Ansaldo S.V.A.: differenze tra le versioni
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|Nome=Ansaldo S.V.A.1
|Immagine=S.V.A. con motore Spa 1918.jpg
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}}
Gli '''Ansaldo S.V.A.''' erano una famiglia di [[biplano|biplani]] da ricognizione e bombardamento [[italia]]ni, sviluppati nella seconda fase della [[prima guerra mondiale]]. Protagonisti di diverse imprese, come il [[volo su Vienna]] con [[Gabriele D'Annunzio]] nel
==Il progetto==
Il progetto di questo biplano iniziò nel
I progettisti, utilizzando un [[motore in linea]] [[Società Piemontese Automobili|SPA]] da 220 [[Cavallo Vapore|CV]], miravano a realizzare un [[aereo da caccia]] dalle prestazioni superiori a quelle dei velivoli contemporanei. Per poter arrivare ad un simile risultato utilizzarono un approccio piuttosto moderno, impostando il progetto secondo un attento calcolo strutturale fin dall'inizio, e ciò in un'epoca in cui la progettazione aeronautica si basava ancora su un approccio empirico.
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===Tecnica===
[[File:Ansaldo SVA dwg.jpg|thumb|left|disegno di Ansaldo SVA|250x250px]]
Il primo prototipo volò il 19 marzo
Come i modelli che derivarono successivamente, era un biplano con l'ala superiore di apertura maggiore rispetto a quella inferiore (la differenza tra le due aperture non era comunque tale da poterlo definire come un [[Biplano#Sesquiplano|sesquiplano]]).
Aveva struttura lignea; la sottile [[fusoliera]], che terminava a sezione triangolare, era rivestita in [[legno compensato|compensato]]; le [[ala (aeronautica)|ali]] e le superfici di controllo erano rivestite in tela. L'ala superiore era munita di [[alettone (aeronautica)|alettoni]], la cui struttura era in legno e metallo, così come quella dei due [[Equilibratore (aeronautica)|equilibratori]] e del timone.
Il motore, uno [[Società Piemontese Automobili|SPA]] [[SPA 6|6/A]] a 6 [[cilindro (meccanica)|cilindri]] [[motore in linea|in linea]], disponeva di radiatore frontale ed azionava un'elica bipala in legno. Queste le caratteristiche costruttive del primo prototipo, che sarebbero state mantenute nei modelli successivi e nei loro derivati.
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Al prototipo, prima denominato '''S.V. ''', poi '''S.V.A.1''', seguirono altri tre esemplari di preserie, tutti caratterizzati dall'assenza del [[parabrezza]] e da contreventatura ala superiore-fusoliera, differente da quella poi adottata nei modelli di serie.
I prototipi vennero valutati a [[Torino]] Mirafiori nella primavera del
[[File:Ansaldo S.V.A. 5 250cv.jpg|thumb|Esemplare di S.V.A. 5]]
Il primo reparto ad esserne equipaggiato fu la [[1ª Sezione SVA]] di [[Castenedolo]], ma l'accoglienza dei piloti dell'Osservazione Aerea verso il nuovo biplano non fu migliore di quella dei piloti da caccia. Infatti le prestazioni dello S.V.A. erano drasticamente superiori a quelle dei velivoli da osservazione impiegati fino ad allora e, in particolare, la velocità minima più elevata mise in difficoltà i piloti per i primi tempi.
Comunque alla fine gli S.V.A. si guadagnarono la fiducia dei loro piloti ed ebbero successo anche come caccia. Nel febbraio
==Gli S.V.A.: da S.V.A.1 a S.V.A.10==
La famiglia degli Ansaldo S.V.A. rappresentò sostanzialmente l'evoluzione di uno stesso velivolo, anche se i diversi velivoli vennero utilizzati per ruoli diversi con diversi equipaggiamenti. Ad essere impiegato come propulsore era lo [[SPA 6A|SPA a 6 cilindri in linea]], sostituito dall'[[Isotta Fraschini V.6]] in alcuni degli ultimi sviluppi; comunque vennero sperimentati anche altri propulsori, come il [[Lorraine-Dietrich]].
