanni P. Daraio, Per la storia di Tricarico, Civita e Calle, Volume terzo, edizioni G. Liantonio, Matera, 1954, pag. 37 - È la seconda ipotesi formulata dall'autore.</ref>, da intendersi come "città delle tre grazie" o "città graziosa";
* dal [[lingua latina|latino]] ''trigarium'' (il termine indica il luogo dove si allenavano gli aurighi che montavano la triga, ossia un carro trainato da tre cavalli)<ref>Giacomo Racioppi, Storia della Lucania e della Basilicata, Ermanno Loescher & C.Roma, 1889. Ristampa anastatica, Matera, Grafica BMG.</ref>.
[[File:Cattedrale di Santa Maria Assunta.jpg|thumb|upright=0.9|Cattedrale di Santa Maria Assunta]]
La derivazione latina sarebbe coerente con il fatto che da Tricarico passa la [[via Appia]], verso il [[porto di Brindisi]], anche se le testimonianze archeologiche del VI-V secolo a.C. ritrovate nei pressi del monastero di Santa Maria delle Grazie rendono plausibile una fondazione e un toponimo di più antica origine.
== Storia ==
{{vedi anche|Storia di Tricarico}}
[[File:Cartello Tricarico.JPG|thumb|left|upright=0.7|Tricarico città arabo-normanna]]
Non si conosce la data della sua fondazione.
All'interno dell'attuale perimetro della città sono presenti testimonianze archeologiche datate al [[VI secolo a.C.|VI]]-[[V secolo a.C.]] (ritrovamenti nel rione dei Cappuccini, presso il cinquecentesco [[monastero di Santa Maria delle Grazie]]) ma le prime notizie documentate della sua esistenza, risalgono all'epoca dei [[longobardi]], con la presenza di una cittadella fortificata attestata nell'[[849]]<ref>Tricarico viene indicata nell'elenco dei centri inclusi nel gastaldato di Salerno.</ref>. Fu in seguito, tra il IX ed il X secolo, roccaforte [[Arabi|araba]] e successivamente città fortificata (''kastron'') [[Impero bizantino|bizantina]].
[[File:Torre normanna e monastero di S. Chiara.jpg|thumb|upright=0.7|Torre normanna e monastero di S. Chiara]]
In seguito fu [[contea di Tricarico|contea]] della famiglia [[Normanni|normanna]] dei [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino]] e sede di [[connestabile|comestabilia]] (comando militare). Dal [[X secolo]] è sede dell'omonima [[Diocesi di Tricarico|diocesi]]. [[File:Tricarico 1605.jpg|thumb|left|Tricaricum Basilicatae Civitas - 1605]]
[[File:"Tricarico" (22264860922).jpg|sinistra|miniatura|218x218px|Stampa di Tricarico del 1703]]
Nel [[XV secolo]] vide la presenza di una consistente comunità [[Ebraismo|ebraica]] e, nel [[XVI secolo]] di una comunità [[Albania|albanese]], in concomitanza della presenza, alla guida del feudo, di Erina (o Irina) Castriota Scanderbeg, moglie del principe Pietro Antonio Sanseverino e nipote dell'eroe albanese [[Giorgio Castriota Scanderbeg]]. La sua importanza nel [[XVII secolo]] è testimoniata dalla menzione, unica città lucana, nella raccolta di stampe e vedute del ''Theatrum urbium praecipuarum mundi'' di G. Braun e F. Hogemberg, pubblicata a [[Colonia (Germania)|Colonia]] tra il [[1572]] e il [[1618]]. La stampa di Tricarico è del 1605<ref>La datazione è fornita dallo stemma dei Pignatelli (posto al centro della stampa), famiglia che ha tenuto il feudo solo nel 1605.</ref>.
La moderna Tricarico è una città d'arte che conserva un consistente patrimonio artistico e storico-architettonico ed è sede di uffici e servizi comprensoriali, tra i quali l'Ospedale cui è collegato il Centro di eccellenza della Riabilitazione della Provincia di Matera.
