Seconda crociata: differenze tra le versioni
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|Schieramento1 = '''[[Cristiano (religione)|Cristiani]]:'''
[[Stati crociati]]
* {{simbolo|
* {{simbolo|Armoiries Tripoli.svg|15}} [[Contea di Tripoli]]
* {{simbolo|Attributed Coat of Arms of the Principality of Antioch.svg|15}} [[Principato d'Antiochia]]
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* Taifa di Murcia
* Taifa di Valencia
|Comandante1 = [[File:Flag of the Papal States (pre 1808).svg|20px|border]] [[Papa Eugenio III|Eugenio III]]<br />{{simbolo|
{{simbolo|Attributed Coat of Arms of the Principality of Antioch.svg|15}} [[Raimondo di Poitiers|Raimondo d'Antiochia]]<br />
{{simbolo|Byzantine imperial flag, 14th century, square.svg|15}} [[Manuele I Comneno]]<br />{{simbolo|Armoiries Héthoumides.svg|15}} [[Thoros II d'Armenia|Thoros II]]<br />{{simbolo|Coat of arms of Portugal.svg|15}} [[Alfonso I del Portogallo|Alfonso I]]<br />{{simbolo|Castile Arms.svg|15}} [[Alfonso VII di Castiglia]]<br />
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== Conseguenze ==
{{vedi anche|Prodromi della terza crociata}}
[[File:Byzantium1173.JPG|miniatura|sinistra|upright=1.5|Il mondo mediterraneo dopo la seconda crociata nel 1173]]
Ciascuna delle forze cristiane si sentì tradita dall'altra.<ref name="ril302"/> Venne ideato un nuovo piano per attaccare [[Ascalona]] e Corrado iniziò a radunare le sue truppe; tuttavia, non gli arrivò alcun aiuto a causa della ormai perdita di fiducia nell'impresa scaturita dal fallito assedio. Questa reciproca diffidenza influì profondamente per un'intera generazione nella rovina dei regni cristiani in Terra Santa. Dopo avere abbandonato Ascalona Corrado fece ritorno a Costantinopoli per tentare di allargare la sua alleanza con Manuele; Luigi rimase a Gerusalemme fino al 1149. La disfatta si ripercosse anche sul matrimonio tra Luigi ed Eleonora che andò in frantumi durante la crociata, tanto che i due regnanti di Francia fecero ritorno, nell'aprile del 1149, nelle loro terre su navi diverse.<ref>{{cita|Nicolle, 2009|p. 77}}.</ref>
[[Bernardo di Chiaravalle]] si sentì umiliato dal fallimento della crociata e considerò un suo preciso dovere inviare una lettera di scuse al papa, uno scritto che in seguito inserirà nella seconda parte del suo ''Libro di riflessione''.<ref name="ric271"/> In esso spiegò come la condotta incapace dei baroni fu la causa della loro disgrazia e dei loro fallimenti.<ref name="ric271"/> In seguito, tentò invano di predicare una nuova crociata dissociandosi dal precedente fallimento, dichiarandosi sempre convinto di essersi fatto «interprete della volontà di Dio».<ref name="ric271">{{cita|Richard, 1999|p. 271}}.</ref>
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