Complessivamente, fino alla seconda metà degli [[anni 1920|anni venti]] furono realizzati circa 2.000 esemplari dei diversi modelli di S.V.A., dei quali circa 1.200 realizzati durante il conflitto. Fra i produttori che contribuirono a tali numeri, un ruolo di rilievo fu assunto dalle [[Officine Moncenisio]] di [[Condove]]<ref name = "Torino">Sergio Chiambaretta, Ito De Rolandis, ''Vecchia e cara Torino. Immagini di un tempo, 1884-1945'', Musumeci, 1979, p. 201. Parzialmente consultabile su ''
===S.V.A.1===
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|Nome=Ansaldo I S.V.A. (Idro)
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|Peso_max_al_decollo=995 [[chilogrammo|kg]]
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===S.V.A.3===
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|Nome=Ansaldo S.V.A.3
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|Peso_max_al_decollo=890 [[chilogrammo|kg]]
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===S.V.A.4===
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|Peso_max_al_decollo=940 [[chilogrammo|kg]]
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===S.V.A.5===
{{
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|Nome = Ansaldo S.V.A.5
Line 246 ⟶ 243:
===S.V.A.9===
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|Nome=Ansaldo S.V.A. 9
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|Peso_max_al_decollo=990 [[chilogrammo|kg]]
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|Note=
}}
Lo '''S.V.A.9''' era uno S.V.A. biposto, destinato all'addestramento. L'installazione di un secondo abitacolo comportò la modifica delle controventature tra ala e fusoliera. Il primo prototipo era destinato a [[Gabriele D'Annunzio]] per il [[Volo su Vienna]], ma rimase distrutto in un incidente. Sette esemplari di S.V.A.9 furono utilizzati per il [[Raid Roma-Tokyo|Raid Roma-Tokyo del 1920]], ma solo l'apparecchio di [[Arturo Ferrarin]], già utilizzato per una trasvolata alpina<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Arturo Ferrarin|titolo=Il Mio Volo Roma-Tokyo|annooriginale=1921}}</ref>, e quello di [[Guido Masiero]] giunsero a destinazione in [[Giappone]]<ref name=":0" />; gli altri, insieme ai quattro [[Caproni]] impiegati dal resto degli equipaggi imbarcatisi nell'impresa, furono costretti a rinunciare per vari problemi ed uno di essi fu coinvolto in un incidente mortale, che provocò la dipartita del Tenente [[Giuseppe Grassa|Grassa]] e del Capitano [[Mario Ugo Gordesco|Gordesco]]<ref name=":0" />.
===S.V.A.10===
{{
|Aeromobile=aereo_militare
|Nome=Ansaldo S.V.A. 10
Line 311 ⟶ 307:
|Altro=
|Note=
}}
Lo '''S.V.A.10''' fu l'ultimo sviluppo della famiglia. Destinato alla ricognizione, era un biposto. Il pilota, nell'abitacolo anteriore, disponeva di una mitragliatrice anteriore fissa sul lato sinistro. L'osservatore, nell'abitacolo posteriore, aveva una mitragliatrice Lewis brandeggiabile. Il velivolo era equipaggiato con macchine fotografiche, nelle prime versioni installate sotto le ali e poi sostituite da macchine montate in fusoliera, verso coda. Su alcuni S.V.A.10 vennero installati anche impianti radio. Gli S.V.A.10 erano equipaggiati sia con il classico motore SPA a 6 cilindri in linea, che con il più potente [[Isotta Fraschini V.6]].
Uno S.V.A.10 venne modificato per realizzare il biposto destinato a [[Gabriele
Oltre la variante ''Tipo Vienna'' fu progettato anche il ''Tipo Berlino'' con un ulteriore serbatoio da 50 litri sotto il sedile del pilota.<ref>Paolo Miana: ''Ansaldo S.V.A. analisi di un successo'' in Museo dell'Aeronautica Gianni Caproni (a.c.): ''Gabriele
Terminata la guerra, il velivolo venne riconosciuto come di valore storico e se ne organizzò la conservazione. Nel 1921 fu custodito presso la Cooperativa Nazionale Aeronautica, passando poi al [[Vittoriale degli Italiani]], da cui uscì solo per eventi eccezionali ed era esposto appeso nella cupola dell'auditorium del Vittoriale.