=== Simboli ===
{{Vedi anche|Armoriale dei comuni della provincia di Matera}}
[[File:Tricarico-Stemma.svg|upright=0.8|left|thumb|Stemma della Città di Tricarico]]
{{Citazione|Toro su tre colli, con sfondo bianco.<ref>Fonte: Comune di Tricarico</ref>}}
Questo stemma ufficiale della città è la riproduzione di quello più antico finora conosciuto (datato 1491), ubicato a Tricarico sulla porta di ingresso del convento di Sant'Antonio di Padova.<ref>{{cita web|titolo= Stemma di Tricarico |url= https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1700123917-5 |sito= Catalogo generale
dei Beni Culturali }}</ref>
Il gonfalone è un drappo di bianco.
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
|immagine= Corona di Città Italiana.svg
|nome_onorificenza= Titolo di Città
|collegamento_onorificenza= Città dell'Italia
|motivazione=
|luogo= Tricarico, [[25 maggio]] [[2010]]<ref name="ReferenceA"/>
}}
Detto titolo, in passato, apparteneva a Tricarico fin dall'[[Impero bizantino|epoca bizantina]], nella quale era un ''kastron'', ossia una città fortificata.
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
{{vedi anche|Monumenti di Tricarico}}
[[File:Convento del Carmine - Volta del presbiterio.jpg|thumb|upright=0.8|Convento del Carmine - affreschi]]
[[File:Pietro Antonio Ferro - affresco - chiesa del Carmine.jpg|thumb|left|upright=0.8|Convento del Carmine - Cristo implorante]]
Innumerevoli sono le emergenze architettoniche religiose e civili presenti nella città, il cui centro storico, composto dai quartieri Civita, Saracena, Ràbata, Monte e Piano, si sviluppa in un perfetto schema "a fuso", tipico delle città medioevali realizzate sui colli:
* ''[[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Tricarico)|cattedrale di Santa Maria Assunta]]'', voluta da [[Roberto il Guiscardo]], nella quale, nel [[1383]], [[Luigi I d'Angiò]] fu incoronato re di Napoli<ref>Nel ''Liber iurium'' della città di Tricarico, redatto dal notaio Ferrante Corsuto nel 1585, custodito nell'archivio diocesano della città, pubblicato nel 2003 [Carmela Biscaglia (a cura di), ''Il Liber Iurium della Città di Tricarico'', Deputazione di storia patria per la Lucania, Mario Congedo Editore, Galatina, II, pp. 69-70 e 321] è riportato, tra i privilegi concessi alla città, uno emesso da Luigi I d'Angiò il 1º settembre del 1383, nel quale il re dichiarava che: "... ''il principio del suo titolo di re l'hebbe, e gli fu dato nella cathedral chiesa di detta città essa in detto stato coronato del regno, e riceveva il titolo di re ancora a contemplatione di Vincilao Sanseverino, [[conte di Tricarico]] ...''"</ref>.
* ''chiese'' (nel [[1585]] ve n'erano 52, di cui 13 [[parrocchia]]li), alcune adorne di [[Affresco|affreschi]].
* [[Chiesa di Santa Chiara (Tricarico)|Chiesa e convento di Santa Chiara]]
* Convento di Sant'Antonio di Padova
* Convento di Santa Maria del Carmine
* Convento di San Francesco d'Assisi
* Convento di Santa Maria delle Grazie
* [[Torre normanna (Tricarico)|torre normanna]] alta 27 m e con pareti spesse anche oltre 5 m. Sulla sommità, sebbene non vi siano muri intorno e gli archetti di coronamento siano quasi allo stesso livello del pavimento, se ci si mette sulla pietra posta al centro della superficie, si sente la propria voce rimbombare come se si fosse in una caverna.
* ''torre della Saracena e torre della Ràbata''<ref>Il nome chiaramente proviene dall'[[Lingua araba|arabo]] ''ribat'', sorta di fortezza-monastero di chi, difendendo i confini dell'entità statuale, era assimilabile a un combattente del ''[[jihād]]''.</ref>.
* ''porte della città fortificata'': "Fontana" ([[XIII secolo|duecentesca]] e che ancora conserva i cardini in pietra di alloggiamento del portone), del Monte, della Ràbata, della Saracena, delle Beccarie (che conserva le due piccole nicchie con mensola dove venivano posizionate le lucerne per rendere visibile l'accesso anche di notte<ref>lo spazio tra i due archi della porta era stato da tempo chiuso per ricavarne un piccolo locale. Quando nel 2003 sono stati realizzati i lavori di recupero e quindi riaperti gli archi, una delle due nicchie si presentava ancora annerita dal fumo della lucerna.</ref>).