{{Vedi anche|Operazione SVA 1988}} Nel 1988, in occasione del 50º anniversario della scomparsa di d'Annunzio e dei 70 anni del volo su Vienna, i volontari del [[Gruppo amici velivoli storici]] di Torino e Alessandria condussero una prima serie di attività di restauro, calando a terra l'aereo per la prima volta dal 1963, smontando e ripulendo tutti i particolari del velivolo. Furono inoltre effettuati numerosi rilievi e misurazioni. Con l'occasione venne restaurato il motore SPA 6A, conservato a parte, e l'elica dell'aereo. Solo in quella occasione venne identificata l'esatta versione dell'aeroplano conservato al Vittoriale, confermando trattarsi di un Ansaldo SVA 10 con numero di immatricolazione 12736. L'operazione si svolse con il supporto dell'Aeritalia (oggi Alenia Aermacchi) che fornì i materiali occorrenti per i lavori. Le officine che produssero lo SVA sono infatti parte del nucleo industriale torinese dell'attuale azienda. Si trattò di un esempio di collaborazione tra un gruppo spontaneo come il GAVS ed una istituzione museale pubblica, nonché di dimostrare la possibilità di coinvolgere sponsor qualificati in un progetto volto alla conservazione del patrimonio storico-aeronautico. L'anno successivo, il 1989, proseguirono le attività di restauro da parte dei volontari del GAVS che nell'occasione installarono uno pneumatico originale rigenerato e montarono i tiranti di controventatura alare sino ad allora assenti: per la loro realizzazione vennero utilizzati come modello di riferimento i tiranti originali dello SVA 9 da poco acquisito negli Stati Uniti dalla Aeritalia. Con l'installazione dei tiranti il velivolo riacquistò la corretta geometria dei piani alari. Venne inoltre smontato dal velivolo il serbatoio supplementare del liquido refrigerante: questo particolare conosciuto con il termine “nourrice” era installato sull'estradosso dell'ala superiore e funzionava per gravità; costruito in rame risultava notevolmente danneggiato ed incompleto e venne portato a Torino per essere sottoposto ad un impegnativo restauro.
Una nuova
===I S.V.A.===
L{{'}}'''I S.V.A. ''' era una versione idrovolante, derivata dagli S.V.A.4 e S.V.A.5. La variante idrovolante venne sviluppata con la collaborazione di [[Alessandro Guidoni]] ed il primo prototipo venne collaudato da [[Mario Stoppani]] alla fine del
Della versione idrovolante, ne venne prodotta anche una versione biposto per la [[Regia Marina]], Denominato '''S.V.A. Am''' (Ansaldo Marino), esso aveva galleggianti di tipo chigliato.
Tre I SVA arrivano entro febbraio 1918 alla [[260ª Squadriglia]] (che al 1º giugno ha in carico quattro idro SVA che non vengono usati per scarsa affidabilità. In luglio gli SVA vengono rinviati in ditta.) ed un I SVA nell'estate successiva alla [[272ª Squadriglia]].
===A.P.===
L{{'}}'''A.P. ''' ('''A'''nsaldo '''P'''ostale) venne derivato come aereo postale nei primi [[anni 1920|anni venti]]. Esso presentava un'apertura alare maggiorata ed utilizzava un motore [[Isotta Fraschini]] V.6, già montato in alcune versioni dello S.V.A.10. Per il raffreddamento dell'unità motrice, esso abbandonava il tradizionale radiatore frontale per un radiatore tubolare [[Lamblin]], montato tra le gambe del [[carrello d'atterraggio|carrello]].
==Impiego==
I primi 2 S.V.A. di serie andarono ad equipaggiare la [[1ª Sezione SVA]] di [[Castenedolo]] alla fine di ottobre 1917, venendo impiegato inizialmente con compiti di ricognizione. Aumentata la confidenza dei piloti nel velivolo iniziò ad esse impiegata anche nel ruolo di caccia. Con l'arrivo dello S.V.A.5 iniziò l'impiego anche come bombardiere.