* ''palazzo ducale'', che ospita il museo archeologico.
* ''palazzi nobiliari'', la maggior parte dei quali è stata realizzata tra il Quattrocento ed il Seicento.
[[File:Cattedrale - stucchi settecenteschi.JPG|left|thumb|Cattedrale - stucchi seicenteschi]]
Le strade e vicoli del centro storico sono caratterizzati da un diverso andamento a seconda che ci si trovi nei ''quartieri arabi'' della Ràbata e della Saracena (a struttura labirintica, con strade principali, "shāriʿ" in arabo, da cui si dipartono strade secondarie, "darb", che spesso si concludono in vicoli ciechi "zuqāq") o nei ''quartieri normanni'' del Monte e del Piano (a pianta regolare, con strade principali parallele unite perpendicolarmente da vicoli per lo più gradinati ed a forte pendenza).
[[File:Tricarico - Palazzo ducale.jpg|thumb|upright=0.7|Palazzo ducale da piazza Garibaldi]]
A ridosso della Ràbata e della Saracena, gli arabi realizzarono gli orti e giardini terrazzati che sono ancora oggi in uso, rendendo fertili, così, terreni scoscesi altrimenti brulli ed improduttivi.
=== Aree archeologiche ===
Sono presenti diverse aree archeologiche: Serra del Cedro (città [[Lucani|lucana]] del [[VI secolo a.C.]]), Piano della Civita (città lucana del [[IV secolo a.C.]]), Calle (insediamento [[Roma antica|romano]], con impianto termale), Sant'Agata ([[villa romana]] con pavimento a [[mosaico]] policromo).
==== Serra del Cedro ====
Il sito è molto vasto. La cinta muraria, interamente individuata, racchiude un'area di circa 60 [[ettaro|ettari]] all'interno della quale sono state ritrovate molte fondazioni di case ed è stata individuata ed in parte esplorata un'area artigianale.
La presenza umana sul sito di Serra del Cedro si data a partire dalla metà del VI secolo a.C. e continua per i secoli V e IV a.C. Nella seconda metà del IV secolo a.C., la città vive una fase di ampliamento che dura pochi decenni. Ogni testimonianza archeologica, infatti, si interrompe agli inizi del III secolo a.C.
La sua distruzione è probabilmente da collegare agli eventi bellici che si svolsero sul territorio lucano e che si conclusero nei primi decenni del II secolo a.C. quando Roma completò la conquista della [[Magna Grecia]] dopo aver distrutto Taranto, nel 272 a.C.
==== L'area archeologica della Civita ====
[[File:Map Minor settlement 1992 - Tricarico - Touring Club Italiano CART-TEM-060 (cropped).jpg|thumb|Mappa di Tricarico]]
Il sito comprende un centro fortificato che si estende per circa 47 [[ettaro|ettari]] e che è dotato di tre cerchie murarie concentriche in pietra a blocchi squadrati, munite di porte monumentali.
All'interno, alcune abitazioni presentano pavimenti a mosaico. Sull'[[acropoli]] cittadina sono situati una ''[[domus]]'' e un tempietto del [[I secolo a.C.]], testimonianza dell'adesione al modello romano dopo la conquista.
Nei pressi dell'acropoli è una delle porte monumentali della città. Le mura di fortificazione sono costruite secondo canoni consolidati: un paramento esterno ed uno interno realizzato con blocchi squadrati ([[opera quadrata]]) e lo spessore tra i due paramenti riempito con materiale lapideo, il cosiddetto "[[emplekton]]".
Si è rivelato un insediamento molto più grande di quanto non siano gli altri insediamenti lucani conosciuti. Si ipotizza, per questo, che dovesse avere una funzione di primaria importanza ed essere punto di riferimento di un territorio molto vasto<ref>È l'ipotesi formulata da Olivier de Cazanove, professore di archeologia classica presso l'[[Università della Borgogna|Università degli Studi di Bourgogne]] (Francia) nonché membro dell'[[École Française de Rome]], il quale per 15 anni ha condotto campagne di scavi e studi sul sito in questione.</ref>.
==== Calle ====
L'insediamento, ubicato nell'omonima contrada, è al centro di un fitto sistema viario. La sua esplorazione è soltanto all'inizio e, ad oggi, ha potuto accertare una fase di espansione tra il II ed il I secolo a.C., epoca a cui risale un importante impianto termale con pavimento a mosaico (il mosaico è oggi esposto nel [[Museo archeologico nazionale Domenico Ridola]] di [[Matera]]).
La città di Calle fu un centro di produzione [[ceramica]] fino al V, VI secolo d.C. con prodotti diffusi in un vasto territorio che supera i confini dell'attuale regione.
=== Santuario della Madonna di Fonti ===
{{vedi anche|Monumenti di Tricarico}}
Ubicato nel bosco omonimo, il santuario, secondo le fonti della tradizione, sarebbe stato costruito intorno ad una antichissima immagine della Madonna con Bambino dipinta su un muricciuolo e scoperta, in mezzo ai rovi ed alla fitta vegetazione, grazie ad un vaccaro che dopo aver smarrito una mucca la ritrovò, inginocchiata sulle zampe anteriori, a contemplare questa immagine.
Il santuario è, comunque, uno dei principali luoghi mariani della regione, meta di pellegrinaggi soprattutto nelle domeniche di maggio. Molti fedeli, per devozione, compiono il tragitto a piedi dai comuni di provenienza, alcuni dei quali, come San Mauro Forte, distanti oltre 40 km.
=== Aree naturali ===
{{...|centri abitati d'Italia}}
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Tricarico}}
=== Etnie e minoranze straniere ===
Gli stranieri regolari sono 77 pari al 1,32% della popolazione tricaricese. La principale comunità rappresentata è quella [[Romania|rumena]] con 24 cittadini residenti.<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/str2010/query.php?lingua=ita&Rip=S4&Reg=R17&Pro=P077&Com=28&paese=A9999&submit=Tavola|titolo=Statistiche ISTAT 31/12/2010. La presenza straniera a Tricarico|accesso=3 febbraio 2012}}</ref>
=== Tradizioni e folclore ===
==== Le maschere di Tricarico ====
{{vedi anche|Carnevale di Tricarico}}
[[File:Mucca e Toro.jpg|thumb|left|"Scaramucce" tra mucca e toro]]
Le maschere di Tricarico (''Lë màʂkërë'' nel dialetto tricaricese), costituiscono un retaggio di culture ancestrali, legato, si ritiene, a riti di fertilità. Mucche e tori, impersonati da uomini (la partecipazione è interdetta alle donne) rappresentano una mandria in [[transumanza]] nella quale i partecipanti mimano l'andatura ed i movimenti degli animali, comprese le "prove di monta" dei tori sulle vacche.
[[File:Maschere Tricarico.jpg|thumb|Mucche alla "questua"]]
[[File:Sant'Antonio Abate, statua del santo (Tricarico).JPG|thumb|upright=0.7|left|Statua di Sant'Antonio abate collocata sull'omonima chiesa tricaricese.]]
La [[maschera]] da [[Bos taurus|mucca]] è costituita da un cappello a falda larga coperto da un foulard e da un velo e riccamente decorato con lunghi nastri multicolori che scendono fino alle caviglie; la calzamaglia indossata (o, in alternativa, maglia e mutandoni di lana) è anch'essa decorata con nastri o foulards dai colori sgargianti al collo, ai fianchi, alle braccia ed alle gambe.
La maschera da toro è identica nella composizione ma si distingue per essere completamente nera con alcuni nastri rossi.
Ogni maschera ha un campanaccio, diverso nella forma e nel suono a seconda che si tratti di mucche o di tori.
All'alba del 17 gennaio, giorno dedicato a [[Sant'Antonio abate]], protettore degli animali, è usanza che i fedeli, insieme ai propri animali per i quali si invoca la benevolenza del santo e che per l'occasione vengono agghindati con nastri, collanine e perline colorate, compiano tre giri intorno alla chiesa a lui dedicata per poi ricevere, dopo la messa, la benedizione da parte del prete.
Lo stesso rituale è osservato dalla mandria, prima di muoversi verso il centro storico e percorrerne tutti gli antichi rioni.
La sfilata delle maschere si ripete l'ultima domenica prima della chiusura del [[carnevale]].