Alla fine del 1917 nasce anche la [[2ª Sezione SVA]] con 6 esemplari.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 438-440</ref>
Dal gennaio 1918 nasce la [[3ª Sezione SVA]].<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 440-442</ref>
Il 28 febbraio
Dal 23 aprile 1918 nasce la [[4ª Sezione SVA]].<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 442</ref>
Dal 14 maggio 1918 nasce la [[5ª Sezione SVA]] su 5 SVA monoposto nella quale [[Michele Allasia]] ottiene due vittorie diventando un [[Asso dell'aviazione]].<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 442-443</ref>
La [[6ª Sezione SVA]] nasce nel maggio 1918 su SVA monoposti 3 bis, 4 e 5.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 443</ref>
La [[8ª Sezione SVA]] è attiva dal marzo 1919.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 443-444</ref>
La [[107ª Squadriglia]] transita nella tarda primavera 1918 su 6 SVA 2 che producono degli incidenti di volo.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 305</ref>
La [[304ª Sezione]] ne riceve 2 nel maggio 1918.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 426</ref>
La [[303ª Squadriglia]] diventa operativa sugli SVA nel giugno 1918 ed 18 gennaio 1919 aveva 10 SVA.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 425-426</ref>
La [[27ª Squadriglia]] ne riceve un esemplare il 5 luglio 1918.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 158-160</ref>
Il reparto più noto ad impiegare gli S.V.A. durante la [[prima guerra mondiale]], fu l'[[87ª Squadriglia aeroplani]] "La Serenissima" (nata il 2 febbraio 1918), che già prima del ''[[Volo su Vienna]]'' del 9 agosto
La [[1ª Squadriglia navale S.A.]] li riceve dal 25 agosto 1918 ed in ottobre ne ha 18.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 354-357</ref>
La [[110ª Squadriglia]] inizia a
La [[301ª Squadriglia]] inizia a riceverli dall'estate 1918.<ref name="A">I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 425</ref>
La [[102ª Squadriglia]] riceve 3 SVA 3 dall'agosto 1918 ed il 15 settembre ne ha 9.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 299-300</ref>
Line 362 ⟶ 360:
La [[242ª Squadriglia]] riceve 5 SVA nel settembre 1918.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 359</ref>
La [[302ª Squadriglia]] inizia a riceverne 4 nel settembre 1918 ed in dicembre ha 8 SVA 3.<ref
La [[22ª Squadriglia]] ne riceve alcuni esemplari.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 144</ref>
La [[89ª Squadriglia]] viene attivata dal 14 ottobre 1918 su 18 SVA 6. All'inizio del 1919 va a [[Homs (Libia)]].<ref name="B">I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 290-291</ref>
La [[90ª Squadriglia]] viene attivata dal 14 ottobre 1918 su SVA 5. All'inizio del 1919 va a [[Mellaha]] (oggi [[Aeroporto militare di Mitiga]]) per la riconquista della colonia. Viene sciolta nella seconda metà dell'anno.<ref
La [[56ª Squadriglia]] nasce il 20 ottobre 1918 con 6 SVA 4 monoposti e 5 SVA 10, oltre ad alcuni SVA 3 bis, SVA 6 e SVA 9 per una Sezione Scuola usando gli SVA fino al 1924.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 217-218</ref>
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La [[Sezione Difesa Bologna]] passa sugli SVA dall'ottobre 1918.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 434</ref>
La [[Sezione Difesa Rimini-Riccione]] riceve 5 SVA nell'ottobre 1918.<ref name="C">I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 435</ref>
La [[Sezione Difesa Jesi]] transita sugli SVA dall'ottobre 1918.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 435-436</ref>
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La [[59ª Squadriglia]] nasce l'8 novembre 1918 su SVA 4 e 5 monoposto e SVA 10 biposto.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 219</ref>
La [[60ª Squadriglia]] biposti nasce l'8 novembre 1918.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 219-220</ref>
La [[103ª Squadriglia]] riceve 14 SVA 3 dall'autunno 1918.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 301</ref>
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La [[118ª Squadriglia]] dopo la guerra riceve gli SVA e nel 1919 riceve la 6ª Sezione SVA.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 329</ref>
La [[161ª Squadriglia]] nasce il 15 novembre 1918 con alcuni SVA 4.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 348</ref>
La [[Sezione Difesa Ravenna]] inizia a riceverli dopo la guerra ma viene sciolta il 19 novembre 1918.<ref
Una nuova [[62ª Squadriglia]] nasce il 5 dicembre 1918 dalla 2ª Sezione SVA ma dopo breve tempo viene sciolta.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 223</ref>
Line 395 ⟶ 393:
Nel maggio 1919 la [[32ª Squadriglia]] riceve la 4ª Sezione SVA.<ref>I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 177</ref>
La [[Regia Aeronautica]] ricevette gli ultimi esemplari nel
Negli [[anni 1920|anni venti]] ed i primi [[anni 1930|anni trenta]] trovò largo impiego anche come aereo scuola nelle diverse scuole di pilotaggio italiane.