== Cultura ==
=== Istruzione ===
==== Biblioteche ====
{{...|centri abitati d'Italia}}
==== Scuole ====
===== Scuole Statali =====
* S. Maria - Scuola dell'infanzia (materna)
Rione S. Maria.
*S. Maria - Scuola primaria (elementare)
Rione S.Maria.
* Marconi - Scuola dell'infanzia (materna)
Via Marconi.
* Viale Reg. Margherita
Scuola primaria (elementare)
Viale Reg. Margherita 89.
* Mons. R. Delle Nocche Tricarico - Circolo didattico (scuola dell'infanzia e primaria)
Viale Reg. Margherita 89.
* Istituto Comprensivo (dell'infanzia, primaria e secondaria di I grado)
Via fratelli Cervi, 1.
* Scuola secondaria di I grado (media inferiore)
Via Appia.
* Carlo Levi - Istituto d'Istruzione Superiore
Via Appia snc.
*Scuola Superiore - Liceo Scientifico
Via Appa snc.
===== Scuole Private =====
*S. Chiara - Scuola dell'infanzia paritaria
via Badia.
*Gesù Eucaristico - Scuola Superiore - Liceo pedagogico e Liceo Linguistico
Via Badia.
=== Musica ===
[[Antonio Infantino]], poeta, musicista e artista, crebbe a Tricarico, ove si radicò in lui un profondo attaccamento ai valori ed alle sonorità della tradizione rurale che lo accompagnarono nel corso della sua carriera. Fu il fondatore della formazione locale dei [[Tarantolati di Tricarico]], interpreti di [[musica etnica]] in [[dialetto lucano]].
=== Cucina ===
{{Vedi anche|Cucina lucana}}
*Echi di sapori arabi, caratterizzati dall'unione del dolce con il salato, si ritrovano nelle "Làgane" con mollica e uva passa: la ricetta è un piatto di pasta (la làgana è simile alla [[tagliatelle|tagliatella]]) condita con pane raffermo soffritto, uva passa e mandorle tritate.
== Geografia antropica ==
{{...|centri abitati d'Italia}}
== Economia ==
{{...|centri abitati d'Italia}}
=== Artigianato ===
Tra le attività più tradizionali e rinomate vi sono quelle [[artigianato|artigianali]], legate alla cultura contadina e pastorale. Queste attività, ben lungi dallo scomparire stanno invece rifiorendo, e si distinguono per la lavorazione del [[rame]]<ref name=Aci>{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=3 | p=8}}</ref><ref name=AptBas>{{Cita web | url=http://www.aptbasilicata.it/L-artigianato.87.0.html | titolo=L'artigianato | accesso=21 maggio 2016 | dataarchivio=8 maggio 2016 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160508153647/http://www.aptbasilicata.it/L-artigianato.87.0.html | urlmorto=sì }}</ref>.
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
* [[Strada statale 7 Via Appia]]
* [[Strada statale 407 Basentana]]
=== Ferrovie ===
* [[Stazione di Grassano-Garaguso-Tricarico]], sulla [[ferrovia Battipaglia-Potenza-Metaponto]] (anche la [[Stazione di Brindisi di Montagna|stazione dismessa di Brindisi di Montagna]] è situata nel territorio comunale di Tricarico)
== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|23 aprile [[1995]]|13 giugno [[1999]]|Antonio Melfi|[[Lista civica]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|13 giugno [[1999]]|13 maggio [[2001]]|Antonio Melfi|[[Lista civica]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|13 maggio [[2001]]|28 maggio [[2006]]|Raffaello Marsilio|[[Lista civica]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|28 maggio [[2006]]|15 maggio [[2011]]|Raffaello Marsilio|[[Lista civica]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|15 maggio [[2011]]|26 maggio [[2013]]|Antonio Melfi|[[Lista civica]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|26 maggio [[2013]]|10 giugno [[2018]]|Angela "Lina" Marchisella|[[Partito Democratico (Italia)|PD]]/[[Articolo Uno (partito politico)|Art.1]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|10 giugno [[2018]]|29 gennaio [[2019]]|Antonio Melfi|[[Lista civica]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|27 maggio [[2019]]|''25 luglio 2022''|Vincenzo Carbone|[[Lista civica]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
15 maggio 2023 Paolo Paradiso (Lista Civica "Attiva Tricarico" Sindaco
=== Gemellaggi ===
*{{Gemellaggio|DEU|Bickenbach (Assia)|2000}}<ref>{{cita web|url=http://www.neapel.diplo.de/contentblob/3015878/Daten/1148712/download_Partner_Bundesland.pdf|titolo=Gemellaggio Tricarico Bickenbach|accesso=3 febbraio 2012|urlmorto=sì}}</ref>
*{{Gemellaggio|ITA|Nusco|2006}}<ref>{{cita web|1=http://www.poesiadelsud.it/gemellaggio_tricarico.htm|titolo=Gemellaggio Tricarico Nusco|accesso=3 febbraio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090501193253/http://www.poesiadelsud.it/gemellaggio_tricarico.htm|dataarchivio=1º maggio 2009|urlmorto=sì}}</ref>
*{{Gemellaggio|ITA|Scanzano Jonico|2010}}<ref>{{Cita web | url = http://www.avistricarico.it/joomla/avis-informa/gemellaggio-avis-tricarico-scanzano-jonico-9.html | titolo = Gemellaggio AVIS Tricarico - Scanzano Jonico | data = 13 luglio 2010 | accesso = 9 novembre 2022 | urlarchivio = https://archive.is/20120718130351/http://www.avistricarico.it/joomla/avis-informa/gemellaggio-avis-tricarico-scanzano-jonico-9.html | dataarchivio = 18 luglio 2012 }}</ref>
*{{Gemellaggio|ITA|Samugheo|2011}}<ref>{{cita web|url=http://www.lemaschereditricarico.it/index.php?option=com_content&view=article&id=72&Itemid=105|titolo=Gemellaggio Tricarico Samugheo|accesso=3 febbraio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140227034546/http://www.lemaschereditricarico.it/index.php?option=com_content&view=article&id=72&Itemid=105|dataarchivio=27 febbraio 2014|urlmorto=sì}}</ref>
*{{Gemellaggio|ITA|Montescaglioso|12 febbraio 2013}} sancito dalle rispettive Proloco, proprio per il simile Carnevalone tradizionale.
=== Altre informazioni amministrative ===
Tricarico è sede della [[Comunità montana Medio Basento]]. Oltre Tricarico fanno parte della [[Comunità Montana]] anche [[Calciano]], [[Garaguso]] e [[Oliveto Lucano]].
== Sport ==
La principale squadra di calcio è l'ASD Tricarico Pozzo di Sicar, che milita nel campionato di Eccellenza Basilicata.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* ''La Storia del Vescovato di Tricarico'', Giovanni Daraio, Lacaita, 1910;
* ''Per la Storia di Civita, di Tricarico e di Calle'', Giovanni Daraio, Ed. G.Liantonio, 1954;
*''Tricarico Storia - Arte - Architettura'', Carmela Biscaglia e Sabrina Lauria, 129 Edizioni, 1993;
*''Tricarico'', Rocco Stasi, in ''Enciclopedia dei Comuni della Basilicata'',2005;
*''I ruderi di [[Calciano]] e i confini della città di Tricarico'', Rocco Stasi, 2002 [https://web.archive.org/web/20100126233633/http://www.parrocchiacalciano.it/ruderi/ Articolo intero];
*''Tricarico. Rinvenimento di tombe d'età greca'', E. Bracco, in "Notiz. Scavi", 1945;
*''Tricarico'', Maria Giuseppina Canosa, in ''Basilicata. L'espansionismo romano nel sud-est d'Italia. Il quadro archeologico'', edizioni Osanna, 1990;
*''La fornace di Calle (Tricarico): produzione e diffusione'', H. Di Giuseppe, in ''Ceramica in Italia'', pp. 735–752, 1998;
*''Civita di Tricarico nell'età della romanizzazione'', Olivier de Cazanove, in "Modalità insediative e strutture agrarie nell'Italia meridionale in età romana" a cura di Elio Lo Cascio e Alfredina Storchi Marino, Bari, Edipuglia, 2001
*''Civita di Tricarico I. Le quartier de la maison du monolithe et l'enceinte intermédiaire'', Olivier de Cazanove, Ecole française de Rome, 2008;
== Voci correlate ==
* [[Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto]]
* [[Tarantolati di Tricarico]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Comuni della provincia di Matera}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Basilicata}}
[[Categoria:Tricarico| ]]
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