===Raid e trasvolate===
Gli Ansaldo S.V.A. negli anni successivi alla [[prima guerra mondiale|grande guerra]] trovarono largo impiego in raid e trasvolate, che aumentarono la fama quasi epica del biplano già consacrata dal [[Volo su Vienna]]. Se l'azione dimostrativa verso la capitale austriaca ideata da [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]] nasceva da motivazioni patriottiche e di [[propaganda]], le successive imprese derivavano da più prosaiche esigenze pubblicitarie. Infatti le diverse ditte che erano impegnate nella produzione degli S.V.A. erano arrivate, a fine
* Fine
* Fine
* 9 agosto
* metà
* metà
* 14 febbraio-31 maggio
Oltre che nelle lunghe trasvolate, gli S.V.A. raccolsero successi anche nelle corse aeree più "tradizionali". Nel 1921 il cap. [[Raffaele Martinetti-Bianchi]] vinse la Coppa Michelin con un volo di 35 ore e 45 minuti ad una velocità commerciale di 84,4
== Utilizzatori ==
Oltre all'[[Italia]], la cui [[Regia Aeronautica]] ricevette gli ultimi esemplari di S.V.A. nel
==Sviluppi==
Dalla famiglia degli S.V.A. furono derivati due velivoli, l'[[Ansaldo A.1 Balilla|A.1 Balilla]] destinato alla [[aereo da caccia|caccia]], e l'[[Ansaldo A.300|A.300]] da ricognizione e bombardamento. Uno era una versione rimpicciolita e l'altro ingrandita, ed entrambi si differenziavano dal comune progenitore per adottare dei più convenzionali montanti interalari verticali paralleli, al posto di quelli a W.
* [[Ansaldo A.1 Balilla|A.1 Balilla]]: volò per la prima volta nel novembre
* [[Ansaldo A.300|A.300]]: volò per la prima volta all'inizio del
==Velivoli attualmente esistenti==
* Lo S.V.A.10
* Lo S.V.A.5
* Lo S.V.A.5
* Lo S.V.A.5
* Lo S.V.A.9 (n.c. 89) di proprietà [[Alenia Aermacchi]], perfettamente restaurato, è conservato a Torino presso l'azienda e viene esposto in occasione di mostre e avvenimenti culturali particolari in collaborazione con la [[GAVS Torino|sezione di Torino]] del [[Gruppo Amici Velivoli Storici]] (GAVS), che ne cura il montaggio e la manutenzione.<ref name=gueli/><ref>
* Una [[Veicoli replica|replica]] di S.V.A.5 con motore, elica e radiatori originali, di proprietà della Fondazione Ansaldo, è esposta in una teca di cristallo all'esterno dell'[[Aeroporto di Genova|aeroporto "Cristoforo Colombo"]] di [[Genova]]. Fu realizzata alla fine degli anni ottanta dalla ditta di Felice Gonalba.<ref name=gueli/>
* Una replica di S.V.A.5 si trova a [[Lima (Perù)|Lima]], in [[Perù]], presso il museo della forza aerea peruviana.<ref name=gueli/>
* Una replica scala 9/10 è conservata al museo [[Volandia]] vicino a [[Malpensa]], riproduce l'aereo di [[Giordano Bruno Granzarolo]] <ref>{{Cita web|url=https://www.malpensanews.it/2023/02/a-volandia-atterra-laereo-del-volo-di-dannunzio-su-vienna/880291/|titolo=A Volandia atterra l'aereo del volo di D'Annunzio su Vienna|lingua=it|accesso=4 febbraio 2023}}</ref>
* Una replica di S.V.A.9 (che incorpora anche pezzi originali, come ad esempio l'elica, regalata dal Museo Caproni) è conservata presso l'Airpark della [[JASDF]] di Hamamatsu. Fu realizzata dalla ditta di Felice Gonalba in occasione del 50º anniversario del raid Roma-Tokyo (1970).<ref name=gueli/>
Line 441 ⟶ 440:
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
*
* [https://web.archive.org/web/20110219071304/http://www.sva5.it/] La replica di S.V.A.5 autocostruita dal Prof. Antonio Angelucci
* {{es}} [https://web.archive.org/web/20090809215315/http://geocities.com/kwii62/sva.htm] La replica peruviana di S.V.A.5
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* {{cita web|url=http://flyingmachines.ru/Site2/Crafts/Craft25547.htm|titolo=Ansaldo S.V.A.5/9/10|accesso=11 novembre 2012|lingua=en, ru|editore=http://flyingmachines.ru/|sito=Their Flying Machines|data=22 settembre 2011}}
* "Aerei Militari - Ansaldo SVA", http://www.aereimilitari.org/Storia/IGM/Ansaldo-SVA_1.htm su "Aerei Militari" (http://www.aereimilitari.org/)
*
*
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|
[[Categoria:Aerei militari della prima guerra mondiale]]
[[Categoria:Aerei militari dalle origini al 1918]]
[[Categoria:Aerei militari
|